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Short Film Corner di Cannes: Jean Sorel diretto dalla giovane debuttante Angela Bevilacqua

Oltre ad Alice Rohrwacher ed il suo Le meraviglie e Asia Argento con Incompresa, c’è anche una terza regista italiana che sta già facendo parlare di sé al Festival di di Cannes: Angela Bevilacqua. La regista è stata infatti selezionata dallo Short Film Corner con il suo cortometraggio di esordio Il Teatro dei Ricordi (in gara tra il 20/22 maggio). La giovanissima filmaker napoletana, che ha diretto il corto non ancora diciottenne nell’inverno scorso, ha avuto l’onore di avere come protagonisti della sua opera prima il leggendario attore francese Jean Sorel accanto alla giovane e promettente attrice Alessia Alciati. Le riprese si sono svolte nel Teatro Flavio Vespasiano di Rieti e a Bracciano in provincia di Roma. Consulente artistico del progetto il critico cinematografico Marco Spagnoli. A produrre il film la Polifemo.

Angela Bevilacqua con Jean Sorel e Alessia Alciati

Angela Bevilacqua con Jean Sorel e Alessia Alciati

Il cortometraggio ripercorre in maniera suggestiva “i non luoghi dell’anima” e vede Sorel, nel ruolo di un enigmatico custode. Il divo francese si è fatto dirigere dalla giovanissima Angela dopo che in passato, soprattutto negli anni Sessanta, lavorò – tra gli altri – per registi come Alberto Lattuada (I dolci inganni), Mauro Bolognini (La giornata balorda), Carlo Lizzani (L’oro di Roma), Luchino Visconti (Vaghe stelle dell’Orsa), Dino Risi (L’ombrellone) e Luis Buñuel (Bella di giorno).

Jean Sorel in "Vaghe Stelle dell'Orsa" di Luchino Visconti (1965)

Jean Sorel in “Vaghe Stelle dell’Orsa” di Luchino Visconti (1965)

Nelle intenzioni della regista, Il Teatro dei Ricordi vuole essere la metafora della realtà giovanile dove il malessere della protagonista, una ragazza quasi ventenne (Alessia Alciati), la porta ad una scelta di rifiuto della vita attraverso una fuga nel sonno dell’oblio. Ma i suoi ricordi vengono custoditi da un misterioso personaggio in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo rappresentato da un teatro nel quale ella inconsapevolmente si ritrova. Saranno proprio le parole dello strano “custode” (Jean Sorel) a risvegliare nella protagonista la coscienza di sé.

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