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VENEZIA 77 – The Disciple e The Duke, tra musica classica indiana e Arte rubata

Oggi, nella terza giornata della 77esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, sono in programma due film di cui vi parleremo in questo articolo. Il primo, in Concorso, è l’indiano The Disciple di Chaitanya Tamhane; il secondo, Fuori Concorso, è l’atteso The Duke di Roger Michell con protagonisti due star, Jim Broadbent e Helen Mirren.

"The Disciple"

“The Disciple”

The Disciple  

Sharad Nerulkar (Aditya Modak) ha consacrato sé stesso a un obiettivo: diventare un interprete della musica classica indiana. Una ricerca che dura tutta la vita, in cui solo pochi riescono. Iniziato dal padre a una tradizione millenaria, insegue il suo sogno con sincerità e disciplina, impegnandosi incondizionatamente nel suo percorso artistico. Cercando strenuamente di padroneggiare la sua arte ai massimi livelli, Sharad si fa strada all’interno dei misteri e dei rituali sacri delle leggende musicali del passato. Ma con il passare degli anni, Sharad dovrà confrontarsi tanto con la complessa realtà della vita nella Mumbai contemporanea, quanto con il percorso che ha scelto, che lo condurrà a trovare la sua voce autentica nella musica e nella vita stessa.

Chaitanya Tamhane racconta…

Mi sono perdutamente innamorato del mondo della musica classica indiana. Le storie fantastiche dei grandi musicisti, la tradizione millenaria della loro disciplina e, naturalmente, la ricchezza insita nella musica mi hanno incantato. Alla luce dei suoi legami con la mitologia, la spiritualità e un sapere misterioso, fede è la parola chiave per la maggior parte di coloro che praticano questa musica. La fede è ciò che li spinge a dedicare l’intera vita a padroneggiare questa complessa forma d’arte. Ma poi, ci sono la vita e i suoi accadimenti. La storia ha preso forma nella mia mente a partire dall’esplorazione di questi temi. Sebbene ambientata nel caos di una Mumbai ipermoderna, trovo che il conflitto che la governa si applichi, nella sua essenza, su scala universale. Tutti abbiamo diritto alla vita e non abbiamo alcuna alternativa se non adattarci e sopravvivere”.

"The Duke" (Photo Credit: Nick Wall)

“The Duke” (Photo Credit: Nick Wall)

The Duke

Il The Duke di Roger Michell è ispirato ad una storia vera che, secondo le parole del regista, “non va presa troppo sul serio”. Ci troviamo nel 1961, quando Kempton Bunton, un taxista di sessant’anni, rubò il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e finora unico) furto nella storia della Gallery. Kempton mandò una richiesta di riscatto asserendo che avrebbe restituito il dipinto a condizione che il governo si impegnasse a favore degli anziani attraverso maggiori investimenti: si era a lungo battuto affinché i pensionati avessero diritto alla televisione gratuita. Ciò che accadde successivamente è leggenda. Fu solo cinquant’anni più tardi che l’intera storia venne a galla: Kempton aveva intessuto una trama di bugie. L’unica verità era che era una brava persona, determinato a cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio. Come e perché avesse deciso di ricorrere al Duca per portare a compimento il suo piano rimane una storia incredibilmente affascinante. The Duke, nella grande tradizione delle Ealing Comedies, mostra un uomo semplice che parla apertamente ai potenti. 

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