(Foto di Claudio Iannone)

Il Signore Delle Formiche, il caso Braibanti drammaticamente attuale nel film di Gianni Amelio

(Foto di Claudio Iannone)

Nuovo film italiano in Concorso oggi alla 79. Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta de Il Signore Delle Formiche, la nuova pellicola diretta da Gianni Amelio che ripercorre la vicenda del processo Braibanti. Interpreti del film sono Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e il debuttante Leonardo Maltese.

Il film

Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne (l’esordiente Leonardo Maltese). Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista (Elio Germano) s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.

Elio Germano e Sara Serraiocco (foto di Claudio Iannone)

Elio Germano e Sara Serraiocco (foto di Claudio Iannone)

Gianni Amelio racconta…

Un film sulla violenza e l’ottusità della discriminazione. L’amore sottomesso al conformismo e alla malafede. Uno spaccato della provincia italiana nei cruciali anni 60, quando il benessere economico non andò di pari passo con l’intelligenza delle cose, con l’apertura dei sentimenti. La famiglia come luogo chiuso, dove i contrasti tra le generazioni restano accesi e conflittuali. Già la vicenda così com’è accaduta, mostra aspetti inquietanti a oltre mezzo secolo di distanza. Lo spettatore si potrà domandare: come è stato possibile, come è potuto succedere? Anche se in apparenza oggi non ci si scandalizza più di niente, l’odissea del “signore delle formiche” è di quelle che sanno d’inquisizione, e ne abbiamo le prove ogni giorno. Perché nella sostanza non è cambiato molto. Dietro una facciata permissiva, i pregiudizi esistono e resistono ancora, generando odio e disprezzo per ogni “irregolare”. Ma non è più tempo di subire né di tollerare qualunque forma di sopruso verso gli individui meno protetti. E questo film vuole infondere il coraggio di ribellarsi”.

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