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Quattro grandi artisti all’avventura nel My Italy di Bruno Colella

Diretto da Bruno Colella, dal 18 maggio arriva al cinema My Italy, un film del racconto incrociato delle storie e delle opere di quattro artisti stranieri, abituali frequentatori del nostro Paese: Krzysztof Bednarski, Thorsten Kirchhoff, Mark Kostabi e H.H. Lim. Nel film compaiono anche: Marco Tornese, Bruno Colella, Lina Sastri, Piera Degli Esposti, Jerzy Stuhr, Serena Grandi, Maciej Robakiewicz, Rocco Papaleo, Nino Frassica, Enzo Gragnaniello, Nicola Vorelli, Sebastiano Somma, Eugenio Bennato, Alessandro Haber, Tony Esposito, Edoardo Bennato, Pietra Montecorvino, Remo Remotti, Luisa Ranieri, Rino Barillari, Enzo Aisler, Claude Pommier, Francesca Tasini, Judith Freiha, Leonardo Lacaria, Giovanni Allocca, Alessandra Bonarota Sonia Totaro, Giancarlo Bizzarri.


Un produttore italiano ed il suo assistente si aggirano per l’Europa in cerca di fondi per finanziare un progetto cinematografico che racconta la vita e le opere di quattro grandi artisti di arte contemporanea: il polacco Krzysztof Bednarski, il danese Thorsten Kirchhoff, l’americano Mark Kostabi ed il malesiano H.H. Lim; i quattro artisti, protagonisti della scena dell’arte contemporanea anche nella realtà, sono tutti innamorati dell’Italia e hanno casa a Roma.

Parallelamente a questa ricerca, i quattro protagonisti verranno catapultati in vicende ed avventure tra l’incredibile e il paradossale. Lo scultore polacco viene contattato dalla vedova di un camorrista napoletano che, con un’offerta che non si può rifiutare, pretende sulla tomba del defunto marito la stessa opera che l’artista dedicò al regista Kieślowski, oggi nel cimitero di Varsavia. Il video-artista danese è costretto a mettersi in viaggio dopo la telefonata di un improbabile idraulico, sicuro di aver individuato una perdita d’acqua nella sua installazione permanente esposta alla Certosa di Padula. L’installazione rappresenta un bagno pubblico e in realtà il rumore dell’acqua che scorre non è altro che una registrazione sonora parte integrante dell’opera, l’idraulico vuole smontarla e sostituirne le mattonelle. Il viaggio porterà l’artista tra fantasmi e misteri di un’Italia poco conosciuta.

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Il famoso pittore americano offre invece quadri in cambio merci ai ristoranti e, ossessionato dalle vendite piazza dipinti porta a porta a noti personaggi della cultura per poi partire misteriosamente alla volta di Napoli con un ritratto di Sophia Loren sotto il braccio. L’artista malesiano, passeggiando per Roma, nota una donna di grande bellezza seduta ai tavolini dello storico Caffè Greco, comincia a seguirla attraversando i vari quartieri della città, dal centro all’estrema periferia. I soldi per il film intanto sono stati trovati, la pellicola è stata girata, ma le sorprese non sono finite.

I quattro protagonisti del film, nomi di gran prestigio e popolarità nell’arte contemporanea, continuando la loro esuberante produzione artistica, raccontano la realtà del loro rapporto con l’Italia, il motivo che li ha spinti a scegliersi una casa a Roma dove soggiornano per molti mesi l’anno, il loro punto di vista sulla cultura e sull’umanità del paese di adozione, il loro contatto con i rispettivi luoghi di origine. Ma le biografie sono appena accennate in un clima di racconto leggero ed ironico che si snoda su un filo conduttore di pura fantasia, tracciato da una strana coppia produttore cinematografico spregiudicato e il suo segretario rassegnato in giro per l’Europa come Totò e Peppino in cerca di finanziamenti per un film su di loro.

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My Italy porta gli artisti in un onirico viaggio attraverso l’Italia, dalla Napoli dei travestiti e di Città della Scienza, alla Spoleto del Festival, al sud delle mitiche storie dei briganti che hanno lasciato per strada ricordi e fantasmi, ma anche alla scintillante cornice del festival di Cannes e del sogno cinematografico, alla Wroclaw del vecchio teatro di avanguardia e alla New York della disinvolta e fresca creatività artistica. Nel film è presente il critico Achille Bonito Oliva, alle prese con i dubbi e le arti dei quattro protagonisti, in un confronto in cui l’arte contemporanea si misura con la commedia manifestando la sua dimensione di felice luna park fatto di improvvisazione e spregiudicatezza dove quello che conta, al di là delle opere stesse, è in fondo il percorso individuale di ogni artista.

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