Bella e Perduta_02

Carditello, l’emblema dell’Italia Bella e Perduta di Pietro Marcello

Unica opera italiana in concorso al 68° Festival di Locarno, è stato proiettato ieri Bella e Perduta, il film diretto da Pietro Marcello che lo ha anche scritto insieme a Maurizio Braucci. Nel cast Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis e un Elio Germano nella veste di doppiatore di un bufalo campano.

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Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone.

Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.

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È stato lo stesso Pietro Marcello a spiegare il titolo del suo lavoro: “ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta”.

Ad ispirare il regista sono state la Reggia di Carditello e la favola di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, quel pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato: “ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e Perdutanato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà”.

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Carditello diventa così l’emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell’orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e disfacimento: “questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine” ha concluso il regista.

“Anche Leopardi descriveva l’Italia come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella”

Pietro Marcello

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