“Sarà commovente sentire applaudire nuovamente il pubblico“. Parole di Daniela Piperno che venerdì 8 ottobre, alle 19.15, sarà sul palco del Teatro Franco Parenti della sua Milano per il debutto di Mutuo Soccorso, lo spettacolo scritto da Francesco Brandi (con cui la Piperno lavorò già in Buon Anno, Ragazzi) e diretto da Raphael Tobia Vogel. Una commedia che promette risate e riflessioni – in programma fino al 24 ottobre – che ci porta all’interno di un condominio proponendoci uno scontro generazione tra due coppie: una più giovane, Giacomo (lo stesso Brandi) e Silvia (Silvia Giulia Mendola) con tutta la vita davanti, l’altra decisamente più anziana e con molto meno entusiasmo per il futuro, Matilde (la Piperno) e Nicola (Miro Landoni), i veterani del palazzo che hanno appena finito di pagare il mutuo e aspettano gli amici a cena per festeggiare.
Daniela Piperno
Per Daniela Piperno questo nuovo debutto sarà emozionante come il primo. Erano i primi anni Settanta quando, insieme a personalità artistiche eccelse come Gabriele Salvatores, Ferdinando Bruni e Elio De Capitani – a Milano dava vita al Teatro dell’Elfo, un decennio prima di formare, al fianco di Lucia Vasini e Pia Engleberth, il trio comico Sorelle-Sister. Tra palcoscenico (era con Carlo Cecchi in in Finale Di Partita, uno spettacolo rimasto nella storia del teatro), piccolo (esordì in Yerma di Federico Garcia Lorca diretta da Marco Ferreri) e grande schermo (in regie di grande spessore, da Sergio Corbucci a Giuseppe Bertolucci, da Silvio Soldini a Cristina Comencini, da Carlo Vanzina a Gennaro Nunziante), la Piperno ha sempre mostrato un’innata energia. Un fuoco dentro, sempre vivo, che ha acceso ogni personaggio che ha interpretato.
Daniela, partiamo da un appuntamento che sta per arrivare. Da oggi al 22 ottobre lei sarà in scena al Teatro Franco Parenti con Mutuo Soccorso, il debuttante spettacolo scritto e interpretato da Francesco Brandi. Uno scontro generazionale che mette di fronte due coppie in età ben diverse. Ci può descrivere il suo personaggio?
Matilde è una donna inquieta perché, come si dice, non si è “individuata” ha fatto l’errore fatale di fare la vita di un’altra, ma per fortuna, visto che siamo in una commedia troverà se stessa andando su strade impreviste.
Quanto il pensiero di Matilde rispecchia il suo?
Matilde non mi somiglia se non per una certa insofferenza nervosa. A differenza di Matilde, io mi sono accorta presto di cosa mi poteva tenere insieme, ed era stare nell’immaginario, che per me era la realtà.
Quanto invece la “nuova” generazione odierna, quella che inizia ora a pagare a vita un mutuo con sempre meno certezze sul futuro, si allontana dalla Daniela Piperno trentenne? Lei si rivede in qualche modo nel personaggio di Silvia?
I miei trent’anni sono stati un’avventura, nella vita e nel lavoro: si desiderava l’amore, piuttosto che la costruzione del nido famigliare. Mutuo era parola sconosciuta. Quindi, no, non mi posso rivedere in Silvia.
Contestualmente alla recente 78esima Mostra del Cinema di Venezia, alle Giornate degli Autori, l’abbiamo vista in Una Relazione, il film di Stefano Sardo che esplora una crisi di coppia. Cosa pensa delle relazioni in quest’epoca narcisistica dove tutto si consuma in fretta? C’è ancora spazio per sentimenti veri e relazioni durature?
Credo che sia ancora universale il desiderio di avere una relazione sentimentale ma, certo, è un periodo in cui tutto si sta ricollocando, una nuova era di cui non conosciamo ancora la forma.
Prossimamente la vedremo molto al cinema. Possiamo chiederle due parole per ogni film a cui ha preso parte? Ci racconti il personaggio e il rapporto con il regista. Iniziamo dall’attesissimo Diabolik dei Manetti Bros.!
In Diabolik il personaggio è la classica direttrice di banca, in qualche modo ingenua, forse tonta, che viene raggirata con molta facilità. Lavorare con i Manetti è sempre una danza. Sono appassionati, sono originali e pure simpatici.
In Siccità ha lavorato con un grande autore del nostro cinema, Paolo Virzì…
Per Virzì sono una ministra del Nord: poche parole, molto marketing. Con Virzì non ci si sente soli. È bello lavorare così.
Sulle Nuvole è stato l’esordio registico di Tommaso Paradiso. Che esperienza è stata? Com’è Tommaso dietro la macchina da presa?
Paradiso è attento e ironico, è curioso di quello che un attore può inventare.
Per la regia di Lillo&Greg e Eros Puglielli ha invece recitato ne Gli Idoli delle Donne. Che film è?
È un film divertentissimo! Il loro è un umorismo di situazione, che è il modo di far ridere che preferisco. A volte è stato difficile non ridere durante le scene.
Ha grinta da vendere. Cos’è che la tiene sempre accesa?
Come le dicevo all’inizio, ho quasi sempre la testa altrove; lì sto bene. Allora se mi si chiede di stare in costume romano per dei mesi è il mio modo naturale di capire e vivere la realtà.
Intervista di Giacomo Aricò