FRANCESCO GHIACCIO

INTERVISTA – Francesco Ghiaccio: “Un Posto Sicuro, film dedicato all’anima di Casale Monferrato”

Un Posto Sicuro è l’opera prima di Francesco Ghiaccio – da oggi al cinema – che racconta la tragedia dell’Eternit di Casale Monferrato. Siamo stati all’anteprima del film, andata in scena proprio a Casale Monferrato, città simbolo delle stragi dell’amianto, laddove il film nasce ancora prima di diventare pellicola.

Da sinistra: SandroScollato, PaoloTenna, GiorgioColangeli, Fabrizio Donvito, Francesco Ghiaccio, Paolo Pia, Marco D'Amore

Da sinistra: Sandro Scollato, PaoloTenna, GiorgioColangeli, Fabrizio Donvito, Francesco Ghiaccio, Paolo Pia, Marco D’Amore

La sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Ghiaccio insieme all’amico di sempre Marco D’Amore, il killer della serie tv di successo Gomorra. I due per l’occasione hanno fondato la casa di produzione Piccola Società che ha affiancato l’Indiana Production nella realizzazione del film. Fondamentale anche il sostegno dato dalla Film Commission Torino Piemonte: “Siamo in sala a 14 mesi dal pensiero produttivo, con gli investitori che per la prima volta investono oltre che nella produzione del film anche nella sua promozione”, queste le parole di un laconico Paolo Tenna, Amministratore Delegato della Fip (Film Investimenti Piemonte).

Dopo la proiezione tanti occhi ludici, altrettanti applausi e la consapevolezza nello sguardo di Francesco Ghiaccio di aver colpito nel segno. Noi lo abbiamo intervistato

Come nasce Un Posto Sicuro?

È stata un’emozione continua fare questo film, e decidere di farlo ad ogni costo, con ogni mezzo, anche con i nostri telefonini. Siamo stati fortunati ad essere stati prodotti dalla Indiana ma la fortuna maggiore è stata l’accoglienza che ci ha riservato la città di Casale. Un paese che ha partecipato attivamente nella realizzazione di questo film: ci ha sostenuto nelle fasi di scrittura, ci ha rivelato segreti, i cittadini si sono immedesimati nel nostro lavoro e ci hanno fatto sentire come se fossimo la loro ultima possibilità di riscatto. Tutto questo mentre giungeva – era il novembre 2014 – la sconcertante sentenza della Cassazione, che negava ogni risarcimento per le morti da amianto di ex-operai e abitanti di Casale, giudicando il reato come caduto in prescrizione (la fabbrica ha chiuso nel 1986, ndr).

Marco D'Amore con Matilde Gioli

Marco D’Amore con Matilde Gioli

Quella sentenza ha rallentato le cose?

Il film sembrava fermarsi, tutto si fermò in quei giorni. È stato difficile portarlo in sala ed è il nostro film di Natale, quello che avrei voluto fare e anche una delle più grandi soddisfazioni della mia vita.

Come arriva nel film Marco D’Amore, suo grande amico e protagonista e co-sceneggiatore del film?

A lui mi lega una forte amicizia, è stato il primo a credere nel progetto, dando la forza a me di continuare a crederci, mettendo in questo film tutto il coraggio e l’intensità necessarie per fare una pellicola che lasciasse il segno.

Proprio in questi giorni si è chiuso il 33° Torino Film Festival. Perché questo film non ha avuto il palcoscenico che avrebbe meritato, proprio quello del TFF? Si giocava in casa.

No comment.

Questo film nasce da una sua esigenza o da un bisogno intrinseco della città di raccontarsi?

Sono cresciuto a pochi km di distanza da Casale e mi sembra di far parte di questa città da sempre. Ogni giorno prendevo il pullman della Stac con mio fratello per venire a scuola qui. Gli stessi pullman della stessa società di trasporti che hanno finanziato il film: credo ci abbiano restituito tutti i soldi spesi dai miei genitori in anni di scuola e abbonamenti. Al momento di scrivere la sceneggiatura con Marco (D’Amore, ndr) mi sono accorto di non sapere nulla di Casale, parlo della dimensione del disastro al di la del numero di vittime (oltre 2000, ndr). Ho sentito un profondo senso di vergogna da cittadino e ho sentito l’esigenza di raccontare, iniziando con l’ascoltare centinaia di testimoni. La città voleva essere raccontata, è stato un ballo che abbiamo deciso di fare insieme.

Giorgio Colangeli e Marco D'Amore, i due protagonisti del film

Giorgio Colangeli e Marco D’Amore, i due protagonisti del film

In questi casi, quando si cercano testimoni reali di un disastro, da dove si inizia?

Abbiamo presentato la nostra idea all’Associazione delle Famiglie vittime dell’amianto, ci hanno dato tanto materiale, ci hanno fatto da tramite con i protagonisti involontari di questa vergognosa vicenda, tutta gente che ha deciso di aprirci le porte delle loro casa. Ho avuto poi l’onore di conoscere Romana Blasotti Pavesi, il simbolo della lotta all’Eternit, una donna che ha perso cinque familiari nella vicenda, marito e figlia compresi. Conoscerla è stato il punto di svolta nella lavorazione del film, è stato fondamentale per me, ed è li che ho capito che quanto stavo facendo era veramente piccolo rispetto a ciò che quella donna era stata in grado di fare. Ho iniziato a respirare la città, e non potrei usare termine più appropriato, una città che mi ha aperto la sua anima, restituendomi energia e compostezza.

In quante copie sarà distribuito il suo film?

Al momento in 60 copie e spero che sarà un film capace di restare, di essere visto non solo qui ma anche all’estero, in tutti quei posti coinvolti in un disastro ambientale ma che, come i cittadini di Casale Monferrato, non hanno visto arrivare il nemico. Vorrei che questo film segnasse una strada oltre a ricordare a tutti che per noi Casale è…Un Posto Sicuro.

Intervista e servizio di Nadia Afragola

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