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One More Time With Feeling, il Nick Cave che cerca l’oscurità

Dopo essere stato presentato Fuori Concorso alla 73. Mostra del Cinema di Venezia, arriva nei nostri cinema  – solo per oggi e domani, elenco sale su NexoDigital.it – One More Time With Feeling, il film che accompagna l’uscita di Skeleton Tree, il nuovo album di Nick Cave e dei Bad Seeds. Dietro la macchina da presa c’è Andrew Dominik, qui impegnato a raccontare la nascita del nuovo disco di Cave, il primo dopo il drammatico lutto che ha colpito l’artista lo scorso anno con la morte del figlio quindicenne.


Si tratta di un film-performance nel quale Nick Cave & The Bad Seeds interpretano per la prima volta le canzoni di Skeleton Tree. Lo stile fotografico del film – girato in bianco e nero, a colori e in 3D, riflette l’intimità e l’austerità dell’album, testimonianza cruda e fragile di un artista che tenta di trovare la sua strada attraverso l’oscurità. Performance live delle nuove canzoni si intrecciano a interviste e riprese di Dominik, accompagnate dalla narrazione intermittente e da improvvisazioni e riflessioni estemporanee di Cave che creano un’esperienza coinvolgente, intensa ed elegante.

Inizialmente, Nick Cave ha chiesto ad Andrew Dominik di realizzare un film sulla registrazione e sulla performance del nuovo album dei Bad Seeds, Skeleton Tree: “dopo la morte del figlio, Nick sentiva l’esigenza di dire alcune cose, anche se non sapeva a chi dirle – racconta il regista – di sicuro l’idea di un’intervista tradizionale secondo lui era fuori discussione”. Il cantante sentiva però il bisogno di far capire, a chi era interessato alla sua musica, come stavano le cose: “a me sembrava che si fosse bloccato, e avesse bisogno di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per dare almeno l’impressione di muoversi”.

Nick Cave

Nick Cave

Andrew Dominik ha girato questo film in bianco e nero e in 3D: “ho preso vecchie fotografie in bianco e nero attraverso uno stereoscopio degli anni cinquanta, sembrano che possano animarsi. Sentivo che il rigore del bianco e nero e la tormentata drammaticità delle immagini in 3D si combinavano perfettamente con la musica incorporea dell’album e con lo strano senso di paralisi da cui Nick sembrava avvolto”.

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