(Photo Credit: Davide Visca)

Arrivano al cinema i Vinilici – Intervista a Fulvio Iannucci: “Nel vinile c’è l’anima vera della musica”

(Photo Credit: Davide Visca)

Dal 20 novembre Mescalito Film porta al cinema Vinilici. Perché il Vinile Ama la Musica, il documentario – realizzato da Napoli Film Industry, nato da un’idea di Nicola Iuppariello e scritto da Nicola Iuppariello e Vincenzo Russo – diretto da Fulvio Iannucci, già regista di Francesco da Buenos Aires e Caffè Sospeso. A settanta anni esatti dalla nascita del disco in vinile, Vinilici è il primo film completamente italiano dedicato a questo meraviglioso supporto.


Il film parte da Napoli, originaria capitale della musica e del disco in Italia. E non è un caso: la Phonotype Record, fondata a Napoli agli inizi del ‘900, è tra le prime case discografiche al mondo ad avere un autonomo stabilimento per la fabbricazione di dischi. Dai vinili ai Vinilici: attraverso tantissime testimonianze  di musicisti, autori, collezionisti, audiofili, venditori, sociologi, appassionati – Renzo Arbore, Claudio Coccoluto, Elio e le Storie Tese, Renato Marengo, Mogol, Giulio Cesare Ricci, Red Ronnie, Gianni Sibilla, Claudio Trotta, Lino Vairetti, Bruno Venturini, Carlo Verdone ed altri ancora – il docufilm vuole indagare il ritrovato interesse per la musica su vinile in Italia.

I dischi in vinile, infatti, non sono più acquistati solo dai collezionisti ma anche da una nuova e più ampia schiera di appassionati di diverse età. Vinilici è quindi la storia di un’icona, il disco: dalla registrazione alla stampa, dalla distribuzione all’acquisto, dall’ascolto alla sua conservazione. A proposito: le musiche del film sono di Bruno Bavota, Blindur, Tony Esposito, Valerio Jovine, Ciccio Merolla, Osanna, Lino Pariota, Dario Piana & Daniele Baldelli, Lino Vairetti, Virus Etno-Funk e Rino Zurzolo.

(Photo Credit: Davide Visca)

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Per entrare nel vivo di Vinilici, abbiamo deciso di intervistare il regista, Fulvio Iannucci.

Arriva nelle sale il suo nuovo lavoro Vinilici. Protagonisti sono i dischi, ovviamente, e grandissime personalità artistiche (60 interviste, davvero tante!). Che viaggio è stato? Si può considerare questo un “documentario da ascoltare”?

Le interviste registrate sono sessanta ma, ovviamente, quelle selezionate per il film sono una trentina. Non abbiamo voluto realizzare un documentario tecnico, per pochi esperti, abbiamo preferito raccontare le esperienze di musicisti, autori, collezionisti e semplici appassionati: storie che si uniscono in una storia più grande, quella del vinile. Fare un film sul vinile, comunque, non è stata una scommessa facile, soprattutto per l’enorme quantità di informazioni reperibili sull’argomento e perché quando si parla di vinile si racconta di un supporto e di un’epoca leggendari. Per questo motivo, il filo conduttore del film è l’amore per il vinile, perché evidenzia la musica come elemento imprescindibile nella vita di ognuno. Anche la scelta del titolo deriva da un certo modo di vedere il vinile, quasi come una piacevole dipendenza, una “buona droga”, come, del resto, tutta la musica. Direi, quindi, che Vinilici è un film da vedere, ascoltare e “sentire”.

Tra gli intervistati non poteva mancare Carlo Verdone (foto copertina). Ci descrive com’è stato questo incontro con lui?

Particolarmente emozionante. Ascoltare le sue storie e i suoi aneddoti sul vinile è stato talmente esilarante che in montaggio, grazie a Paolo Barone, abbiamo fatto miracoli per cancellare le risate della troupe. Il fonico, Fabio Sorrentino, naturalmente, durante le riprese mi segnalava le difficoltà a registrare un audio pulito ma eravamo tutti completamente in balìa dei suoi racconti. Anche il pubblico si divertirà molto ad ascoltarli.

(Photo Credit: Davide Visca)

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Che significato ha oggi il “vinile”?

Un modo di esplorare la musica, il piacere di possedere un oggetto cult, di prendersi il tempo necessario per scegliere un disco ed ascoltarlo e il piacere di perdersi nelle copertine che, spesso, sono vere e proprie opere di design.

Il vinile può essere considerato un oggetto vintage che rappresenta una specifica generazione. Oggi invece il mercato del vinile comprende una fetta importante di giovani under 30, tanto da non essere più un “mercato di nicchia”. Com’è cresciuto questo fenomeno? Moda, collezionismo o migliore qualità?

In realtà le giovani generazioni considerano il vinile una nuova tecnologia, un mondo tutto da scoprire. Come sostiene Faso di Elio e le Storie Tese nel docufilm, i giovani stanno scoprendo e amando la ritualità dell’appoggiare un disco sul piatto, di girarlo per sentire il lato B, di ascoltarlo nella successione dei brani decisa dall’artista. A pensarci bene un disco è come la trama di un film. Sicuramente può essere anche un fenomeno di moda ma i collezionisti, invece, non hanno mai smesso di cercare e comprare vinili unici o rari. Non saprei dire se la qualità del vinile sia veramente migliore ma posso affermare che i “difetti” dovuti alla registrazione analogica hanno il fascino di una poesia. In termini di marketing, invece, il vinile rappresenta una super nicchia che assume un valore sempre più significativo.

Anche la nuova generazione di cantanti e musicisti sceglie il vinile per presentare il proprio album. Gli conferisce, forse, un valore aggiunto?

Sicuramente. Nel documentario abbiamo la testimonianza di Bruno Bavota, un musicista napoletano che con un brano del suo primo disco, “La luce nel cuore”, durante i giorni dello shooting aveva raggiunto 15 milioni e 500 mila ascolti su Spotify, con 840.000 ascoltatori mensili. Bruno ha realizzato un ‘best of” in vinile, in tiratura limitata di sole 200 copie, che vende esclusivamente ai live. Un oggetto – come dice lui nel documentario – dove c’è l’anima vera della musica.

(Photo Credit: Davide Visca)

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Solitamente chiedo il podio dei film preferiti o degli sguardi in macchina. Questa volta, ed è la prima (e soprattutto a lei che è un regista!), chiedo: quali sono i tre dischi della sua vita e perché.

Take Five di Dave Brubeck perché mi affascinava il tempo di 5/4 quando, molto giovane, studiavo la batteria e per la bellissima copertina che evocava immagini futuriste alla Picasso.

Você é Linda di Caetano Veloso perché racconta molto bene quel momento magico in cui due persone si innamorano.

Someday in My Life dei Simply Red perché è una torch song perfetta che ascolto tutte le volte che mi sento un po’ giù. Potrebbe sembrare una contraddizione ma per me non lo è. E’ una canzone che fa sognare. E sognare, soprattutto ad occhi aperti, non fa mai male!

Intervista di Giacomo Aricò


La programmazione

Numerose le proiezioni già confermate in tutta Italia, tra queste: Milano al Cinema Beltrade (28 novembre), a Roma al Farnese(20 novembre), a Napoli al Modernissimo (23 novembre); ma anche Trieste, Genova, Bologna, Bari, Lecce, Cagliari e altre in arrivo. Il calendario delle proiezioni aggiornato è disponibile sulla pagina Facebook ufficiale Vinilici. Perché il vinile ama la musica.

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