Tredici anni fa, il vincitore dell’Academy Award James Cameron trasportò il pubblico cinematografico in un mondo mai visto prima con il suo epico e sensazionale film Avatar. Ora, il visionario filmmaker invita il pubblico a intraprendere un viaggio cinematografico completamente nuovo con l’attesissimo Avatar: La Via dell’Acqua, una nuova epica saga familiare generazionale – al cinema da mercoledì 14 dicembre – che si dipana sullo sfondo dei colori brillanti e del panorama maestoso di Pandora.
Il film
Sam Worthington e Zoe Saldaña tornano a interpretare gli iconici ruoli di Jake Sully e Neytiri, che ora sono degli amorevoli genitori che fanno tutto il possibile per tenere unita la propria famiglia. Quando degli eventi inattesi li costringono a fuggire dalla loro casa, i Sully intraprendono un viaggio attraverso le vaste distese della luna di Pandora, riuscendo finalmente a raggiungere il territorio abitato dal clan dei Metkayina, che vivono in armonia con gli oceani circostanti. In questo luogo, i Sully dovranno avventurarsi nel pericoloso mondo acquatico e fare i conti con le dinamiche complesse che si vengono a creare mentre tentano di farsi accettare dalla loro nuova comunità. Oltre a Worthington e Saldaña, il cast del film comprende anche Sigourney Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis e Kate Winslet.
Girare un sequel
Realizzare un sequel del film con il maggior incasso di tutti i tempi è una sfida spaventosa, ma se esiste una persona in grado di riuscirci, quella persona sarebbe James Cameron. Il mondo di Avatar ha accompagnato il regista per molti anni. Era il 1994 quando scrisse un primo trattamento del film originale, anche se i mezzi tecnologici per realizzare la sua visione non esistevano ancora. Il pionieristico filmmaker diede inizio alla produzione di Avatar più di un decennio dopo: nel 2009 creò un film in live action che portò la performance capture e le tecnologie degli effetti visivi verso una nuova strabiliante frontiera.
James Cameron racconta…
“Ho trattato anche temi come la salvaguardia dell’ambiente e ovviamente l’importanza della famiglia. Considerando ciò che avevo già raccontato in Avatar, la direzione in cui ho deciso di condurre questa storia, i nuovi ambienti e i nuovi personaggi che ho introdotto e le domande che sono riuscito a porre agli spettatori, credo che questi quattro film mi consentiranno di esprimere tutto ciò che ho sempre voluto esprimere dal punto di vista cinematografico. Qui entri in una sala cinematografica e vieni trasportato in un mondo fantasy fittizio. Più riesci a sospendere la tua incredulità e più ti diverti. C’è una sorta di contratto non scritto tra il film e gli spettatori: ci prenderemo tutti per mano e partiremo per Pandora insieme. Sarà divertentissimo”.
