Kurt Cobain, leggendario cantante, musicista e autore dei brani dei Nirvana, “gruppo simbolo della Generazione X”, rimane oggetto di venerazione e ammirazione per gli amanti della musica di tutto il mondo. Per la prima volta, la sua storia viene raccontata in Cobain: Montage Of Heck, il documentario scritto, diretto e prodotto da Brett Morgen che è stato presentato in anteprima mondiale in occasione della 65° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. L’artista visiva Frances Bean Cobain, figlia di Cobain, è la produttrice esecutiva.
Cobain: Montage Of Heck avvicina il pubblico alla vita, all’arte e all’anima di Kurt, creando un contatto indimenticabile con una figura capace di ispirare una generazione. Primo documentario pienamente autorizzato, il film raccoglie ed elabora lo smisurato archivio di Cobain, passando fra arte, musica (tanto le sue canzoni più famose che incisioni mai ascoltate prima), testi, riprese realizzate in casa, tutto combinato con animazioni e significative interviste di familiari e amici. Dai primi anni ad Aberdeen (Washington), seguendo il suo percorso musicale, lo sguardo del pubblico viene a contatto con la potente e intensa vita di un artista capace di gestire e modellare la propria immagine, anche se consapevole delle pericolose trappole della notorietà.
I coetanei di Kurt conosceranno aspetti della sua vita che non hanno mai saputo. Quanti hanno scoperto più recentemente l’uomo e la sua musica, capiranno cosa lo rende un’icona immortale. Proprio come il leggendario cantante dei Nirvana, il film di Morgen è un lavoro autentico, intimo e risoluto, che entrerà nelle teste degli spettatori per rimanerci a lungo anche dopo la fine dei titoli di coda.
Brett Morgen, regista nominato per il Premio Oscar e autore di documentari del calibro di Crossfire Hurricane (per il 50° anniversario dei Rolling Stones) e di The Kid Stays In The Picture, mostra al pubblico il ritratto indelebile di una vita condotta in pericoloso bilico fra follia e genio. Racconto profondo quanto sincero di un artista divenuto icona, il film riflette l’argento vivo che lo stesso Cobain aveva addosso.
Lo sguardo dello spettatore riesce a poggiarsi sull’anima di un artista sfuggente e conflittuale, usando le sue stesse parole e immagini, in un film che è il primo progetto a essere realizzato con la piena collaborazione della sua famiglia. Morgen è riuscito in un complesso intreccio che raccoglie testimonianze di persone come la madre e la sorella di Cobain, la sua vedova, Courtney Love, la precedente fidanzata Tracy Marander, il compagno di gruppo Krist Novoselic e altri ancora, alternandole con le stesse parole del musicista, per un imponente tributo a un controverso e contraddittorio talento, ancora riverito da milioni di fans in tutto il mondo a venti anni dalla sua tragica morte.
Avuto accesso agli archivi personali e di famiglia di Cobain, il regista Morgen toglie il velo a materiale in grado di documentare gli alti e bassi emotivi vissuti dal musicista e celebra il suo spirito creativo mai disponibile ai compromessi, includendo il motivo ispiratore del titolo del film, con un “collage sonoro” risalente al 1988, che ha intitolato Montage of Heck. Inciso da Cobain su un registratore a quattro tracce, il brano è una libera composizione di canzoni, registrazioni manipolate di trasmissioni radiofoniche, provini e suoni disparati creati dallo stesso artista. Utilizzando produzioni, fotografie, giornali e album di famiglia come ispirazione, gli autori hanno realizzato animazioni originali per illustrare alcuni dei passaggi più importanti della vita di Cobain. Il film è arricchito da una dozzina di canzoni ed esibizioni dei Nirvana, oltre che da alcuni brani originali di Cobain mai diffusi prima.
“Non posso che essere estremamente riconoscente a Courtney Love e Frances Bean Cobain per avermi aperto gli archivi di Kurt, senza alcune restrizione,” spiega Morgen. “C’erano oltre 200 ore di musica e registrazioni mai pubblicate, un vasto insieme di progetti artistici, un incalcolabile patrimonio di filmini e oltre 4.000 pagine di diario, che nel complesso hanno concesso una nuova prospettiva su un artista profondo e prolifico che raramente ha potuto raccontarsi ai media”.
Nel 1991, i Nirvana, band di Seattle, pubblica il primo singolo di successo Smells Like Teen Spirit travolgendo l’universo musicale con un suono in grado di entrare nella storia di un decennio. Kurt Cobain, cantante, chitarrista e autore dei testi del “gruppo simbolo della Generazione X”, è diventato una delle voci più ascoltate del suo tempo, con canzoni che sono state un’incredibile combinazione di nichilismo ed estasi.
Negli otto anni che sono serviti alla sua realizzazione, Cobain: Montage Of Heck è riuscito a raccogliere i passaggi chiave della vita di una leggenda della musica, senza rinunciare a utilizzare tutto il patrimonio artistico a disposizione. Già dall’infanzia passata nell’ambiente depresso di Aberdeen, nello stato di Washington, Cobain appariva come chiaramente talentuoso, oltre che ipersensibile, iperattivo e perfezionista all’eccesso. Guidato da una creatività sconfinata, cominciò a scrivere, disegnare e comporre musica già da giovanissimo.
Idealizzato dalla madre e sminuito dal padre, Cobain è entrato in contatto con il punk rock come un qualunque adolescente irrequieto. “Un amico…mi registrò un paio di raccolte su cassetta”, raccontava in un’intervista. “Mi ha completamente sconvolto. Quella musica riusciva a esprimere perfettamente il mio pensiero civile e politico. Una rabbia che avevo vissuto come un’alienazione. Ed è in quel momento che ho capito che si trattava di quanto avevo sempre sognato di fare”.
Cobain ha abbandonato la scuola poco prima del diploma per iniziare a lavorare come bidello, nella speranza di trovare spazio per esprimere la propria energia artistica e i tumulti emotivi. “Era alla continua ricerca di qualcosa che non lo facesse sentire solo o diverso dagli altri”, ricorda la sorella, Kim Cobain.
In poco tempo, Cobain, il bassista Krist Novoselic e il batterista Dave Grohl hanno iniziato a guidare una stagione musicale che ha stravolto il rock, trovandosi a fare i conti con la propria tensione all’autodistruzione. Da tempo incline alla depressione, Cobain cominciò a sperimentare l’eroina fino a divenirne dipendente. A passo con il successo, sono cresciuti così la sua dipendenza dalle droghe e a comportamenti auto flagellanti.
Il controverso matrimonio di Cobain con la musicista Courtney Love fa seguito al suo passato: nato da un matrimonio disastrato e una famiglia sfasciata, il sogno di una vita era di creare una famiglia di cui ha sempre sentito la mancanza durante l’adolescenza. La coppia fece un tentativo di trovare una dimensione più tranquilla, soprattutto dopo la nascita della loro unica figlia, Frances Bean, ma la tragedia non ha mai smesso di seguirli.
Nel corso della propria vita, Cobain ha continuato a creare in maniera compulsiva, sviluppando progetti poetici e inquietanti, spesso manifestazioni dei suoi incubi e delle sue fantasie. Come raccontato dalla madre, era in continua rotta di collisione con il mondo. “Si capisce chiaramente dalla sua produzione artistica”, afferma Novoselic. “Molti di quei messaggi erano limpidi come l’acqua”.
Tormentato dalla dipendenza, da inspiegabili quanto atroci disturbi fisici e da una mente perennemente inquieta, Kurt non è stato in grado di sfuggire ai problemi che lo avevano ossessionato fin dall’infanzia e si è tolto la vita. Con un colpo di fucile, a Seattle. Era il 5 aprile del 1994: una leggenda moriva e nasceva alla stesso tempo.
“È un’etichetta stupida e superficiale quella di decretare il successo di un gruppo, senza che i suoi membri lo vogliano veramente. Siamo pronti a distruggere la nostra carriera in ogni momento”
Kurt Cobain