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Coffee Defenders, una storia di emancipazione femminile

Lavazza ha scelto il 5 giugno, la Giornata Mondiale dell’Ambiente per lanciare sul servizio streaming di Amazon Prime Video, a partire da Italia, Stati Uniti e Regno Unito, il docu-film Coffee Defenders, a Path From Coca to Coffee, del regista Oscar Ruiz Navia, una delle voci più riconosciute del cinema colombiano contemporaneo.

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Il documentario racconta la vera storia di Johana, una ragazza colombiana che durante il conflitto armato causato dalla guerriglia delle FARC ha perso tutto, ma che è riuscita a riprendere in mano la sua vita e quella dei suoi sei figli, restando con tenacia nella sua comunità, nei territori fertili e incontaminati del Meta, una regione caffeicola ai piedi della cordigliera della Ande, dove nel 2013 le famiglie di agricoltori come quella di Johana hanno ricevuto dal governo colombiano i terreni prima usati per colture illegali.

Guidata dalla speranza e da un’incrollabile fiducia in un futuro migliore, rinata nella sua rinnovata azienda agricola di caffè, Johana racconta una storia di emancipazione femminile e di coraggio. E proprio una piantina di caffè è il simbolo della sua rinascita: una piantina che la protagonista porta con sé nel viaggio dalla sua terra di origine fino alla Costa Rica, dove sarà conservata nel Centro Agronomo di Cartago. In questo itinerario Johana è accompagnata dalla reporter Alexandra Roca, una reporter che con particolare sensibilità si è occupata di vari temi in oltre 14 paesi del mondo, dai diritti delle donne ai movimenti delle comunità indigene: tornata in Colombia per documentare la ripartenza del paese, la aiuterà a raccontare se stessa, le sue difficoltà e le sue speranze; passo dopo passo, le due protagoniste viaggeranno tra le straordinarie bellezze della natura sudamericana e attraverso numerose testimonianze in un percorso di rinascita e di passaggio dalla guerra alla pace.

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In quel periodo si coltivava la cocaricorda Johana, la protagonista avevo paura, ma in fondo mi sono detta “Torno a casa, perché quella è la mia casa ed è rimasta abbandonata. Non mi importa, se mi vogliono uccidere, che mi uccidano, ma devo tornare a casa mia”. Alexandra Roca, la reporter co-protagonista, aggiunge:questo documentario ha molti significati, ma il principale, a mio parere, è che il cambiamento deve avvenire dentro noi stessi: Johana ne è un vero esempio. Ho imparato molto da lei, grazie alla resilienza e alla tenacia che ha dimostrato. La sua capacità di sopravvivenza l’ha trasformata in una donna indipendente. Questo, per me, è ciò che emerge di più da questo film, è il suo significato più profondo”.

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