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Dal romanzo di Le Carré arriva La Spia: l’ultima gigantesca interpretazione di Philip Seymour Hoffman

Un grande attore, una grande interpretazione d’addio. Arriva stasera al cinema La Spia – A Most Wanted Man, l’ultimo film da protagonista del compianto Philip Seymour Hoffman diretto da Anton Corbijn  con Willem Dafoe, Robin Wright, Rachel McAdams, Daniel Brühl, Nina Hoss e Grigoriy Dobrygin.


Dopo La Talpa, un altro romanzo ad alta tensione dello scrittore britannico John Le Carré arriva sul grande schermo.  La Spia – A Most wanted Man è un action thriller politico di spionaggio ed un ritratto della solitudine in cui la trama si dipana tra Amburgo e Berlino, e vede coinvolti un misterioso uomo in fuga, un banchiere britannico, una giovane avvocatessa idealista e il capo di un’unità segreta di spionaggio tedesca.

Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman

Era un gigante sotto ogni aspetto e la sua scomparsa non è solo una gigantesca perdita per il mondo intero e per tutti gli amanti dell’arte, ma anche ad un livello umano”: così Anton Corbijn ricorda Philip Seymour Hoffman. “L’eredità che ci ha lasciato è immensa sia per portata che per profondità: era il miglior caratterista che io riesca a immaginare, e anche nei suoi ruoli minori, era un gradino sopra rispetto i suoi contemporanei. La sua forza consisteva in un’immersione totale nel ruolo ed in una completa assenza di vanità. Al contempo, odiava ciò che amava, che era la sua maledizione: si faceva a pezzi per le sue interpretazioni”.

Spero di avergli reso giustizia con il film che abbiamo fatto, dove lui è incredibile e meritevole di tutta la nostra attenzione. So che ne andava estremamente orgoglioso e parlavamo di lavorare ancora insieme. Ahimè, questo non accadrà mai e ciò rende la fine del film ancor più difficile da guardare” ha poi concluso il regista olandese.

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La Spia è il terzo film di Corbijn e muove dal bestseller del 2008 di John Le Carré. Il produttore Stephen Cornwell ha spiegato che l’adattamento è piuttosto diverso dal romanzo: “c’è un intero aspetto della storia che non c’è nel film. Trova il suo linguaggio ed il proprio modo di raccontare la vicenda. Ma allo stesso tempo è incredibilmente fedele all’intento della storia. È esattamente ciò che un buon adattamento dovrebbe essere. Prende un romanzo, ne rispetta l’intento ma diventa qualcosa di indipendente”.

Questa è una storia umana con esseri umani su governi e organizzazioni di spionaggio che vengono generalmente raccontate con uno stile sgargiante e romantico”, osservò invece Hoffman, “non c’è niente di romantico in tutto ciò. Per fortuna il libro viene rispettato, cosa di cui sono ben contento, perché il libro è straordinario”.

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Philip Seymour Hoffman, acclamato attore cinematografico e teatrale Premio Oscar per Truman Capote – A Sangue Freddo nel 2006, interpreta Gunter Bachmann, il geniale capo di una piccola organizzazione anti-terrorista con base ad Amburgo, che non piace alla più vasta comunità dell’intelligence tedesca per il suo approccio soft e la sua concentrazione sul gioco a lungo termine.

Questo film riguarda molti temi, compreso, ovviamente, come i paesi si confrontano col terrorismo”, raccontò Hoffman. “Ma è anche su un uomo che continua a fare la stessa cosa ed ottenere lo stesso risultato. Ti arriva la sensazione che non può smettere. Si sente davvero che sta cercando di fare la cosa giusta e credo, in realtà, che sia così. Ma il resto del mondo non condivide il suo modo di occuparsi dei cattivi del pianeta”.

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La storia di La Spia, è però anche la storia di Amburgo stessa. È una città portuale ricca e piena di storia, che ha ospitato a lungo i magnati delle spedizioni più ricchi d’Europa, e le cui aree più degradate stanno ora attraversando una fase di elegante gentrificazione.

Per secoli ha accolto immigrati, particolarmente dalla vicina Turchia e dal Nord Africa. Ma il suo ruolo come la città in cui i terroristi dell’11 settembre hanno pianificato la loro diabolica trama fuori dai radar delle autorità dello spionaggio, ha creato un panico morale e una sfiducia negli stranieri.

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Un sentimento che prosegue, anche tredici anni dopo. Anche in questo aspetto sta l’isolamento e la solitudine dell’animo umano.

La Spia è una storia sulla paura. Di chi ci possiamo fidare? Di chi dovremmo avere paura? Quell’uomo dalla pelle scura è un amico o un nemico?

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