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Eleonora Danco porta in teatro dEVERSIVO, l’esigenza di resistere

Eleonora Danco firma e interpreta dEVERSIVO. Un atto unico sul teatro e su Roma. Un mondo, quello del teatro, visto con gli occhi di una performer indipendente, in prima nazionale dal 19 al 29 ottobre al Teatro India, una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale.

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Dopo il suo primo film N-Capace, da lei scritto e diretto (e che le è valso due menzioni speciali in concorso ufficiale al 32° Film Festival di Torino, il premio come Miglior Film dal Sindacato Critici Cinematografici Italiani 2015 e le candidature al David di Donatello e ai Nastri D’argento), Eleonora Danco torna in teatro. Ed è qui alle prese con una performer indipendente e la sua lotta per la conquista del palcoscenico, un conflitto sofferto ribelle e scanzonato, in una realtà brutale e insalvabile. Persone e luoghi si accavallano nella testa della protagonista, lanciandola su e giù per la scena, così come nella vita. dEVERSIVO è anche Roma, tra il Bernini e l’enorme biscotto Plasmon che è Porta Maggiore. Entri nel tram, il bruco elettrico, e guardi in aria a Sant’Andrea della Valle. Dalle periferie al centro storico, il personaggio si strugge, si arrovella e combatte per il suo urgente desiderio di mettere in scena le sue visioni, che rimbalzano dal foglio alla strada, e dalla strada al palcoscenico. Una immagine grezza di una realtà arrogante e labirintica da cui non se ne esce, se non forse su un palcoscenico. In Teatro.

Un testo che piega la lingua a farsi immagine, quadro, visione. Una scrittura che intreccia nella trama i rumori, gli squarci e gli umori della Capitale. Come in un’opera di Robert Rauschenberg: i materiali umani sono conficcati dentro Roma. In dEVERSIVO si traccia una sorta di trama e il tentativo di distruggerla. Tutto si lega in un modo solo in apparenza invisibile. C’è l’autore che si tortura per scrivere e la sua parte che deve lottare per la sopravvivenza, in cerca di produttori, di luoghi dove poter fare i suoi lavori. Un testo sul rapporto con la resistenza. Resistenza alle avversità e ai “no”. Allo stesso tempo il testo rimane leggero, si prende in giro, e quando sembra di dover toccare il baratro si rialza e si riscopre uccello che vola libero nell’aria. Pur mostrando una vita senza mezzi termini, ruvida e dura quasi alla fame, allo stesso tempo trova soluzioni di salvezza proprio nell’insistenza che questo personaggio esercita su se stesso.

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dEVERSIVO ci restituisce una Roma sgretolata e luminosa, come fosse un disegno, un miraggio. Come in un film i personaggi si muovono senza toccare terra. Sono apparizioni nevrotiche, sono diari di bordo. Non c’è giudizio. La sua provocazione sta nel rimanere in superficie, usare i suoni e le immagini come tentativi costanti di rendere lo spettacolo ipnotico e disperato. Lo spettacolo tenta di costruirsi e non vuole costruirsi, tenta di non divenire, ma di superare quel senso di baratro che è il fallimento di un lavoro, attraverso la presa in giro della realtà. Ci sono tante domande dentro questo nuovo lavoro di Eleonora Danco, che sembra seguire una linea e poi la spezza la rilancia in qualche altro luogo, costruendo senza volerlo una trama. Uno spettacolo che parla all’uomo in un modo intimo e universale. Pur tentando di abbattere la memoria e il ragionamento, quello che restituisce il nuovo lavoro di Eleonora Danco è la volontà, il tentativo di vitalità e di resistenza.

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