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Hardcore! L’innovativo film d’azione in soggettiva di Ilya Naishuller

Con uno stile registico e visivo del tutto innovativo, arriva domani al cinema Hardcore!, il primo film d’azione – scritto e diretto da Ilya Naishuller – girato interamente in prima persona. Protagonista il cast composto da: Sharlto Copley, Danila Kozlovsky e Haley Bennett.

Non ricordi nulla. Sei appena stato salvato da tua moglie che ti ha riportato in vita (Haley Bennet). Lei sostiene che ti chiami Henry. Dopo 5 minuti vieni colpito, tua moglie rapita, e forse è il caso che tu vada a riprendertela. Chi l’ha rapita? Il suo nome è Akan (Danila Kozlovsky), un folle personaggio a capo di un gruppo di mercenari e con un piano per dominare il mondo. Ti trovi a Mosca, città a te sconosciuta e tutti intorno vogliono ucciderti. Tutti tranne un misterioso alleato inglese di nome Jimmy (Sharlto Copley). É probabile che lui sia dalla tua parte, ma non ne sei sicuro. Se riuscirai a sopravvivere alla follia, e a risolvere il mistero, potrai probabilmente capire il tuo obiettivo e la tua vera identità. Buona Fortuna. Ne avrai parecchio bisogno.

L’idea di Hardcore! inizia a nascere quando il filmmaker russo Ilya Naishuller realizza l’irriverente e innovativo video musicale Bad Motherf*cker, realizzato come parte del suo “secondo” lavoro di front man del gruppo punk Biting Elbows: una storia operistica, dura, raccontata interamente dal punto di vista del protagonista.  Girato quasi interamente con macchine da presa GoPro e con degli equipaggiamenti, creati ad hoc, Hardcore! abbandona, se non addirittura eviscera, completamente l’arte cinematografica e la sostituisce con un’esperienza cruda e immediata, permettendo agli spettatori di diventare tutt’uno col protagonista, facendo loro compiere un viaggio molto personale e innovativo assieme ad Henry.

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Il cinema d’azione ha sempre prosperato lì dove riusciva a dare la sensazione di partecipare a situazioni pericolose che nella vita reale la maggior parte delle persone eviterebbe – racconta Naishullerl’obiettivo del film era allontanare ulteriormente questo limite, mettendo lo spettatore direttamente nel corpo del protagonista, permettendogli di vivere direttamente quelle sensazioni emozionanti e primordiali a cui generalmente assiste da una distanza più sicura“. La preoccupazione maggiore per il regista non è “mai stata l’azione, ma se sarei stato in grado di raccontare una storia in una gabbia creativa: mi resi conto che se fossi riuscito bene in entrambe le cose, ne sarebbe scaturita un’esperienza cinematografica senza precedenti“.

Sul set, “la parte migliore è stata che non esisteva un manuale per quello che stavamo cercando di fare, non avevamo punti di riferimento – continua Naishuller – perciò ogni volta che riuscivamo a girare una di queste sequenze complicate, la sensazione esilarante di essere i primi a farlo dava sia a me che alla mia truppe una forte spinta creativa“.

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Il regista aggiunge che la prima persona che interpreta il punto di vista del protagonista ha aiutato a decidere il tono della storia e l’arco narrativo del personaggio di Henry: “girare il film esclusivamente dal punto di vista di Henry significava che non avrei potuto fare tagli o primi piani sul viso del protagonista per esprimere le sue emozioni“. Perciò Henry avrebbe dovuto fare qualcosa fisicamente, affinché il pubblico sentisse le sue reazioni: “ciò ha permesso di fare un interessante processo di scoperta e di inserire molto humour fisico e momenti di maggiore leggerezza, che per l’appunto, sono scaturiti da tutte queste limitazioni”.

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