JOY

Il successo a cuore caldo: David O. Russell ci presenta Joy

Giovedì 28 gennaio arriva al cinema Joy, l’ottavo film di David O. Russell che narra l’incredibile storia della quarantennale scalata al successo di Joy Mangano, interpretata da una bravissima Jennifer Lawrence, candidata qui nuovamente all’Oscar da Protagonista dopo aver già vinto il Golden Globe. Accanto a lei troviamo un cast eclettico tipico dei film di Russell: Robert De Niro, Edgar Ramírez, Diane Ladd, Virginia Madsen, Isabella Rossellini, Dascha Polanco, Elisabeth Röhm e Bradley Cooper.

Liberamente ispirato alla vita di Joy Mangano, inventrice di prodotti per la casa di enorme successo e star delle televendite americana, il film ci trasporta nel mondo dell’umile ma travagliata famiglia Mangano e della figlia ribelle che è partita dal nulla per creare un impero. Animata da un forte istinto creativo, ma anche dal desiderio di aiutare le persone intorno a sé, Joy (Jennifer Lawrence) dovrà affrontare il tradimento, l’inganno, la perdita dell’innocenza e le ferite dell’amore prima di trovare la forza ed il coraggio di inseguire i propri sogni. Il risultato è una commedia umana e toccante su una donna alle prese con lo spietato mondo del commercio, col caos della sua famiglia e con i misteri dell’ispirazione creativa. E sulla sua capacità di trovare, in mezzo a tutto ciò, la felicità.

Joy segue nelle orme dei precedenti film di David O. RussellThe Fighter, Il Lato Positivo, American Hustle –, che in tutto hanno collezionato 25 nomination agli Oscar. C’è un filo rosso che collega tra loro tutti questi film ed i loro indimenticabili personaggi: il desiderio di reinventare se stessi. In Joy, quel tema viene affrontato da una prospettiva nuova: come fa una persona che si trova a vivere in circostanze folli a superare tutti gli ostacoli che le se presentano davanti? Come fa ad affrontare quel doloroso percorso di ricerca interiore che è necessario per trovare le felicità e per dare un senso alla propria vita? Lo stile del film trae ispirazione dallo stile dei melodrammi classici del cinema hollywoodiano, riadattato e rivisitato per la nostra epoca.

Jennifer Lawrence e Robert De Niro

Jennifer Lawrence e Robert De Niro

Joy Mangano negli anni ’90 è diventata un’imprenditrice di successo ed una star della televisione con le sue geniali invenzioni casalinghe, tra cui la Miracle Mop, la scopa che lava e asciuga senza bagnare le mani, con cui ha dato il via al suo impero imprenditoriale. Il film descrive la sua scalata del successo in un modo coinvolgente, leggero e fantasioso, attraverso una storia che mescola quotidianità e sogni solo apparentemente irrealizzabili. In Joy, Russell ha visto una donna forte e geniale che ha avuto il coraggio di inseguire il suo sogno, dopo averlo soppresso per anni, ma senza mai perdere il legame con la sua famiglia e le sue origini.

Nella sua storia, Russell intravide la possibilità di raccontare una storia universale sulla natura caleidoscopica dello spirito umano e sui mille frammenti multicolorati di vita che servono per creare un’esistenza piena nel mezzo della tragicomica commedia umana. Il regista spiega questa sfida: “ho raccontato più di quarant’anni di vita di Joy, dalla magia dell’infanzia, passando attraverso il matrimonio, il divorzio e la sua esperienza di madre single: trauma e amore, tanti pezzi diversi”.  E la stessa protagonista viene mostrata in tutte le sue sfumature, nelle diverse fasi della sua vita. Attorno a lei c’è l’ex marito sognatore con cui è rimasta amica, una sorella gelosa e c’è una piccola stazione televisiva via cavo in Pennsylvania che diventa una fabbrica di sogni: “nel mezzo di tutto ciò, Joy sviluppa una determinazione feroce che le permetterà di arrivare fino in fondo”.

La famiglia Mangano

La famiglia Mangano

Per Russell, Joy rappresenta anche la possibilità di raccontare la classica storia dell’ascesa dalle stalle alle stelle da un’angolazione diversa dal solito: quella di una donna che inizia la sua scalata partendo dalle mura domestiche di una famiglia proletaria, un mondo troppo spesso ignorato dal grande cinema hollywoodiano. Una donna che ha sentito l’urgenza di creare un’attività imprimendo alla propria vita e a quella delle proprie famiglie un nuovo corso. Il tutto cercando di rimanere sempre fedele a se stessa, rinunciando ai compromessi, tenendo in vita quello spirito magico e sognante che ha fin da bambina.

Come nello splendido Il Lato Positivo, anche qui fa da sfondo una famiglia disfunzionale. Come regista, Russell ha spesso esplorato le famiglie con un tono simile a quello dei grandi scrittori russi, in cui l’infanzia e la morte, il matrimonio ed il divorzio, la felicità e la solitudine, l’estasi ed il tradimento, la ricchezza e la povertà sono tutti elementi del tragicomico mosaico dell’esperienza umana. Se è vero che l’ambizione di Joyce scaturisce dal suo interno, è anche vero che essa non può separata dalle relazioni assurde che la circondano e dalla sua pulsione ad aiutare le persone a cui vuole bene, per quanto problematiche.

La Lawrence con Bradley Cooper

La Lawrence con Bradley Cooper

La famiglia di Joy è stata fonte di amore e di sostegno per lei, ma anche di ostacoli”, nota Russell. “In tutti i miei film ritorna sempre l’idea che tutte le famiglie, per quanto disfunzionali, possono essere terreno fertile per ciò che c’è di più bello nella vita. I parenti di Joy sono amorevoli e limitati a modo loro. Ma sono proprio i loro limiti che alla fine finiscono per fare di Joy una persona più determinata”. Fin dalla più tenera età, Joy deve imparare ad essere fedele alle proprie verità, ad essere forte, a preoccuparsi per le sorti degli altri. La protagonista infatti non è la solita Donna in Carriera che aspira solo a realizzare i suoi sogni. Anche dopo essere diventata la matriarca della sua famiglia ed il capo di un impero imprenditoriale, Joy continua ad essere una persona amorevole e comprensiva, riuscendo a portarsi dietro la sua famiglia in tutto ciò che fa.

Joy è anche il film più visivamente creativo di Russell. Tutto è studiato per trasportare lo spettatore in quella stravagante ricerca della felicità che è stata la vita di Joy: la vita di tutti i giorni di Joy – col suo tira e molla costante tra bisogni quotidiani e aspirazioni ideali – è puntellata da sequenze iper-melodrammatiche da soap opera, momenti musicali e surreali visioni ad occhi aperti. Il regista ha usato le soap come dispositivo narrativo, come uno specchio magico in cui riflettere l’evoluzione interiore di Joy e la sua presa di coscienza del fatto di poter rompere la gabbia della propria vita per inseguire i suoi sogni.

Joy

Joy

Altro elemento del mosaico del film è la nascita del mondo delle televendite, che ha anticipato il mondo ipertecnologico di oggi, in cui la generazione Kickstarter sta cambiando tutte le regole del business. Così quella di Joy è sì la storia della scalata di una donna verso il successo, ma è anche una riflessione onesta sui costi e sui limiti di quest’ultimo. Il film non si ferma con l’arrivo del successo: “i problemi non finiscono mai, devi continuare a lottare, sempre: riconoscere le difficoltà che il successo porta con sé non vuol dire essere ingrati, ma prendere atto del fatto che, chiunque tu sia, dovrai sempre fare i conti con la paura di perdere tutto e con le difficoltà di tutti i giorni” conclude Russel.

“Non farsi abbattere dalle mille difficoltà dell’esistenza è una delle cose più difficili e più belle della vita”.

David O. Russell

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