Foto di Loris Zambelli

Io Sono L’Abisso, il nuovo thriller di Donato Carrisi, dalla pagina allo schermo

Foto di Loris Zambelli

Tratto dal suo romanzo bestseller, lo scrittore e regista Donato Carrisi ha diretto Io Sono L’Abisso, un nuovo thriller ad alta tensione che sarà nelle nostre sale giovedì 27 ottobre. A comporre il comporre il cast sono, tra gli altri: Sara Ciocca, Michela Cescon, Lidiya Liberman e Ettore Scarpa.

Il film

Il suo lavoro è occuparsi della spazzatura. La gente non pensa mai a ciò che getta via. Invece lui sa che proprio tra i rifiuti si nascondono i segreti delle persone. Ed è così che sceglie le sue vittime. «Le persone dicono bugie, ingannano. La spazzatura no, la spazzatura non mente». Ma, nella sua esistenza ordinata e solitaria, un giorno irrompe una ragazzina. Si è gettata nel lago come un rifiuto e lui l’ha salvata. Ma lui non salva le persone. Per questo all’inizio scappa via. Però poi torna indietro e la osserva di nascosto. E capisce ciò che nessuno sa capire. Che la ragazzina ha un segreto e ha urgente bisogno di aiuto. Ma aiutarla metterà a rischio la sua invisibilità. Infatti, mentre tutto questo accade, la più improbabile delle cacciatrici intuisce che là fuori c’è qualcuno che uccide le donne sole dai capelli biondi. Sa che nessuno le crederà perché, per la gente del lago, lei è solo matta. Ma non può tirarsi indietro e ha poco tempo. E, se riuscirà a fermare il mostro, potrà liberarsi dalla maledizione del passato. Ci sono tre storie che scorrono nel buio. Tre anime che stanno per incontrarsi. Dentro l’abisso.

LA CACCIATRICE DSC04357_Loris_Zambelli

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La storia di un serial killer 

Quanti serial killer ci sono attualmente in Italia? Secondo una statistica, ci potrebbero essere fra i tre e i sei serial killer attivi e non ancora individuati e che forse non lo saranno mai. E questo perché magari agiscono a intervalli di tempo troppo lunghi per collegare fra loro gli omicidi, a volte anche anni. O perché uccidono in luoghi troppo distanti fra loro. O perché scelgono le loro vittime fra le persone sole o che vivono ai margini della società. Io Sono l’Abisso è il racconto di un serial killer italiano. L’uomo che pulisce è invisibile, nessuno conosce il suo nome, nessuno sa chi è. Sceglie le sue vittime studiando la loro spazzatura. Ed è proprio dai rifiuti che ricava le informazioni utili per adescarle. Non ci rendiamo conto di quanto rivelino di noi le cose che buttiamo via.

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Protagonisti senza nome

I protagonisti del film non hanno un nome. Già nel romanzo sono indicati solo come «l’uomo che pulisce», «la cacciatrice di mosche» e «la ragazzina con il ciuffo viola». Togliere l’identità ai personaggi ci costringe a provare empatia per loro, nonostante i loro sbagli, le loro imperfezioni, la loro storia. Perfino per il mostro. E, se vittime e carnefici non hanno un nome, allora possono essere chiunque. Possiamo esserlo anche noi. Questo film è un thriller, ma è anche un dramma. Non ci sono buoni e cattivi, non ci sono innocenti. E non c’è la classica “detection”, apparentemente non c’è nulla da scoprire. Sotto la storia principale scorre un’altra storia, ed è da quell’abisso segreto che vengono i colpi di scena del finale. 

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