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SPECIALE OSCAR – Jack Nicholson, the Boss

Lontano dalle scene ormai da quattro anni, su Jack Nicholson, lo scorso settembre, si rincorsero diverse voci. Si disse che non si ricordava più le battute per colpa di una testa che non funzionava più bene. Eppure fu lo stesso attore a smentire:

“Non è vero, non sono demente, sto valutando qualche copione, non sono fuori dal cinema anche se questi film fatti di esplosioni e senza emozioni non mi piacciono più”

Ma se i suoi prossimi impegni su un set sono ancora un mistero, una cosa è certa: se parliamo di Oscar è ancora lui il Boss. Un record costruito dagli anni ’60 ai primi anni 2000 ha visto ben 12 candidature con 3 statuette portate a casa. ’70-’80-’90: un Oscar per ogni decennio.

Il primo arrivò nel 1976 con l’interpretazione toccante di Qualcuno volò sul nido del cuculo, diretto da Milos Forman (vedi foto copertina). Una prova che lo consacrò definitivamente come grandissimo attore, capace di muovere sentimenti pesanti come macigni grazie anche a quella sua faccia da matto. E in quel film lui matto non era per nulla.

Shirley MacLaine,  James Brooks,  Jack Nicholson

Con la regia di James L Brooks invece ecco gli altri due, entrambi in film carichi di sentimento: nel 1984 con Voglia di tenerezza (questa volta come attore non protagonista) e nel 1998 con Qualcosa è cambiato, dove torna a prendersi la scena principale con una prova maiuscola.

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Tre su dodici, potevano essere di più. Ma la dote ancora più speciale di Jack è che quando ha vinto lui, ha vinto l’Academy pure la sua spalla a femminile:  Louise Fletcher nel ’76, Shirley MacLaine nell’84 e Helen Hunt nel ’98. Anche questo è un altro record che ci fa capire la sua capacità di coinvolgere. Sia la sua partner di ciak, sia noi spettatori che lo stiamo aspettando più impazienti che mai.

 

 

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