Vincent Cassel

Matteo Garrone ci racconta Il Racconto dei Racconti, dal capolavoro di Basile

In contemporanea con la sua presentazione al 68° Festival di Cannes, arriva oggi al cinema Il Racconto dei Racconti, il film di Matteo Garrone liberamente tratto da Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile. Di grande impatto il cast internazionale: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Guillaume Delaunay e con la partecipazione di Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini e John C. Reilly. Sceneggiato da Garrone con Edoardo Albinati, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, il film racconta tre fiabe diverse, tre regni vicini e senza tempo, dove vivevano, nei loro castelli, re e regine, principi e principesse.

In La Regina, la Regina di Selvascura (Salma Hayek) è disperata perché non riesce ad avere un figlio, e a nulla valgono i tentativi del Re (John C. Reilly) di distrarla, invitando a corte artisti di strada e circensi. Una notte, un negromante suggerisce loro una soluzione assai rischiosa: mangiando il cuore di un drago marino, cucinato da una vergine, finalmente la Regina resterà incinta. Il Re riesce nell’impresa di uccidere il drago, ma a costo della vita: la Regina, però, può mettere in pratica quanto consigliato dal mago, e dà così alla luce il figlio tanto desiderato, Elias (Christian Lees).

Negli stessi istanti, anche un altro bambino viene al mondo: è Jonah (Jonah Lees), il figlio della sguattera che ha cucinato per la regina il cuore del drago, rimasta incinta aspirando i vapori dalla pentola. Elias e Jonah crescono, identici come gemelli, uniti da un affetto profondissimo: un legame che la regina cerca in ogni modo di spezzare, gelosa dell’amicizia che il proprio figlio nutre per quel “bastardo”.

Salma Hayek

Salma Hayek

Ne Le Due Vecchie, il Re di Roccaforte (Vincent Cassel), sempre alla ricerca di nuovi piaceri, ode una voce deliziosa provenire da una misera casetta sotto le mura del castello e, immaginando non possa appartenere che a una bellissima giovane, subito si invaghisce: invoca la fanciulla, le chiede invano di mostrarsi, le invia un regalo prezioso, convinto di ottenere presto i suoi favori.

Non sa, il Re, che in quella casa non vive una giovane donna, ma due vecchie sorelle, due lavandaie: Imma, ingenua e dalla voce virginale, e la scaltra Dora (Hayley Carmichael), che vorrebbe approfittare dell’infatuazione del sovrano. Ma in che modo?

Vincent Cassel

Vincent Cassel

Ne La Pulce, un giorno il Re di Altomonte (Toby Jones) cattura una pulce e ne fa in segreto il proprio animale domestico: ci gioca, le parla, la vede crescere a dismisura, nutrita a sangue e bistecche fino a raggiungere le dimensioni di un maiale. Alla morte dell’enorme insetto, il Re, addolorato, lo fa scuoiare. Ha un’idea: concederà la mano di sua figlia Viola (Bebe Cave), che scalpita per lasciare il castello, a chi saprà riconoscere a quale animale appartenga quella pelle.

Pensa, il sovrano, che nessuno riuscirà nell’impresa, e che in questo modo la figlia resterà per sempre al suo fianco: i pretendenti, infatti, falliscono tutti, uno dopo l’altro. Finché non si fa avanti un Orco (Guillaume Delaunay) che, con il suo fiuto infallibile, indovina che si tratta di una pelle di pulce. Terrorizzata, la giovane chiede al padre di salvarla, ma l’editto del Re non ammette deroghe: Viola sarà costretta a partire con il mostro.

Quattro

Lo Cunto de li Cunti è una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile (Napoli, 1575-1632), pubblicata postuma tra il 1634 e il 1636. L’opera, nota anche con il titolo di Pentamerone, è la più antica d’Europa nel suo genere: dal capolavoro di Basile provengono infatti fiabe famosissime come Cenerentola, Il Gatto con gli Stivali e La Bella Addormentata nel Bosco, e, in genere, il gusto del racconto fantastico, con risvolti ora comici ora sentimentali, con frequenti incursioni nell’horror, che è stato in seguito illustrato da scrittori come Charles Perrault, i fratelli Grimm e Hans Christian Andersen.

Da questa raccolta sono state scelte tre fiabe. Tre storie che hanno come protagoniste tre donne, colte in tre fasi della vita: una ragazzina sognatrice, una madre viscerale e gelosa, una vecchia ingenua. Nel film le storie sono intrecciate: a legarle, come in un passaggio di testimone, una famiglia circense che ritroviamo in tutte e tre i racconti, mentre gira col suo carrozzone di villaggio in villaggio e di castello in castello.

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Matteo Garrone ha scelto di avvicinarsi al mondo di Basile perché nelle sue fiabe ha ritrovato “quella commistione fra reale e fantastico che ha sempre caratterizzato la mia ricerca artistica”. Il regista voleva trovare qualcosa di “forte, fisico, comune e veritiero, anche nelle storia dove l’immaginazione era più accesa”.

Se nei suoi precedenti film come Gomorra e Reality, il regista partiva da fatti reali, in questo grande racconto ha intrapreso il percorso inverso: “ho preso spunto da situazioni fiabesche per poi ricondurle su un piano realistico e concreto, credibile, anche attraverso un lavoro di sottrazione, affinché lo spettatore possa in ogni momento sentirsi parte del racconto, e immedesimarsi nelle avventure vissute dai nostri personaggi”.

Cinque

Fiabe antiche ma anche contemporanee perché, come sottolinea lo stesso Garrone, riescono a “cogliere alcune ossessioni contemporanee: la smania per la giovinezza e la bellezza – che Basile descrive in modo persino iperrealista, offrendo con quattro secoli d’anticipo una satira della chirurgia estetica di oggi – l’ossessione di una madre pronta a tutto pur di avere un figlio, il conflitto tra le generazioni e la violenza che una ragazza deve affrontare per diventare adulta”.

Il film è stato girato in lingua inglese per rendere ancor più universale il messaggio di Basile, la sua capacità di raccontare a tutto il mondo. Pur ritoccando qualcosa delle fiabe originali per meglio al grande schermo, la pellicola mantiene intatto lo spirito del testo, oscillando tra il genere Fantasy e l’Horror.

Matteo Garrone

Matteo Garrone

Visivamente, alcune delle ispirazioni più forti per il film vengono dai Capricci, la serie di incisioni di Francisco Goya. Ne esce un’umanità grottesca, insieme realistica e fantastica, condita di una serie di elementi comici e macabri. Per quanto riguarda il cinema, tra i riferimenti che lo hanno ispirato, il regista ha ricordato dei maestri e dei capolavori: La Maschera del Demonio di Mario Bava, il Pinocchio di Comencini, il Casanova di Fellini e L’Armata Brancaleone di Monicelli.

“Il Racconto dei Racconti passa in rassegna tutti gli opposti della vita: l’ordinario e lo straordinario, il magico e il quotidiano, il regale e lo scurrile, il semplice e l’artefatto, il sublime e il sozzo, il terribile e il soave, brandelli di mitologia e torrenti di saggezza popolare. Le fiabe raccontano i sentimenti umani spinti all’estremo”

Matteo Garrone

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