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Mondo Za, il legame tra Cesare Zavattini e la Bassa reggiana

Martedì 15 dicembre, per la rassegna Zavattini Live. Film e autori da non perdere di vista, alle 18:30 verrà presentato in streaming sui canali ufficiali FB del Premio Zavattini e di Arci UCCA e sul canale YouTube dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) Mondo Za, il film-documentario di Gianfranco Pannone incentrato sulla figura di Cesare Zavattini nel suo rapporto con la Bassa reggiana. Sarà lo stesso regista a presentare il film – che sarà visibile gratuitamente sul canale YouTube dell’Aamod fino alla mezzanotte di giovedì 17 dicembre 2020 – insieme al produttore del film Primo Giroldini, in compagnia di Antonio Medici, direttore del Premio Zavattini, Aurora Palandrani, CdA AAMOD, Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci UCCA.


La Bassa reggiana e Cesare Zavattini. Un rapporto di reciprocità ricco e complesso, che in questo film intreccia passato e presente, creando un nuovo tempo sospeso attraverso le testimonianze di quattro uomini d’età e condizioni sociali diverse. Un film a partire dal grande Za, padre del Neorealismo italiano (chi non ricorda Ladri di biciclette? O Miracolo a Milano?), che incontra idealmente la sua gente in questo pezzo d’Emilia lambito dal fiume Po.

Lasciamo ora spazio alle note di regia di Gianfranco Pannone.

La Bassa reggiana come luogo dell’anima. Una terra piatta, dove l’orizzonte si perde. La sua gente reagisce a questa mancanza con passione e calore, unendo alla ragione una creativa, generosa “follia”. Il Po è una lunga linea che traccia un confine ed è al fiume che si rivolgono i “paesan” per placare le proprie ansie. Così faceva anche Cesare Zavattini, che era di queste parti e che a Luzzara, il paese dove è nato, tornava spesso, magari per passare le mattine al bar, a parlare con la gente del posto nel bel dialetto musicale di questa terra. La poetica dell’incanto di fronte alla realtà l’ha ereditata proprio dalla sua Bassa, terra di artisti e di matti, ma anche di accesa vis politica”.

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E oggi? Oggi le tracce di Zavattini le puoi trovare qua e là nella Bassa. In un vecchio e solitario pittore naif che sembra uscito da un racconto dello stesso scrittore luzzarese, come in un ragazzo africano emigrato con la famiglia da queste parti, che in inglese (ma senza tralasciare il dialetto locale) rappa versi e pensieri del grande Za. E sullo sfondo vaga il fantasma di Ligabue, il pittore svizzero che finì da queste parti e che, vivendo come un clochard nella boscaglia fuori il paese di Gualtieri, con la sua arte trasformò la Bassa in un’Africa lussureggiante. Cose così accadono in questa terra di confine, fuori piatta e monotona, dentro inquieta è mai doma. E Zavattini sorveglia su tutto e su tutti, come un padre bambino sempre vicino agli umili”.

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