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Noi Due, paternità e autismo on the road nel film di Nir Bergman

Selezionato al Festival di Cannes 2020, giovedì 5 maggio arriva al cinema Noi Due, il film diretto da Nir Bergman che affronta il tema della paternità e dell’autismo con la tenerezza leggera di una commedia on the road e l’intensità poetica di un dramma familiare, mettendo in campo un cast luminoso – con i due straordinari protagonisti, Shai Avivi e Noam Imber – e alternando, senza strappi, commozione e sorrisi. Una riflessione a tutto campo sull’amore, sulla libertà e sulle insicurezze che abitano dentro ognuno di noi.

Il film

Tel Aviv. Oggi. Aharon (Shai Avivi), ex disegnatore di talento ed ex marito di Tamara, ha rinunciato alla carriera e ai legami per dedicarsi totalmente al figlio Uri (Noam Imber). Fragile e speciale. È una dimensione parallela ed esclusiva, quella dentro cui camminano assieme, fatta di complicità e di abitudini incrollabili, di giornate rassicuranti e sempre uguali. Uri, per Ahron, è ancora un bambino, un bambino che ama la pasta a forma di stella, i pesci del suo acquario, Charlie Chaplin e Gloria di Umberto Tozzi, ma Tamara sa che il tempo ha bussato alla porta: Uri, piccolo adulto, ha bisogno di aprirsi lentamente al mondo. Agli altri. Alla condivisione di nuovi riti e di nuovi spazi. Una prospettiva, la “nuova casa”, che spezza il cuore del padre e terrorizza il figlio. Accettare il trasferimento in un centro specializzato o tentare di fuggire, maldestramente, negli Stati Uniti?

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Nir Bergman racconta…

“I paraocchi sono necessari ai cavalli per impedire che guardino di lato e si spaventino, perdendo l’orientamento. È così che ho percepito Aharon: mezzo cieco lungo il cammino, costantemente portato a minimizzare i propri bisogni per soddisfare quelli del figlio autistico. Per assisterlo e proteggerlo. Deve essere impossibile vedere un’altra strada, un percorso diverso, al di là di questi paraocchi. E i paraocchi, non dimentichiamolo, fanno anche in modo che Aharon non si guardi dentro e non faccia i conti con i fallimenti della propria vita…. Ero curioso di scoprire se la realtà, quella che padre e figlio devono affrontare durante il viaggio, potesse rivelare ad Aharon una nuova verità. Mi sono chiesto: si renderà conto che lui stesso si sta nascondendo dietro al figlio, perché non è solo il figlio che sta cercando di proteggere? Se metto i paraocchi, come Aharon, anch’io vedo solo Uri davanti a me: non lo facciamo forse tutti, quando diventiamo genitori?”.

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“Mentre i nostri figli crescono e diventano indipendenti, però, i bambini autistici continuano ad essere vulnerabili ed esposti. È così difficile ammettere che anche loro crescono e diventano grandi… Noi Due non è un film sull’autismo. E non è nemmeno un film sul padre di un bambino autistico, o sulle sfide di un uomo con un bambino con bisogni speciali in famiglia. È un film su un padre e un figlio. Sull’inevitabile separazione tra genitori e figli“.

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