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Psicomagia, l’arte di Alejandro Jodorowsky per guarire

Alejandro Jodorowsky a 90 anni continua a far parlare di sé e delle sue opere. Artista poliedrico, allievo di Marcel Marceau, regista sempre destabilizzante, intellettuale e grande conoscitore di tarocchi, Jodorowsky ha attraversato la scena artistica del ‘900 seguendo una traiettoria personalissima e coerente. Martedì 8 ottobre arriverà nelle sale il suo ultimo documentario, intitolato Psicomagia – Un’Arte Per Guarire.

Psicomagia – Un’Arte Per Guarire

Psicomagia è il film più completo sul lavoro terapeutico di Alejandro Jodorowsky. Attraverso testimonianze reali ci spiega cos’è la psicomagia, quali sono i suoi principi e come viene praticata. Ci mostra alcune persone durante il loro processo di guarigione, dalla realizzazione del loro “atto psicomagico” fino alla dimostrazione dei relativi effetti.

Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla nostra società, dalla nostra famiglia e dalla nostra cultura, tutti fattori che ci impediscono di trovare il nostro vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da queste catene. Gli atti psicomagici hanno un forte impatto sull’inconscio. Perciò, sono spesso impressionanti e altamente cinematografici. Il film va oltre la finzione, filmando la realtà, ma una realtà accresciuta, magica e curativa. In definitiva, Psicomagia – Un’Arte Per Guarire è il film manifesto di un grande maestro

Psicomagia – Un’Arte Per Guarire

Psicomagia – Un’Arte Per Guarire

La rassegna al Cinemino

Dall’8 ottobre fino al 13 ottobre, il Cinemino di Milano propone una rassegna dedicata ai suoi film partendo – martedì 8 ottobre (spettacoli ore 19.50 e 21.40) – proprio dall’inedito Psicomagia – Un’Arte Che Guarisce. Per l’occasione – tra il pubblico del film – verrà estratto un fortunato a cui sarà offerta la lettura dei tarocchi di Rebecca Saba, appassionata di tarologia e allieva di Marianne Costa.

Gli altri film in programma

Poesia Senza Fine (2016) – Un’opera che attinge a piene mani dalla biografia dell’artista raccontando il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Siamo nel Cile degli anni ’50, il giovane Jodorowsky, rompe definitivamente con la sua famiglia per andare a vivere in una comune di artisti: il primo atto della sua rivoluzione culturale.

La Montagna Sacra (1973) E’ il film che i cultori di Jodorowsky considerando il più rappresentativo dell’immaginifico onirico e simbolico dell’intellettuale cileno. Nove uomini cercano l’immortalità cercando di scalare una mitologica montagna sacra. Il lungo viaggio li porta al cospetto dell’alchimista (impersonato dallo stesso Jodorowsky) che, non solo non sarà in grado di svelare i segreti dell’immortalità ma riuscirà anche a prendersi gioco dello spettatore.

"El Topo"

“El Topo”

El Topo (1971) – “Topo” in spagnolo significa talpa, quell’animale che vive nel buio e quando esce alla luce i suoi occhi non possono vedere. Questa la metafora sottesa a tutto il film di Jodorowsky, che in questo caso è regista, sceneggiatore, attore e tutto quanto necessario per realizzare questo western sui generis. Un’opera ricca di potenzialità e molto amata dagli estimatori tra i quali spicca John Lennon.

La Cravatta (1957) e Il Paese Incantato (1968) – Corto d’esordio, girato in 16 mm e a lungo creduto disperso,” La cravatta” è un racconto tratto da una novella di Thomas Mann e realizzato mettendo in scena tutta la fantasia di un ragazzo. “Il paese incantato” è, invece il primo lungometraggio con cui Jodorowsky sconvolse pubblico e critica.

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