copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

Quando Hitler Rubò Il Coniglio Rosa, la fuga di Judith Kerr verso la libertà

copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

Tratto dall’omonimo best seller di Judith Kerr, giovedì 28 aprile arriverà al cinema Quando Hitler Rubò Il Coniglio Rosa, il film diretto da Caroline Link che racconta una toccante storia familiare sulla separazione e sulla fiducia.

Il film

La storia vera di una famiglia nella Berlino del 1933. Hitler è salito al potere. Anna (Riva Krymalowski) ha solo nove anni. Per sfuggire ai nazisti, suo padre scappa a Zurigo e tutta la famiglia lo segue poco dopo. Comincia la loro fuga attraverso l’Europa alla ricerca di un luogo sicuro dove stabilirsi. Anna è costretta a lasciare tutto, compreso il suo amato coniglio rosa di peluche, e, insieme alla sua famiglia, dovrà affrontare una nuova vita piena di sfide e difficoltà, ma non senza speranza e perfino sorrisi.

Il romanzo

Il romanzo presenta i ricordi d’infanzia di Judith Kerr della fuga della sua famiglia ebrea da Berlino nel 1933. Ha cambiato il cognome nel libro da Kerr a Kemper, ma i membri della sua famiglia sono rimasti gli stessi: suo fratello Michael è diventato Max, il padre era davvero il famoso critico teatrale Alfred Kerr, nel libro Arthur Kemper, e sua madre Julia è stata chiamata Dorothea. Nel 1971, Judith Kerr ha scritto, dalla prospettiva dell’alter ego della sua infanzia, la bambina di nove anni Anna Kemper, della fuga dal suo paese, della ricerca di una nuova casa in Svizzera, a Parigi e infine a Londra. Scritto in inglese e tradotto in tedesco da Annemarie Böll il romanzo Quando Hitler Rubò Il Coniglio Rosa, ha vinto il German Children’s Literature Award nel 1974.

copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

La lezione di Judith Kerr

La memoria di Judith Kerr – deceduta il 22 maggio 2019 all’età di 95 anni – continuerà a vivere nella nuova versione cinematografica del suo romanzo classico, arrivando a nuove generazioni di bambini con la storia di Anna, e ricordando agli adulti, che hanno letto il libro quando erano a scuola, come la solidarietà e l’ottimismo hanno permesso ad Anna e alla sua famiglia di sopravvivere ai tempi della barbarie. “Questo è un film eccezionale – spiega il produttore Jochen Laube – che conduce il pubblico in un viaggio molto commovente con immagini potenti, scene emozionanti e anche divertenti“. Il produttore crede che il pubblico del film sia molto più ampio di quello del romanzo: “I bambini vedranno l’avventura che Anna e la sua famiglia vivono in altri paesi. Contemporaneamente, gli spettatori adulti apprezzeranno i rapporti interpersonali che sono molto più commoventi delle grandi parate naziste che si vedono in altri film su questo periodo“.

Contro ogni forma di estremismi

Jochen Laube crede che i cineasti tedeschi abbiano la responsabilità di reagire al crescente estremismo di destra nella società: “Analizzare i pregiudizi, oltre a proteggere i diritti dei bambini e delle minoranze, continuano ad essere temi importanti, che dobbiamo far comprendere ai nostri bambini il più presto possibile. Con il nostro film, speriamo di sensibilizzare il pubblico su come ci si sente quando si è costretti a lasciare la propria casa e i propri amici“.

copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

copyright__Frederic_Batier_Sommerhaus_Warner

Caroline Link racconta…

“Quando ho letto per la prima volta il romanzo di Judith Kerr a scuola, più di 35 anni fa, sono rimasta sorpresa dalla sua leggerezza. È una storia sulla separazione, sulla fuga dalla Germania nazista e tuttavia il tono è ottimista, quasi spensierato. Come per Nowhere in Africa mi incuriosiva il fatto che la storia riguardasse il Terzo Reich ma non si svolgesse in Germania. Judith Kerr mi ha raccontato che ricordava gli anni trascorsi in Svizzera e a Parigi come esperienze positive, piene di avventura. Il film racconta cosa significa essere profughi, ma, nonostante l’oscurità che avvolge i protagonisti, è anche un film sulla fiducia, la curiosità, l’ottimismo e mostra l’immenso potere che la famiglia può dare. ‘Tutto è possibile finché restiamo insieme’, questo era il motto di Judith Kerr ed è anche il tema che ha ispirato il film”.

Leave a Comment