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San Andreas, quando il mondo decide di crollare

Costato 100 milioni di dollari, oggi negli USA arriva al cinema San Andreas, il disaster-movie di Brad Peyton uscito ieri nelle sale italiane e con protagonista Dwayne Johnson (che in locandina non è più indicato come The Rock). Fanno parte del cast anche Carla Gugino, Alexandra Daddario, Archie Panjabi, Hugo Johnstone-Burt, Art Parkinson e Paul Giamatti.

San Andreas racconta il terremoto di magnitudo 9, il maggiore mai successo nella storia conosciuta. Uno sciame sismico lungo una faglia mai rilevata in precedenza, nei pressi della diga di Hoover del Nevada, attraversa il confine per attivare la famosa Faglia di Sant’Andrea in California, che deflagra in una enorme scossa scuotendo Los Angeles fino alle sue fondamenta. Ma non si ferma lì.

L’onda d’urto viaggia lungo tutta la sua linea, innescando un effetto a catena di caos e distruzione fino ad arrivare a San Francisco. Dwayne Johnson interpreta Ray, il personaggio intorno al quale ruota tutta la storia, pilota di elicottero della squadra di soccorso dei pompieri di Los Angeles, il quale si imbarca in una missione altamente personale quando il disastro ha inizio, ripromettendosi di portare in salvo la sua ex moglie (Carla Gugino) e la loro figlia (Alexandra Daddario) nel bel mezzo dell’escalation di eventi disastrosi.

Dwayne Johnson e Carla Gugino

Dwayne Johnson e Carla Gugino

All’inizio del film vediamo come la terra sia cambiata nel corso di milioni di anni. Enormi lastre di roccia si spostano scivolando, scontrandosi per formare catene montuose come l’Himalaya oppure causando delle enormi crepe che formano gli oceani o i canyon. Queste gigantesche lastre di roccia sono chiamate Placche Tettoniche, che come pezzi di un puzzle compongono la superficie della Terra, tranne per il fatto che a differenza di un puzzle, si muovono spostandosi e lo stanno facendo anche ora.

Alcune placche si allontanano tra di loro e vengono definite margini divergenti. Altre placche si avvicinano e collidono e vengono definite margini convergenti o di subduzione. E in alcuni punti, le placche scorrono l’una contro l’altra, allo stesso modo con cui ci sfreghiamo le mani per provare calore. Questo fenomeno viene definito margine trasformativo. In questo caso la pressione cresce a causa dello sfregamento delle placche fino a quando un giorno non tornano a liberarsi rilasciano una forte pressione che noi  identifichiamo come un terremoto. È di questo fenomeno che parla San Andreas, un vero e proprio blockbuster estivo.

Alexandra Daddario

Alexandra Daddario

Ricchissimo di effetti speciali, ancor più apprezzabili in 3D, il film di Peyton intende spaventare il pubblico con le terribili sequenze catastrofiche ma allo stesso tempo emozionarlo con le vicende umane dei protagonisti. La storia della middle-class family protagonista accompagna le immagini mozzafiato della terra che ondeggia, distruggendo tutto ciò che la civiltà ha costruito. Del resto, come recita il protagonista “non possiamo fare niente per fermarlo”.

Con la mente che corre ancora al recente terremoto in Nepal, San Andreas dimostra l’incontenibile forza della Natura contro la quale l’Uomo viene spazzato via. La verosimiglianza delle immagini, così vicine alla realtà, ci scuotono perché ci ricordano la nostra piccolezza nei confronti del Tutto.

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Il film diventa metafora di questi tempi precari e difficili, in cui i punti di riferimento, come grattacieli, si sgretolano lasciando solo polvere. Il mondo crolla, distruggendo tutto ciò che abbiamo creato. Sopravvive chi riesce a stare in equilibrio in questo caos. Ma serve uno smisurato coraggio per affrontare e vincere le gigantesche onde che tutto sembrano sommergere.

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