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Sharon e Rosario, stelle invisibili ne Il Cratere di Luzi-Bellino

Presentato in Concorso alla 32. Settimana Internazionale della Critica durante la 74. Mostra del Cinema di Venezia, esce il prossimo 12 aprile al cinema Il Cratere, la pellicola diretta da Silvia Luzi e Luca Bellino che segna il debutto sul grande schermo di Rosario e Sharon Caroccia.  Dal prossimo 6 dicembre sarà disponibile nei migliori negozi, negli store online e su www.cgentertainment.it.

Il Cratere è terra di vinti, spazio indistinto, rumore costante. Rosario è un ambulante, un gitano delle feste di piazza che regala peluche a chi pesca un numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla propria sorte ha il corpo acerbo e l’indolenza di sua figlia tredicenne. Sharon (foto copertina) è bella e sa cantare, e in questo focolaio di espedienti e vita infame è lei l’arma per provare a sopravvivere. Ma il successo si fa ossessione, il talento condanna.

Sharon Caroccia ne "Il Cratere"

Sharon Caroccia ne “Il Cratere” (foto di Giorgio Amendola)

Crater è il nome di una costellazione debole e incerta, invisibile perché estremamente luminosa. Crater sfavilla e non si vede, è percepibile a fatica e per una sola stagione, di notte, in primavera e solo dal sud del mondo” raccontano i due registi. Quest’ultimi descrivono così i due protagonisti: “Rosario calpestare il suo cielo come un soldato il campo di battaglia, e imbracciare Sharon come arma solitaria e finale: abbiamo scelto di stare con loro e lottare attaccati alle loro vite, alla guerra dichiarata per costrizione e conservazione, nobile nelle intenzioni e beffata nell’effetto“. Bellino e Luzi volevano “rendere l’asfissia, la claustrofobia di un confine sigillato, l’oppressione di una mente che rimbalza su se stessa“. I registi hanno raccontato “la brama di rivalsa che è archetipo senza tempo né luogo“. 

Rosario Caroccia (foto di Giorgio Amendola)

Rosario Caroccia (foto di Giorgio Amendola)

Con Sharon e Rosariola finzione si è amalgamata alla realtà, creando un dispositivo di parole inedite e gesti nuovi. Quel luogo che noi chiamiamo cratere è diventato famiglia, costellazione invisibile, confine indistinto, personaggio tra tanti. È lo spazio che alimenta le storie con la sua presenza incombente e il suo malessere tangibile e materico, dove la musica è insieme espediente narrativo e muscolo cardiaco del sogno collettivo. Melodia dialettale per libera scelta, e lotta sociale per vizio di alternativa“. I due protagonisti sono diventati “sorgente di una favola sbilenca incline al cruccio e all’attesa, alla speranza che non è né ansia né prospettiva, piuttosto una sospensione fatta di scelte imperfette, di sogni e espiazione“.

“Sharon e Rosario sono stelle che sfavillano, ma nessuno le vede”.

Silvia Luzi – Luca Bellino


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