4. STEVE with tank top - Copia

Soffocante e sorprendente: il Mommy del giovane prodigio Xavier Dolan

Vincitore del Premio della Giuria al Festival Di Cannes – ex aequo con Adieu au Langage di Jean-Luc Godard, è stato Mommy, in uscita domani giovedì 4 Dicembre. Un film che vede la regia del giovane Xavier Dolan e le importanti interpretazioni di Anne Dorval, Antoine Oliver Pilon e Suzanne Clément.

Un’esuberante giovane vedova, madre di un ragazzo, si vede costretta a prendere in custodia a tempo pieno suo figlio, un turbolento quindicenne affetto dalla sindrome da deficit di attenzione. Mentre i due cercano di far quadrare i conti, scontrandosi e discutendo, Kyla, l’originale, nuova ragazza del quartiere, offre loro il suo aiuto. Assieme, troveranno un nuovo equilibrio, e tornerà la speranza.

L’enfant prodige Dolan (25 anni dal Canada, già 5 film diretti…) ha girato una straordinaria storia di amore e conflitto tra una madre e un figlio problematico, affetto dalla sindrome di disordine dell’attenzione epidemica (ADHD). La madre lotta per difendere quella forza della natura incontenibile che è suo figlio e vive una situazione claustrofobica, ben sottolineata a livello visivo dal formato ridotto dello schermo (anche qui, un gioco per lo spettatore).

Anne Dorval

Anne Dorval

Sin dai suoi primi film, Xavier Dolan ha parlato dell’amore, come sottolinea lui stesso: “ho parlato dell’adolescenza, dei rapimenti e della transessualità. Ho parlato di Jackson Pollock e degli anni ‘90, di alienazione e omofobia. Dei college e deltermine spiccatamente Franco-canadese, “speciale”, della cristallizzazione di Stendhal e della Sindrome di Stoccolma. Ho usato un linguaggio sciocco e anche triviale. Ho parlato in inglese, di tanto in tanto, e troppe volte ho anche detto delle vere e proprie scemenze”.

Antoine Olivier Pilon è Steve

Antoine Olivier Pilon

Un rischio che Dolan a deciso di correre: “ho deciso di rimanere nel campo delle cose che conosco, o di ciò che è nelle mie corde, per così dire. Delle tematiche che ritenevo di conoscere a fondo, o per lo meno a sufficienza, perché fanno parte di me o del quartiere nel quale sono cresciuto. O perché sapevo quanto vasta fosse la mia paura degli altri, e quanto lo sia ancora. Perché conoscevo le bugie che raccontiamo a noi stessi quando viviamo in segreto, o l’inutile amore che caparbiamente offriamo ai ladri del tempo. Sono queste le cose alle quali mi sento sufficientemente vicino per poterne parlare”.

Xavier Dolan sul set del film (foto di Shayne Laverdiere)

Xavier Dolan sul set del film (foto di Shayne Laverdiere)

Ma se c’è un tema – continua il regista – anche solo uno che conosco meglio di qualsiasi altro, uno che m’ispira incondizionatamente, e che amo sopra a tutti gli altri, è certamente mia madre. E quando dico mia madre, intendo LA madre in senso lato, la figura che rappresenta. Perché è su di lei che torno sempre. E’ lei che voglio vedere vincere la battaglia, è per lei che voglio inventare problemi che lei possa avere il merito di risolvere, è attraverso di lei che mi pongo delle domande, è lei che voglio sentire gridare quando non ci siamo detti una sola parola. E’ lei che voglio abbia ragione quando avevamo torto, è sempre lei, che ha l’ultima parola su tutto”.

“Ai tempi di J’ai Tué ma Mère, sentivo di voler punire mia madre. Da allora sono passati solo cinque anni, e credo che per mezzo di Mommy, stia cercando di farla vendicare. Non fatemi dire altro”

Xavier Dolan

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