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Stefano Consiglio abbraccia il melodramma con L’Amore Non Perdona

Co prodotto da Italia e Francia, sarà al cinema da giovedì 9 aprile L’Amore Non Perdona, il film diretto da Stefano Consiglio, già autore del documentario L’Amore e Basta, che vede come protagonista Ariane Ascaride affiancata da Helmi Dridi e con la partecipazione di Francesca Inaudi. Scritto da Consiglio e da Mimmo Rafele, il film si avvale della musica di Nicola Piovani.


Adriana (Ariane Ascaride) è una donna di quasi sessant’anni: francese di nascita, vive da molto tempo in Italia, ha una figlia (Francesca Inaudi), un nipote e un lavoro da infermiera nell’ospedale della sua città. Un giorno, in corsia, conosce Mohamed (Helmi Dridi), un giovane arabo di trent’anni: tra i due nasce una storia destinata a dare scandalo. Riusciranno Adriana e Mohamed, così profondamente soli prima di incontrarsi, a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato del mondo che li circonda?

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Amori difficili, amori contrastati, amori impossibili: di questo si è nutrito classicamente il “melodramma” al cinema. Un genere che Stefano Consiglio ritiene “intramontabile, oggi un po’ meno frequentato perché i tabù o le convenzioni (morali, sociali, economiche) che rendono una storia d’amore, per l’appunto, difficile, contrastata o impossibile, per fortuna sono diminuiti… ma tutt’altro che scomparsi”.

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Con questo film, che racconta la storia d’amore tra una donna di sessant’anni e un uomo molto più giovane di lei, per giunta di etnia e religione diversa, Consiglio ha voluto mettersi nella scia della tradizione di questo genere cinematografico. Riusciranno Adriana e Mohamed a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato a cui viene sottoposto? È questa, secondo il regista, “l’essenza di ogni “melodramma”, la suspense che lo anima”.

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Un film che “è una storia d’amore, dunque, ma intessuto di tutta una serie di tematiche del presente dove si riflettono tante contraddizioni del mondo di oggi, da un lato inesorabilmente proiettato nel futuro, ma dall’altro impaurito dall’ignoto che ci riserva” conclude Stefano Consiglio.

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