Una Voce Fuori Dal Coro (1)

Una Voce Fuori Dal Coro, il “Billy Elliot” della musica diretto da Yohan Manca

Presentato con successo a Un Certain Regard a Cannes74 e poi al Festival di Giffoni, dove ha vinto il Gryphon Award come Miglior Film in Generator +13, dal 24 novembre arriva al cinema Una Voce Fuori Dal Coro, il primo lungometraggio di Yohan Manca con protagonista il giovane Maël Rouin-Berrandou.

Il film

Nour (Maël Rouin-Berrandou) ha quattordici anni ed è l’ultimo di quattro fratelli, tutti alle prese con le sfide della giovinezza e della vita. I quattro sono abituati a fare famiglia tra loro da quando hanno perso il padre. I fratelli più grandi si arrangiano tra vari lavoretti e con l’inizio dell’estate anche Nour viene coinvolto per contribuire all’economia familiare e alla cura della madre malata. Ma un giorno incontra Sarah (Judith Chemla), un’insegnante di canto che lo coinvolge nel suo corso. Per Nour è l’occasione di scoprire una passione innata che gli viene dai genitori e per aprirsi a un mondo diverso da quello in cui è cresciuto.

Yohan Manca racconta…

“Il film è liberamente adattato da un’opera teatrale di Hédi Tillette de Clermont-Tonnerre, che ho portato in scena e recitato quando avevo 17 anni. È composto da quattro monologhi, recitati da quattro fratelli e racconta l’incontro del più giovane con l’arte, contro ogni previsione. E questa esperienza mi è molto familiare perché è ciò che io stesso ho vissuto. Ho messo molti ricordi personali in questo film, della mia giovinezza, della mia infanzia”.

Una Voce Fuori Dal Coro (2)

“Mi sono infatuato di un’aria de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti intitolata “Una furtiva lacrima”. Quando ho deciso quale fosse la vocazione di Nour, ho pensato subito all’opera, mi è sembrata una scelta naturale. Come quella della danza in “Billy Elliot”. Ho pensato fosse una bella idea quella di combinare l’arte, campo spesso considerato elitario, con un contesto popolare, e ho capito di essere sulla strada giusta quando un produttore ha reagito al progetto dicendo: “L’opera non c’entra niente con i quartieri popolari!” Ma questo, semplicemente, non è vero…”.

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