Brian De Palma

VENEZIA 72 – Baumbach e Paltrow fanno il regalo a Brian De Palma. Il documentario di Zhao Liang chiude la gara in modo dantesco

Oggi è il 75° compleanno di Brian De Palma, uno dei più grandi registi del cinema americano, considerato uno dei fondatori della New Hollywood. Tra inquadrature d’impatto e pellicole ad alta tensione, De Palma è tra i pochi registi ad aver lasciato un segno indelebile in diversi generi cinematografici: horror, thriller, giallo, gangster movie e fantascienza. Da Carrie – Lo Sguardo di Satana a Blow Out, da Scarface a Gli Intoccabili, da Mission: Impossible all’ultimo Passion: tutti grandi film che restano nella storia.

Noah Baumbach e Jake Paltrow con Brian De Palma

Noah Baumbach e Jake Paltrow con Brian De Palma

Per festeggiarlo, Noah Baumbach e Jake Paltrow hanno presentato Fuori Concorso alla Mostra di Venezia il documentario De Palma, in cui il regista si racconta parlando dei suoi film e della sua vita. Un film che i due autori – suoi collaboratori – hanno deciso di realizzare dopo aver trascorso con il regista più di dieci anni. Si tratta di una conversazione intima che spiega il dietro le quinte del processo creativo da cui nasce ogni film. “Il talento che ha di narrare le proprie esperienze, di creare cinema e di giostrarsi nel paesaggio mutevole dell’industria cinematografica per più di 60 anni è qualcosa di troppo prezioso per non con servarlo” hanno spiegato i due registi.

Beixi Moshuo (Behemoth) è invece il documentario di Zhao Liang che chiude il Concorso della Mostra e che osserva la vita di tutti i giorni di una comunità mongola. Ne esce uno spaccato della società contemporanea e dello sviluppo economico cinese e, al tempo stesso, una tragedia dell’assurdo e un monito all’imprudenza umana.

"Behemoth"

“Behemoth”

Sotto il sole, la celestiale bellezza delle distese erbose sarà presto consumata dalla polvere delle miniere. Tra le ceneri e il frastuono causati dalle pesanti attività minerarie, i pascoli si riducono e ai pastori non resta che partire. Al chiaro di luna le miniere di ferro sono illuminate a giorno. I lavoratori che azionano le trivelle devono rimanere svegli. È una dura lotta, contro le macchine e contro se stessi. Nel frattempo, i minatori sono occupati a riempire di carbone i camion.

Con indosso una maschera di polvere, diventano creature simili a fantasmi. Un’infinita coda di autocarri trasporterà i minerali di ferro e di carbone alla fonderia, dove è intrappolata un’altra folla di anime che brucia all’inferno. All’ospedale, il tempo si accumula, sospeso nelle mani dei minatori. Dopo decenni passati a respirare la polvere di carbone, la morte è dietro l’angolo, e loro vivono un’esistenza da purgatorio. Ma alla fine non ci sarà nessun paradiso.

Un cameralook nel documentario di Liang

Un cameralook nel documentario di Liang

Se nella Divina Commedia, Dante attraversa in sogno l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, in Behemoth il nostro Dante-Zhao Liang descrive un’enorme catena industriale, in cui i colori rosso, grigio e blu rappresentano rispettivamente i tre regni danteschi: “attraverso lo sguardo contemplativo del film, analizzo le condizioni di vita dei lavoratori e l’insensato sviluppo urbano. È la mia meditazione critica sulla civiltà moderna, in cui si accumula ricchezza mentre l’uomo perisce” ha spiegato il regista.

“Il comportamento umano si contraddistingue per follia e assurdità. Non siamo mai riusciti a liberarci dall’avidità e dall’arroganza, così il viaggio a spirale della civiltà si viene a riempire di deviazioni e regressioni. Sembra di essere posseduti da una forza mostruosa e invincibile, invece siamo noi a creare questa bestia invisibile. È la nostra volontà: siamo al tempo stesso vittime e carnefici”

Zhao Liang

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