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Venezia tra Covid e cinema, Andrea Segre protagonista alla 78esima Mostra

Sarà la macchina da presa di Andrea Segre la grande protagonista della pre-apertura della 78. Mostra del Cinema di Venezia 2021. Martedì 31 agosto verrà infatti presentato come Proiezione Speciale il suo documentario Biennale di Venezia: il Cinema al Tempo del Covid, una speciale dedica e riflessione su quell’esperienza storica che è stata la Mostra del 2020, svoltasi in piena pandemia, su cosa abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo come spettatori, come cittadini.

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La Biennale di Venezia: il Cinema al Tempo del Covid

Il documentario di Andrea Segre è un diario filmato che racconta per immagini originali e magnifici filmati d’archivio del “dietro le quinte” dell’edizione 2020 della Mostra del Cinema di Venezia, svoltasi con le limitazioni imposte dai protocolli di sicurezza dovuti alla pandemia da Covid-19. La ‘prima’ per una manifestazione internazionale di Cinema a confronto con un evento e in condizioni straordinarie. Un successo coronato dalla semplice normalità di portare a termine un appuntamento, delle proiezioni, dei premi, e soprattutto l’ingresso del pubblico dentro una sala cinematografica.

Una straordinaria normalità che Andrea Segre racconta riprendendo quanto e chi sta dietro la macchina grandiosa e articolata di un festival: gli operatori (dalle ‘maschere’agli addetti alle pulizie e alle sanificazioni – una funzione delicata come non mai – ai fotografi), un gruppo di giovani giornalisti e critici, gli spettatori abituali della Mostra. Il tutto accompagnato dall’altro speciale racconto, quello dei dietro le quinte della storia del Festival, con strepitosi repertori filmici provenienti dall’Archivio storico delle Arti Contemporanee – ASAC della Biennale di Venezia, e dall’Archivio storico Luce. Immagini da cui si percepisce una ritualità – del pubblico, dei luoghi, delle abitudini festivaliere – che ha reso Venezia un luogo mitologico, una capitale dell’immaginario cinematografico e una repubblica degli spettatori, e che nel 2020 per la prima volta ha dovuto cambiare, ridefinendosi tra distanziamenti e controlli, ma riuscendo a resistere.

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Welcome Venice

Mercoledì 1 settembre sarà sempre Andrea Segre ad aprire anche la sezione Notti Veneziane – all’interno della rassegna Giornate Degli Autori – con la presentazione di Welcome Venice, il suo nuovo film ambientato in laguna interpretato, tra gli altri, da Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Ottavia Piccolo e Roberto Citran.

Welcome Venice, che sarà nelle nostre sale dal 9 settembre, ci racconta la storia di Pietro e Alvise sono i due eredi di una famiglia di pescatori della Giudecca, l’isola più popolare di Venezia. Si scontrano nel cuore della trasformazione inarrestabile che sta cambiando la vita e l’identità di Venezia e della sua gente: l’impatto sempre più profondo del turismo globale ha modificato il rapporto stesso tra città e cittadini, tra casa e vita e la pandemia ha reso ancora più evidente questa crisi. Pietro nonostante fatiche e solitudini, vorrebbe continuare a pescare moeche, i granchi tipici della laguna; Alvise vede invece nella loro casa di Giudecca lo strumento ideale per ripartire tentando di entrare nell’élite del potere immobiliare che governa la città. Il loro scontro coinvolge tutta la famiglia in un racconto corale di come sta cambiando il nostro mondo.

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Andrea Segre racconta…

A dieci anni esatti da Io sono Li torno con un film di laguna alle Giornate degli Autori e il caso ha voluto che sia proprio questo mio film a inaugurare Sala Laguna, la nuova sala delle Giornate, dedicata a Valentina Pedicini, compagna di viaggio nel cinema indipendente e documentario. Un cinema dove i luoghi e i loro abitanti hanno un ruolo fondamentale per costruire insieme poetiche e significati. Un cinema aperto e plurale, sempre alla ricerca di sfide e dialoghi. Come è stato il progetto da cui è nato Welcome Venice, immerso nelle calli e nelle acque di una Venezia che si sente scomparire, che non sa dove andare, ma trova ancora la forza di esistere e di parlare, a sé e al mondo. Una Venezia che rischia di essere consumata dalla sua stessa bellezza e fama, una città simbolo di urgenze e cambiamenti globali che coinvolgono tutti noi, una città che ha bisogno di vite, di cittadini, di spazi, come quello di una sala cinematografica rinnovata e restituita alla città stessa. In un’epoca difficile come questa di pandemie e chiusure, sono felice che questo mio nuovo film di laguna possa aiutare a celebrare una nuova apertura, una nuova strada di dialogo tra il cinema e la città, tra il cinema e il mondo“.

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