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ANTEPRIMA – Maccio Capatonda ha fatto subito centro con Italiano Medio, film divertente e serissimo

Come prima cosa vi diciamo subito che l’esperimento è perfettamente riuscito. E non era per niente scontato. Stiamo parlando dell’esordio cinematografico di Maccio Capatonda (nome d’arte di Marcello Macchia) che, nella tripla veste di autore-regista-attore, da domani sarà nelle sale con il suo Italiano Medio. Un film che riesce a divertire e a far riflettere, mettendo in mostra pregi e difetti (soprattutto difetti) della nostra povera Italia.


Giulio Verme (Maccio Capatonda – Marcello Macchia) è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca (Lavinia Longhi), la compagna di una vita. L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.

Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo (Herbert Ballerina – Luigi Luciano), un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente. Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio. Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita.

Maccio Capatonda

Maccio Capatonda

Con estro e intelligenza, Maccio Capatonda è riuscito a convertire anche sul grande schermo tutto quello che già ci aveva mostrato sul web e in tv (dai primi trailer di Mai Dire alla recente serie Mario). Ha fotografato l’Italia con lucidità e senza paura. Con molto più coraggio di quello che si possa pensare. I temi toccati sono tantissimi: da quello ecologico a quello politico, dalla crisi del lavoro (senza un tablet e una password come si fa a cercarlo?) al culto dei vip e della società dell’immagine, campata per aria, superficiale. Una società che fotte, con la voglia di fottere.

Così, seppur volutamente surreale in molti aspetti, la pellicola non solo è divertente, ma ha anche il pregio di far riflettere lo spettatore sul preoccupante caos (o vuoto) che stiamo vivendo. Quanto più è divertente una battuta, quanto più essa rispecchia la realtà. Per questo Italiano Medio è un film spassoso e serissimo allo stesso tempo. Una risata consapevole scoppia più forte quando è intelligente.

Herbert Ballerina

Herbert Ballerina

Nel suo film Capatonda utilizza tutti i suoi marchi di fabbrica: dai nomi assurdi ai giochi di parole, ai non-sense. Alcuni si erano già sentiti e visti (lo stesso Italiano Medio era uno dei suoi trailer sul web), moltissimi sono inediti. Ogni millimetro inquadrato è curato nel dettaglio. Meticoloso, Maccio ha studiato tutto alla perfezione: non gli sfugge niente. Un atteggiamento registico e autoriale che ricorda quello Stanley Kubrick che nel film viene citato in almeno due occasioni con riferimenti ad Arancia Meccanica e Shining.

Senza dubbio superiore a tante altre commedie italiane, Italiano Medio è anche la dimostrazione che le idee vengono prima di tutto. Maccio Capatonda non ha ripresentato “in serie” i suoi pezzi forti per avere una facile e scontata approvazione. Ha saputo rimescolarli e inserirli perfettamente in una trama per niente scontata, con un intreccio che rende il film interessante fino alla fine. Rispetto a tanti suoi colleghi che in tv avevano fatto il boom e che poi al cinema hanno deluso (come I Soliti Idioti), o sono venuti fuori nel tempo (Ale e Franz, Ficarra e Picone), Capatonda ha vinto la scommessa a mani basse. Ed ha vinto la scommessa con coerenza e indipendenza, senza farsi manipolare dalla “grande macchina” del cinema. L’ha vinta con il suo gruppo di attori improvvisati e amici (Herbert Ballerina, Ivo Avido, Rupert Sciamenna, Anna Pannocchia e tanti altri). Superbo Nino Frassica, già visto in Mario.

Nino Frassica

Nino Frassica

Nettamente opposto al Lucy di Luc Besson (qui il cervello viene usato al 2%), il film porta il pubblico a fare i conti con la propria coscienza. L’isolamento digitale sui mezzi pubblici è inquadrato, nella parte iniziale del film, in modo spietato: tutti a testa bassa sul tram mentre una anziana ha un malore. Nessuno se ne accorge, e quando Giulio lancia l’allarme, ecco che allora tutti si avvicinano a fotografarla senza darle aiuto. Una sequenza che fa ridere fino ad un certo punto, tanto risulti essere vera. L’egoismo dilaga e la tecnologia ha sostituito i nostri cuori. Così ecco i selfie preventivi con potenziali famosi, ecco che un parco distrutto fa meno male rispetto all’eliminazione di un concorrente da MasterVip.

E poi l’alcool, la discoteca, la musica sparata a manetta come rifugio al malessere che stiamo vivendo con sconcertante e preoccupante crescita. L’educazione e il rispetto sembrano non pagare più, le regole di civiltà vengono investite da i “macchinoni” (quello di Ivo Avido). Le brave e dolci ragazze (la Franca interpretata da Lavinia Longhi) non attraggono più quanto le donne volgari e coatte (la Sharon interpretata da Barbara Tabita). Uno smarrimento in cui la politica gioca un ruolo sporco (Rupert Sciamenna è il Bello che Avanza) e la tv continua a rintronare e addormentare la coscienza del popolo, distraendola da tutto quello che ci sta letteralmente affossando.

Lavinia Longhi

Lavinia Longhi

Tutte tematiche che Capatonda aveva già affrontato nella sopracitata serie tv di Mario (due stagioni andate in onda su Mtv). I giornalisti e i mass media che vanno a caccia spietata di notizie, soprattutto tragedie (come il Morto in HD) o sciocchezze totali (come l’esaltazione smisurata del mondo della cucina e della moda) e le persone rincorrono la fama come massima ambizione (Herbert Ballerina fonda il partito Tutti Famosi). Marcello Macchia sfonda così, se vogliamo, in una comicità satirica innovativa.

In lui si ritrova Il Trio (Solenghi-Lopez-Marchesini, pionieri di una nuova straordinaria comicità negli anni Ottanta), qualcosa del primo Nanni Moretti e qualcosa del primo Carlo Verdone (Un Sacco Bello e Bianco Rosso e Verdone). La sensazione è che questo possa essere anche per lui solo l’inizio. Se tutti i fan che da oltre un decennio lo seguono non rimarranno delusi, sarà interessante vedere le reazioni di coloro che non ne hanno mai sentito parlare.

Rupert Sciamenna

Rupert Sciamenna

Per noi l’esperimento è brillantemente riuscito. Italiano Medio è un ritratto fedele dell’Italia recente che si può tranquillamente affiancare ai più drammatici La Grande Bellezza e Il Capitale Umano.  E Maccio Capatonda, se porterà avanti sempre con coerenza il suo messaggio, potrà indubbiamente scattare nuove nitide fotografie della nostra società.

Giacomo Aricò

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