Blade Runner

Blade Runner torna al cinema con la Final Cut di Ridley Scott

Torna nelle sale per soli due giorni, il 6 e il 7 maggio, Blade Runner – Final Cut, la versione definitiva del capolavoro di Ridley Scott che rappresenta, con ulteriori correzioni e rifacimenti tecnici, una ripetizione della Director’s Cut uscita nel 2007.


La prima versione (il film ne avute  sette) è del 1982. La sceneggiatura è stata liberamente tratta dal romanzo di fantascienza Il Cacciatore di Androidi di Philip K. Dick, pubblicato nel 1968. La storia narrata di genere fantascientifico-noir è risaputa così come sono noti gli interpreti: per primo il protagonista Rick Deckard (Harrison Ford) e poi Roy Batty (Rutgar Hauer), Rachael (Sean Young) e Gaff (Edwar James Olmos). La colonna sonora di Vangelis (Orizzonti di Gloria) unisce melodie classiche a suoni ottenuti con il sintetizzatore.

Siamo a Los Angeles nell’anno 2019. La terra è degradata dall’inquinamento e dal sovraffollamento. Completamente avvolta da una densa nebbia che oscura il sole e battuta da una incessante lugubre pioggia. Gli animali si sono estinti e persone di ogni etnia, ma prevalentemente asiatiche, brulicano tra fango e alte tecnologie, tra passato e presente, in un deserto identitario atemporale confusivo e agghiacciante. Palazzi ultramoderni si accostano ad antichi edifici fatiscenti ,sul pianeta distrutto non c’è scampo, non c’è vita, chi può si trasferisce nelle colonie dell’extramondo.

La città del futuro

La città del futuro

Proprio nelle colonie sono utilizzati come schiavi gli androidi, replicanti con sembianze umane, “i lavori in pelle” prodotti dalla Tyrell Corporation. Sono dotati di capacità fisiche e mentali eccezionali ma programmati per durare pochi anni. Quando questi fuggono o tornano sulla terra vengono cacciati e uccisi, “ritirati” da agenti speciali: i Blade Runner.

Deckard è uno di questi e viene richiamato in servizio quando si tratta di eliminare quattro fuggitivi della serie Nexus 6 che iniziano a provare emozioni proprie e a prendere coscienza di sè e a porsi interrogativi esistenziali simili a quelli degli uomini veri. Deckard porterà a termine il suo compito ma si innamorerà ricambiato di un nuovo modello di replicante Rachael ancora più sofisticato dei precedenti. A questi androidi viene ricreato, attraverso impianti di memoria il passato che non hanno avuto, contemplano le foto costruite dei loro genitori e della loro infanzia e credono di essere umani.

Harrison Ford

Harrison Ford

Nella versione del 1982, Deckard e Rachael fuggono in un mondo incontaminato per iniziare una nuova vita e la voce narrante fuori campo del protagonista ci dice che Rachael non ha limiti di durata che non sanno per quanto tempo staranno insieme ma che questo è il destino degli esseri umani e Deckard è un uomo.

Nella Director’s Cut e ancor più nella Final Cut questa scena a lieto fine scompare e viene introdotta la scena dell’unicorno che ci porta ad un brusco cambiamento di prospettiva: anche Deckard il cacciatore di androidi è un androide. La scena dell’unicorno è un sogno del poliziotto che è stato impiantato nella sua memoria. Lo capirà quando il collega Gaff lascerà vari origami a forma di unicorno sulla sua strada.

Deckard e Rachael

Deckard e Rachael

La densità contenutistica del film è notevole ed è stata ampiamente analizzata ma questo cambiamento, non certo marginale ci porta a ripensare una storia che trovava nell’amore dell’uomo per la replicante cioè per la diversità, non più cacciata ma accolta, una nota di speranza per un futuro ed una vita degna, breve o lunga che sia.

Claudia Sacchi

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