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Chi M’Ha Visto di Alessandro Pondi: il successo di non apparire

Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello sono i protagonisti di Chi M’Ha Visto, il film d’esordio di Alessandro Pondi che sarà dal 28 settembre al cinema. Ambientata nella Puglia dei nostri giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette all’interno di un contesto allegro e spensierato l’ amara realtà in cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza, dimentichiamo la sostanza delle cose.

Martino Piccione (Giuseppe Fiorello) è un bravissimo chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è così: non conta quanto vali, conta quanto appari. E tutte le volte che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua ossessione di diventare un musicista famoso.

E allora, con l’aiuto del suo migliore amico Peppino (Pierfrancesco Favino), un “cowboy di paese” con pochi grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria sparizione. 
Ma questo gesto estremo porterà a conseguenze davvero inaspettate.

Giuseppe Fiorello

Giuseppe Fiorello

Chi M’Ha Visto nasce dalla riflessione su due tematiche molto stimolanti e fortemente attuali quali l’identità e il successo, e ci pone di fronte ad una serie di quesiti: oggi è più importante “essere” o “apparire”? E ancora: chi è dotato di un particolare talento, qualunque esso sia, è destinato al successo, oppure il successo è condizionato da altri fattori e il talento è soltanto un’appendice?

Viviamo in una società fortemente condizionata dai media e dai social network. Siamo nell’era dei like, dei follower, dell’esserci a tutti i costi e questa voglia di apparire ha progressivamente ribaltando le regole del gioco. Così, se prima il successo di un artista era direttamente proporzionale al suo talento, oggi, troppo spesso, il successo è fortemente correlato alla sovraesposizione e alla capacità di far veicolare la propria immagine sui media.

Pierfrancesco Favino

Pierfrancesco Favino

Ed è proprio questo il messaggio del film, come spiega Alessandro Pondi: “questa è una storia sul grande inganno dei media e sulla ricerca del successo da parte di chi ha davvero talento, ma non ha la forza e la caparbietà di sgomitare ed imporsi per arrivare in prima fila”.

“In un mondo dove è importante esserci, quindi apparire, anche il non esserci, dunque sparire, diventa improvvisamente una valida alternativa per accendere un riflettore su di sé”.

Alessandro Pondi

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