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Da memabile a memorabile: il segreto del successo di LOL

Non si può negare che LOL sia di tendenza e anzi, con la frase fatta più abusata di sempre, “il nuovo fenomeno virale del web“. Sui social spopolano spezzoni della serie, imperversano meme ispirati alle gesta dei protagonisti, alcune battute sono diventate dei tormentoni. Molti si sono chiesti “ma quanto fa ridere LOL, dato che ne parlano tutti?”. La domanda è malposta: il programma non funziona grazie alla sua comicità intrinseca – di livello agghiacciante, diciamolo – ma per il suo occupare una posizione perfetta nel palinsesto mediale e sociale di oggi. Decisamente polarizzante tra chi l’ha trovato inguardabile e chi si è piegato in due dalle risate, sicuramente Amazon Prime Video ha centrato l’obiettivo di catturare e l’interesse di tutti.

Un format per tutti i target

 Chi non ricorda la mitica Mai Dire Banzai, in originale Takeshi’s Castle? Una strampalata gara di resistenza giapponese diventata una pietra miliare anche nella TV italiana, che ha fatto storia nei primo anni ‘90 e ha inoltre sancito l’affermarsi del trio di commentatori, la Gialappa’s Band. Anche LOL segue questa tradizione, con 10 partecipanti chiusi insieme per sei ore, che si sfidano a colpi di gag e battute. Lo scopo è far ridere gli avversari, mentre chi cede, anche solo sogghignando o sorridendo, riceve prima un cartellino giallo e poi uno rosso. Solo il più serio ne uscirà vincitore.

Per la versione italiana di questo format, realizzata in esclusiva da Amazon, è stata scelta una compagine varia e coesa, volti noti e di sicura presa presso il pubblico. Comici consolidati come Angelo Pintus, Katia Follesa, Lillo e Caterina Guzzanti. Stand-up comedian del canale Comedy Central come Michela Giraud e Luca Ravenna. Personaggi celebri prima di tutto su web e social come Frank Matano oppure Ciro e Fru del collettivo The Jackal. Infine un outsider come Elio a sparigliare. Ce n’è per tutti i gusti o meglio, in termini di marketing, per tutti i target. Chiude il cast Fedez presentatore, accompagnato dalla co-Host Mara Maionchi. Insieme a tirare le file del gioco, a decidere le azioni particolari del cast – chi deve salire sul palco ed esibirsi, chi deve accanirsi contro di chi – e ad annunciare ammoniti ed espulsi. In palio, 100mila Euro che verranno infine devoluti in beneficenza. Meccanica già sentita? Esatto, praticamente è la versione comica e in streaming e del Grande Fratello televisivo.

©️Prime Video & Amazon Studios

©️Prime Video & Amazon Studios

Un altro genere di campionato

Eccoci quindi alla domanda di prima: LOL fa ridere oppure no? Diciamo “nì”. Il recente articolo di Aldo Grasso ne ha condannato la povertà culturale rispetto ai grandi della risata di un tempo, puntando il dito su un problema generazionale. Il fatto che questo è tutt’altro campionato. Puoi anche non conoscere i protagonisti perchè, semplicemente, LOL non è una gara di comicità, ma è una gara di resistenza. Nel corso delle puntate, l’unico che dimostrerà di aver capito le regole è Pintus: mentre Matano si nasconde, macinando chilometri e ronzando attorno a tutti, oppure la Guzzanti si defila e si pietrifica, il comico triestino appare attivo e competitivo, si mette in gioco sfidando gli avversari, attacca i compagni e rischia molto più di tutti. Altri 9 come lui e avremmo avuto una resa e una comicità diversa, meno statica e più agonista.

A onor del vero ci sono stati alcuni exploit che hanno dimostrato il mestiere e lo stile di chi questo lavoro lo prende seriamente. L’ingresso di Elio, incorniciato come la Monna Lisa, è da manuale. Un esempio di quanto poco occorra per catturare l’attenzione, anche solo semplicemente stirandosi i capelli e mantenendo sempre quella bocca chiusa e storta tipica della Gioconda. Oppure il travestimento da supereroe di Lillo, “Posaman”, che gioca sul contrasto tra il ricco costume e il limite delle sue capacità (“Il mio superpotere è fare le pose”, “E quante ne sai fare? Cinqu…no, anzi, sei!”). O anche la miss Italia della Guzzanti, che incarna uno stereotipo perfetto. Certo, che non è detto che il tutto inneschi una risata. Ma allora perché abbiamo riso? La realtà è paradossale: abbiamo riso per il modo in cui i protagonisti stessi si trattenevano dal ridere. Per il modo in cui si fissavano negli occhi e poi distoglievano lo sguardo, un attimo prima di crollare. Per come avevamo scommesso e azzeccato il prossimo ammonito. Abbiamo riso per una battuta volgare ma semplici come “hai cagato?Abbiamo riso per gli stessi motivi per cui avremmo riso se fossimo stati noi, quelli chiusi per qualche ora con il nostro gruppo di amici scemi. Abbiamo riso, anche se per per il minimo comune denominatore comico.. insomma, le cazzate.

©️Prime Video & Amazon Studios Foto: Federico Guberti

©️Prime Video & Amazon Studios Foto: Federico Guberti

Funziona perché è “memabile”

Tutto quanto presenta Amazon e gli altri colossi dello streaming, continua ad avere sempre il fascino di qualcosa di fresco, innovativo e di tendenza. Sicuramente ci sono stato casi eclatanti di gioco al rialzo della qualità ad esempio con WandaVision, dove Disney/Marvel hanno manipolato lo stesso linguaggio metatelevisivo del piccolo schermo. Oppure Stranger Things, la serie Netflix che ha dato nuovo vigore all’effetto nostalgia anni ’80. In realtà qui non c’è nulla di nuovo, ma è fatto tutto bene. Zelig incontra il Grande Fratello (VIP), stessi meccanismi, stesso voyeurismo, stessa formula semplice ed efficace.

Il successo di LOL è strettamente legato alla TV generalista, a partire dai comici presenti, l’unione perfetta per attirare pubblici di tutte le età ed abitudini: chi guarda Rai e Mediaset, chi vive di video su Facebook e YouTube, ovviamente chi è abbonato ad Amazon ed è rimasto piacevolmente colpito da Celebrity Hunted, altro reality moderno e dinamico (sempre con Fedez, tra l’altro). Oltretutto con un montaggio rapido, coinvolgente ed epico, in perfetto stile. Sulla carta, tutto funziona. L’espressione di Elio che esclama “Sono cazzi miei”, il viso di Lillo che compare a tradimento con in sovrimpressione “so’ Lillo”, oppure Pintus che commenta “Hai cagato?”. Ma anche la citazione di Ciro, la sua #terzobracciochallenge, rifatta ovunque su TikTok. E perchè non anche la canzone “Il mignottone pazzo” inciso qualche giorno fa dalla Giraud. Per chi non l’ha visto sembra un campionario d’avanspettacolo devastante. E diciamolo, lo è. Però sono tutte scene e situazioni che si trasformano benissimo in meme, ed è anche il motivo che ha reso la trasmissione da “memabile” a “memorabile”, dove ognuno di questi tormentoni è già entrato nel nostro linguaggio quotidiano.

©️Prime Video & Amazon Studios Foto: Federico Guberti

©️Prime Video & Amazon Studios Foto: Federico Guberti

La TV di domani sarà così, ibrida e meta

C’è chi dice che LOL sia ciò di cui abbiamo bisogno. Un programma che ci fa staccare dalla triste realtà dell’emergenza sanitaria in corso, un sacco di risate per alleggerire la situazione. Sicuramente è vero, ma questo vale in generale, sempre. Forse c’è una risposta anche meno astratta e più pratica: il programma ha goduto l’effetto “novità” e soprattutto una viralità immediata. Difficile non scorrere il feed di ogni social e trovarvi riferimenti. Vuol dire che chi l’ha realizzato conosce decisamente il suo pubblico e i meccanismi “meta” che regolano i trend di conversazione online. Orfani di un evento come il Festival di Sanremo, anch’esso totalizzante e polarizzante, ci serviva un contenuto che unisse tutti nuovamente, leggero, su una piattaforma cool, breve e immediato, con personaggi di sicura presa, noti ai giovani e ai meno giovani. Fatto apposta per chi guardava Colorado, per gli abbonati di Sky e i social-addicted. Un qualcosa di unico che raggiungesse target e canali diversi, cosa che ha fatto con successo e che probabilmente segnerà il nuovo modello di produzioni ibride TV/streaming. Insomma, anche se non abbiamo riso, facciamo i nostri complimenti ad Amazon.

Ah, e per la cronaca, non sono l’autore del pezzo. Sono Lillo.

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