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Est (Dittatura Last Minute), il 1989 di Antonio Pisu arriva on demand

Dopo essere stato presentato come film di apertura della Sezione non competitiva “Notti Veneziane – L’Isola degli Autori” alla selezione delle Giornate degli Autori nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dal 5 febbraio sulle principali piattaforme on demand (Sky Prima fila, Amazon Prime Video, Apple TV, Infinity, Chili, Rakuten, Google Play, CG entertainment, Vativision e #iorestoinsala) arriva EST – Dittatura Last Minute, il film diretto da Antonio Pisu con protagonisti Lodo Guenzi, Matteo Gatta Jacopo Costantini.

Il film

1989. A poche settimane dalla caduta del muro di Berlino, Pago, Rice e Bibi (Lodo Guenzi, Matteo Gatta, Jacopo Costantini), tre ragazzi di venticinque anni, lasciano la tranquilla Cesena in cerca di avventura: dieci giorni di vacanza nell’Europa dell’est, verso quei luoghi in cui è ancora presente il regime sovietico. Giunti a Budapest conoscono Emil, un rumeno in fuga dal suo paese a causa della dittatura. L’uomo, preoccupato per la famiglia rimasta in Romania, chiede l’aiuto dei tre giovani. Il compito è portare una valigia alla moglie e alla figlia. Durante il lungo tragitto, tra paesi deserti, ristoranti senza cibo e persone disposte a donare tutto quello che hanno pur di apparire ospitali, i tre raggiungono finalmente la capitale. L’apertura del bagaglio di fronte alla moglie Andra, la figlia Adina di sei anni e nonna Costelia, suscita una grande emozione. Due mesi dopo è quasi Natale. Il telegiornale annuncia la fine del regime di Ceausescu. Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro vite di sempre in Italia.

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Antonio Pisu racconta…

Quando ho letto per la prima volta le vicende di Maurizio Paganelli, Andrea Riceputi ed Enrico Boschi, ho capito che quella era la storia giusta da raccontare oggi. In un momento in cui una società individualista sembra non avere il tempo per tendere una mano verso il prossimo, è arrivato il momento di fermarsi, fare un piccolo passo indietro e riflettere. […] L’Italia, come il resto del mondo, finge di non sapere quale sia il passato e il presente dello stato rumeno. Con il mezzo cinematografico è possibile invece, attraverso gli occhi di tre giovani italiani, ripercorrere le strade della storia in una vicenda universale, una metafora su come basti poco affinché il punto di vista cambi. Una visione di come ciò che diamo per scontato ogni giorno, per gran parte della popolazione mondiale, è solo un grande buffet da poter ammirare dall’ultima fila in punta di piedi”.

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