Il 20 gennaio del 1920, un secolo fa esatto, nasceva a Rimini Federico Fellini, il Maestro del cinema mondiale. Stupore, fantasia, spettacolo, divertimento ed emozione erano le chiavi del suo poetico linguaggio di immagini. Un regista capace di far sognare la settima arte americana (La Strada, Le Notti di Cabiria, 8½ e Amarcord hanno vinto l’Oscar al miglior film straniero e in tutto, prima di ricevere un Oscar alla Carriera nel 1993, è stato candidato 12 volte al Premio più ambito). Una firma immortale – come recita il titolo Fellini Fine Mai, il documentario di Eugenio Cappuccio presentato, oltre al restauro de Lo Sceicco Bianco, all’ultima Mostra del Cinema di Venezia – che continua a farci sognare. Un talento unico da ricordare: in questo articolo parleremo di quello che ci ha lasciato e di alcune iniziative che in questo 2020 lo celebreranno in tutto il mondo.
Un visionario illuminato che ha raccontato l’Italia
La notorietà di Federico Fellini nel mondo è enorme; egli appartiene a quella cerchia ristretta di italiani che, per milioni di europei e di americani, in qualche modo riassumono l’Italia. Fellini è giunto a un simile risultato attraverso un itinerario colto: prima sceneggiatore, poi regista, ha dato vita a una galleria di fantasmi divertiti e appassionati, registrando come pochi altri il cambiamento del costume italiano e al tempo stesso cogliendo in modo esemplare i simboli del nostro passato e del nostro enigmatico presente. Pochissimi artisti sono riusciti a rappresentare l’intera storia del nostro Paese come ha fatto Fellini. Un artista che attraverso il cinema è riuscito a inventare un mondo intero, creando un immaginario capace non solo di raccontare la propria generazione – quella di chi ha vissuto le più importanti tappe del Novecento – ma anche di entrare in contatto con quelle successive. Fellini ci ha mostrato come, viaggiando a ritroso nel tempo, si possono trovare magici suggerimenti per comprendere il presente. La sua eredità è ancora dinamica e viva nel linguaggio artistico e creativo contemporaneo. ‘Tutto si immagina’ non è solo una celebre espressione del regista riminese, genio immortale, ma la chiave di volta per fotografarne l’eredità artistica e creativa attuale e senza tempo.
Fellini 100. Un Genio Immortale a Rimini
Aperta dallo scorso 14 dicembre 2019 fino al 15 marzo 2020, a Rimini, precisamente a Castel Sismondo, è aperta Fellini 100 – Genio Immortale, la mostra itinerante che riporta in primo piano memorie, emozioni, fotogrammi, scene e suggestioni provenienti da quel mondo straordinario capace di dirci tutta la verità su noi stessi con l’irresistibile fascino universale del sogno. La mostra – che ad aprile 2020 arriverà a Roma a Palazzo Venezia e successivamente varcherà i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles, Mosca e Berlino – è stata progettata da Studio Azzurro di Milano e ruota attorno a tre nuclei di contenuti: il primo racconta la Storia d’Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra e finire agli anni Ottanta attraverso l’immaginario dei film di Fellini; il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e no; il terzo è infine dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini che sorgerà proprio a Castel Sismondo a partire dal dicembre 2020.
Fellini East West
Anche il 31. Trieste Film Festival (17-23 gennaio 2020) celebra il Maestro con una serie di eventi intitolati Fellini Far East. A cominciare da uno dei film meno rivisti, eppure più attuali, di Fellini, E La Nave Va (1983) che verrà presentato in anteprima assoluta e in collaborazione con Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia nella versione restaurata da CSC-Cineteca Nazionale con Istituto Luce-Cinecittà. Se l’influenza di Fellini sui cineasti e gli intellettuali (spesso esuli, o destinati a diventarlo) è ben nota, da Polanski a Kundera, meno lo sono i rapporti con la critica, le istituzioni, il “potere”. A questo proposito, il catalogo del Trieste Film Festival offrirà la lettura di un testo inedito di Naum Kleiman, di prossima pubblicazione negli Stati Uniti nel volume A Companion to Federico Fellini (John Wiley & Sons): storico del cinema tra i più insigni, non solo in Russia (dove ha creato il Centro Ėjzenštejn), Kleiman ci guida – tra censure, proiezioni clandestine, dibattiti infuocati – alla scoperta di aneddoti inattesi e spesso irresistibili sulle relazioni non sempre facili tra Mosca e Fellini, il cui 8 e 1/2 fu difeso di fronte al Dipartimento ideologico del Comitato Centrale del Partito Comunista da un “avvocato” d’eccezione come Antonello Trombadori.
Che Fellini sia stato uno dei cineasti più amati, e proiettati, anche oltre la cortina di ferro sarà evidente anche da una Mostra piccola ma speciale, realizzata in collaborazione con il Museo Cinematografico di Łódź e allestita nel foyer del Politeama Rossetti, che riunirà dieci straordinari manifesti originali che accompagnarono l’uscita in Polonia di capolavori come La Dolce Vita o Il Casanova. Autentiche opere d’arte, capaci di reinventare le trame e le suggestioni felliniane fino a trasfigurarle. Prosaicamente intitolati Intervista al Maestro Federico Fellini, i 14 minuti raccolti da Matej Mináč nel gennaio del 1989 sono un breve documento d’eccezione, e insieme una prova della grande generosità di Fellini: complice il comune amico Juraj Jakubisko, il maestro accettò di incontrare a Roma quel giovane regista della Cecoslovacchia comunista, che a sua volta ebbe non pochi problemi con le autorità del suo Paese per riuscire a non mancare all’appuntamento. La conversazione doveva essere il primo tassello di un ritratto cinematografico più lungo, che Mináč ha inseguito per anni. Finché, di fronte all’impossibilità di finirlo, ha deciso di realizzare una commedia, Never Give Up, attualmente in produzione, liberamente ispirata al suo viaggio per intervistare Fellini.
Felliniana – Ferretti Sogna Fellini
Cinecittà, che per Fellini era la “città ideale”, all’interno della storica Palazzina Fellini, a fine gennaio aprirà Felliniana – Ferretti Sogna Fellini, una Mostra-installazione, a carattere permanente, che porta la firma di Dante Ferretti, lo scenografo premio Oscar che per Fellini è stato uno dei magici artefici delle sue visioni, un artista-artigiano capace di dare corpo ai suoi sogni, e da Francesca Lo Schiavo, sodale di vita e lavoro di Ferretti, scenografa e set decorator di fama internazionale. La mostra è una vera e propria immersione nell’immaginario felliniano, oltre che il racconto onirico e suggestivo di un sodalizio artistico e di un’amicizia. Un incontro, tra Federico e ‘Dantino’ nato sul set del Satyricon nel 1969, e una collaborazione diretta avviata con La città delle donne, cui seguono titoli indimenticabili: Prova d’orchestra, 1978; E la nave va, 1983; Ginger e Fred, 1986; La voce della luna, 1990 . La meravigliosa maturità del genio riminese.
La mostra si snoda in tre ambienti principali, tre tappe di un viaggio insieme al regista in luoghi elettivi della sua ispirazione. La sala centrale, scenografata dalle locandine dei film come in un magnifico affresco, racconta l’automobile, un rito assiduo tra il regista e lo scenografo: il tragitto sulla Fiat 125, con cui Federico Fellini si recava a Cinecittà spesso accompagnato da Dante Ferretti, e con la quale la notte amava aggirarsi con gli amici per le strade romane. Uno spazio fisico (per Fellini un vero e proprio luogo di lavoro) e temporale in cui avevano luogo conversazioni e scambi di idee, ma anche racconti di sogni, su cui Fellini interrogava il suo scenografo. Il percorso prosegue nella “Casa di piacere”, sala sintesi dell’immaginario racchiuso ne La Città Delle Donne, con lo scivolo toboga e le soubrettes che circondano Marcello Mastroianni. E porta nella sala finale, quella del Fulgor – luogo emblematico per l’infanzia di Fellini e la sua iniziazione al cinema – già restaurato a Rimini da Ferretti. Nelle tre sale, con la sintesi magica di cui sono capaci gli artisti, Ferretti costruisce una nuova casa ideale di Fellini. Dei nuovi cassetti in cui racchiudere i sogni del Maestro condivisi con lui.
1920 – 2020 Federico Fellini. Un Racconto a Milano
Palazzo Reale di Milano invece ospiterà – dal 17 settembre al 15 novembre 2020 – 1920 – 2020 Federico Fellini. Un Racconto, la prima Mostra che Milano dedica al regista. L’esposizione, che chiuderà l’anno celebrativo, ripercorre la vita e l’opera del maestro attraverso l’esposizione di materiali, documenti e oggetti originali – dai disegni alle caricature fino ai costumi, i bozzetti, le scene dei film, gli schizzi dei suoi sogni in appunti disegnati – e nello stesso tempo ri-crea quel mondo, “felliniano”, fatto di circhi e fiere e abitato da marionette, clown, diseredati e vitelloni. L’obiettivo primario del progetto è quello di coinvolgere quante più persone possibili, di diverse fasce d’età e cultura, con il proposito di realizzare una mostra che sarebbe piaciuta al maestro; un’occasione per imparare, scoprire ma anche per stupire e divertirsi
Il Centenario. Fellini Nel Mondo
Nel corso dell’anno sarà inoltre realizzata Il Centenario. Fellini Nel Mondo, un’esposizione itinerante – in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e gli Istituti Italiani di cultura nel mondo – che porterà il mondo visionario del grande regista in dieci sedi internazionali (tra le quali Mosca, San Paolo, San Pietroburgo, Toronto, Buenos Aires, Tirana, Berlino) da marzo 2020 a marzo 2021. All’interno del percorso espositivo emergerà l’estro indiscusso del regista nelle immagini che lo ritraggono intento a dare indicazioni sul set, nelle interviste che svelano la sua passione straordinaria per la settima arte; ma anche il lato umano del maestro, di Federico, nei disegni dedicati agli amici, a chi lavorava con lui e nelle lettere d’amore a Giulietta Masina. La filmografia farà da sfondo alla mostra, raccontata attraverso foto di scena, documenti, costumi, manifesti e cimeli.
Fellini Degli Spiriti di Anselma Dell’Olio
Nei prossimi mesi uscirà al cinema Fellini Degli Spiriti, il documentario di Anselma Dell’Olio che, per la prima volta, indaga in profondità la sua passione per quello che lui definiva, in breve, il mistero, l’esoterico, il “mondo non visto” in una ricerca incessante di altre possibilità, altre dimensioni, altri viaggi e di tutto quello che può far volare lo spirito e la mente. Questi aspetti, presenti in tutta la sua cinematografia, sono stati suo oggetto d’indagine inizialmente con il grande psicoanalista junghiano Ernst Bernhard, che non solo gli ha svelato i segreti dell’Inconscio, ma gli ha anche mostrato una nuova visione del mondo attraverso la lettura dei Tarocchi e la consultazione degli IChing. Ma sarà l’incontro con il professor Gustavo Rol, conosciuto per Giulietta degli Spiriti, che, attraverso i suoi esperimenti, gli proverà che esistono davvero altre dimensioni e che non c’è un termine al viaggio degli esseri umani. A raccontare il mondo magico di Fellini tante voci, dalla cartomante che Fellini consultava sempre a Terry Gilliam, da Giuditta Mascioscia, la sensitiva amica di Gustavo Rol al regista Damien Chazelle, dai collaboratori e amici più stretti di Fellini ai registi Premi Oscar come William Friedkin. Attraverso straordinari materiali d’archivio di Rai Teche e Istituto Luce e materiali d’archivio internazionali, le immagini dei suoi film e interviste agli intellettuali che più hanno studiato il suo lavoro, Fellini degli Spiriti è un ritratto inedito, intimo e spirituale del grande regista.
“L’unico vero realista è il visionario”.
Federico Fellini