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Fino A Qui Tutto Bene, il sorprendente film low budget di Roan Johnson

Vincitore del Premio del Pubblico BNL | Cinema Italia all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, arriva domani al cinema Fino A Qui Tutto Bene, il film di Roan Johnson con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini e con l’amichevole partecipazione di Isabella Ragonese.


L’ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto nella stessa casa, dove si sono consumati sughi scaduti e paste col nulla, lunghi scazzi e brevi amplessi, nottate sui libri e feste all’alba, invidie, gioie, spumanti, amori e dolori. Ma adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire e dovranno assumersi le loro responsabilità.

Prenderanno direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto. Chi rimanendo nella propria città, chi partendo per lavorare all’estero. Il racconto degli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro vita, di sicuro quello che non scorderanno mai.

FINO A QUI TUTTO BENE di Roan Johnson, al Festival di Roma 2014 in Prospettive Italia

L’idea del secondo lungometraggio di Johnson è nato nel 2013 quando l’Università di Pisa chiese al regista di girare un documentario su ragazzi che “anziché lamentarsi per la crisi, hanno un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi” come spiega lo stesso Johnson.

Questo film sull’amicizia è stato fatto grazie agli amici, alcuni professionisti del settore, altri semplicemente amici. L’organizzatore era il proprietario di una libreria, il data manager uno stagista del Tirreno, la segretaria di edizione era la sceneggiatrice e compagna di Johnson, incinta di cinque mesi. A disposizione sul set solo un macchinista/elettricista e solo una costumista/scenografa. Una vera e propria, come spiega il regista, “Armata Brancaleone“.

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Siamo stati liberi di fare un film che ci apparteneva” ha spiegato Johnson. Gli attori dormivano nella casa dove giravamo così diventavano davvero coinquilini. Alla fine è nato un film premiato dal pubblico di cui il regista è molto orgoglioso: “quando ci è venuta l’idea per raccontare la fine di quel periodo protetto e acerbo, anziché seguire il classico percorso che ci avrebbe portato a sentirci dire che avremmo dovuto aspettare, che i soldi erano finiti, che avremmo dovuto scendere a compromessi produttivi, abbiamo deciso di fare da soli, di non arrenderci, di puntare in alto”.

“Questo clima ci ha fatto diventare i personaggi del film: gli attori indossavano i loro veri vestiti, le stanze erano le loro, e quando abbiamo dovuto lasciare quella casa, avevamo tutti davvero un groppo in gola”

Roan Johnson

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