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Ghiaccio, i guerrieri di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis non mollano mai

Solo dal 7 al 9 febbraio arriva al cinema come film evento Ghiaccio, l’esordio registico del cantautore Fabrizio Moro insieme ad Alessio De Leonardis con il quale ha anche scritto il soggetto e la sceneggiatura. La pellicola ha per protagonisti Giacomo Ferrara e Vinicio Marchioni e nel cast ci sono anche Claudio Camilli, Beatrice Bartoni, Sara Cardinaletti, Valerio Morigi, Lorenzo Grilli, Emanuele Propizio, Mauro Cremonini e Lidia Vitale.

Il film

1999, Roma. Giorgio (Giacomo Ferrara), giovane promessa della boxe, vive con la madre nella periferia degradata della città. Il padre, assassinato anni prima, ha lasciato in eredità al figlio un debito con la malavita che non gli permette di essere un uomo libero. Con l’aiuto di Massimo (Vinicio Marchioni), che ha un passato nella boxe e vede nel ragazzo il grande campione che lui non è riuscito a diventare, Giorgio ha finalmente la possibilità di riscattarsi, entrando nel mondo del pugilato professionistico. Ma la malavita di periferia non lascia mai scampo a chi non si piega alle sue regole.

Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis raccontano…

Il nostro approccio al film ruota intorno ad un concetto universale: l’amore. L’amore inteso in tutte le sue declinazioni: l’amore per una donna, per una mamma, per uno sport, per i figli. Un concetto che si espande e collima con quello dell’amicizia. Il nostro messaggio di speranza e di rivalsa nei confronti della vita che spesso è difficile, complicata e ingiusta è affidato ai due protagonisti che cercano in modi diversi di aiutarsi, di darsi, di mettersi in discussione, di rischiare tutto. Abbiamo cercato di restituire un’immagine cruda con colori incisi e severi di quella realtà di periferia di cui molti parlano ma che in pochi conoscono”.

Vinicio Marchioni e Giacomo Ferrara

Vinicio Marchioni e Giacomo Ferrara

Di quelle origini difficili che spesso ci confondono: ci pongono dalla parte del bene o del male? Dei buoni o dei cattivi? L’epoca, gli anni ‘90, è stata segnata da molti fatti personali che ci hanno consentito di raccontare questa storia con coscienza e cognizione di causa, senza mai perdere di vista il nobile obiettivo di “farcela”, di “provarci”, di “lottare”. Perché se c’è una cosa che nella vita non si deve mai perdere è la speranza, anche quando tutto sembra perduto. Speranza che spesso riesce a fondersi con la libertà, o con la voglia di ottenerla. Speranza che diventa motivazione. I guerrieri veri possono anche perdere, ma dalle loro sconfitte imparano. E risorgono“.

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