Kim Rossi Stuart (foto di Umberto Montiroli)

I fratelli Taviani rendono omaggio al Decamerone con Meraviglioso Boccaccio

Kim Rossi Stuart (foto di Umberto Montiroli)

Dopo il successo trionfale di Cesare Deve Morire, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, i fratelli Taviani si ispirano a cinque novelle del Decamerone per l’attesissimo Maraviglioso Boccaccio. Una pellicola che si annuncia come uno dei grandi eventi di questa stagione cinematografica anche grazie ad un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei migliori attori italiani contemporanei:  Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca e Josafat Vagnim.


Lo sfondo è quello della Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e a impiegare il tempo raccontandosi delle brevi storie. Drammatiche o argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca.

Maraviglioso Boccaccio è stato girato tra la Toscana e il Lazio, in alcuni dei luoghi più suggestivi del Centro Italia. In Toscana spiccano il Castello di Spedaletto e Torre Tarugi a Pienza, i millenari Castello del Potentino, nel grossetano, e Badia a Settimo nel comune di Scandicci, Castello Romitorio a Montalcino e Palazzo Nobili-Tarugi (attribuito a Antonio da Sangallo il Vecchio) a Montepulciano, fino a Villa La Sfacciata, che si erge sopra Firenze con una vista unica al mondo. Nel Lazio sono state scelte location come il celeberrimo Castello Odescalchi a Bassano Romano, il Castello di Montecalvello, costruito dal longobardo Re Desiderio e reso famoso da Balthus, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, la benedettina Basilica di S. Elia.

Carolina Crescentini (foto di Umberto Montiroli)

Carolina Crescentini (foto di Umberto Montiroli)

I fratelli Taviani hanno voluto così omaggiare “un gigante teneramente illuminato dalle vicende amorose, anche aspre, dei suoi personaggi: donne per lo più, giovani, meno giovani, tante femmine desiderose d’amare in libertà. Abbiamo detto grazie Boccaccio, arrivederci Boccaccio: ora noi ce ne andiamo per la nostra strada a raccontare una nuova verità, quella di un film, il nostro”.

E di Giovanni Boccaccio (Certaldo, 1313-1375), uno dei padri della letteratura italiana, i due registi hanno scelto Il Decameron, tra i capolavori più amati di ogni tempo, che ancora oggi costituisce uno dei testi cardine della cultura europea. Nel 1348, mentre la peste infuria a Firenze, Boccaccio immagina che dieci giovani si rifugino per dieci giorni in una villa in campagna.

I Novellatori (foto di Umberto Montiroli)

I Novellatori (foto di Umberto Montiroli)

Il Decameron è formato dalle cento novelle che quei dieci giovani, liberi e spregiudicati, si raccontano durante il soggiorno. Episodi cortesi (Madonna Dianora e Messer Ansaldo, Federigo degli Alberighi) si alternano a poco edificanti avventure di frati (Don Felice e Frate Puccio, Frate Alberto, Frate Cipolla), beffe salaci (Chichibio e la gru, Calandrino, Bruno e Buffalmacco, Andreuccio da Perugia) si affiancano a tragiche storie d’amore (Lisabetta con la testa dell’amante nel vaso di basilico): un’enciclopedia di personaggi e vicende che raggiunge per la prima volta in Italia maturità di forme e pluralità di stili.

“Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida: ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto”

Paolo e Vittorio Taviani

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