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Il cinema civile di Francesco Rosi e l’Horror italiano anni ’60: grandi documentari a Venezia

Oggi alla 76. Mostra del Cinema di Venezia – nella sezione Venezia Classici Documentari – verranno proiettati due bellissimi lavori di cui vi vogliamo parlare: Citizen Rosi di Didi Gnocchi e Carolina Rosi Boia, Maschere e Segreti: L’Horror Italiano Degli Anni Sessanta di Steve Della Casa.

"Citizen Rosi"

“Citizen Rosi”

Citizen Rosi di Didi Gnocchi e Carolina Rosi

Francesco Rosi ha inventato un nuovo stile narrativo per un cinema che prima di lui non esisteva. I suoi film nascevano da ricerche e inchieste sulla realtà del paese: lavorava sui documenti, su “ciò che era noto”. Ha raccontato il ‘potere’ che  corrompe e si corrompe quando si mischia alla criminalità. Il racconto si snoda attraverso i film di Rosi messi in fila non nell’ordine in cui sono stati girati, ma in base alla precedenza storica dei fatti di cronaca che raccontano. In questo modo, il documentario, non  racconta  solo il lavoro di Rosi, ma  restituisce anche mezzo secolo della storia d’Italia. I suoi film di impegno civile Salvatore Giuliano, Lucky Luciano, La Sfida, Il Caso Mattei, Cadaveri Eccellenti, Tre Fratelli, hanno obbligato a riflettere intere  generazioni. Ma soprattutto Rosi ha anticipato la narrazione di una democrazia inquinata dalla corruzione fin dalla sua nascita. Ci accompagnerà in questo viaggio la figlia Carolina, testimone fin da bambina del lavoro del padre, che ha assistito con amore e pazienza fino alla morte. È Rosi stesso, in tanti frammenti delle sue interviste, a dare senso e intensità al suo cinema. Tanti gli intervistati, magistrati, giornalisti, registi e amici.

Didi Gnocchi e Carolina Rosi sottolineano: “Citizen Rosi nasce da un’urgenza, il desiderio di rileggere il cinema e la vita di Rosi come esempio contemporaneo di impegno democratico. Per questo il titolo Citizen Rosi. I suoi film rappresentano un tale valore nella storia del nostro Paese, valore cinematografico e civile, che abbiamo deciso di lavorare su più registri. Quello cinematografico-artistico e quello della ricostruzione giornalistica dei temi trattati”.

Boia, Maschere e Segreti L’Horror Italiano Degli Anni Sessanta

Boia, Maschere e Segreti L’Horror Italiano Degli Anni Sessanta

Boia, Maschere e Segreti: L’Horror Italiano Degli Anni Sessanta di Steve Della Casa

Negli anni Sessanta, il cinema horror conosce una stagione di grandi successi in tutto il mondo. Per la prima volta, anche in Italia si intraprende la produzione di piccoli film che hanno però un grande successo in tutto il mondo e che costituiscono una sorta di approccio italiano a questo genere. Con il contributo di alcuni maestri (Dario Argento, Pupi Avati) e di importanti critici francesi si ripercorrono le particolarità e i punti forti di un’idea originale dell’horror, nel quale l’estetica pop e i contenuti trasgressivi hanno un ruolo molto importante, che rende unica questa produzione italiana nel decennio. Il regista Steve Della Casa osserva: “il cinema popolare italiano è un universo ricco di fascino e spesso ancora non esplorato. Raccontare l’horror italiano degli anni Sessanta significa analizzare un percorso produttivo dove la ristrettezza di mezzi finanziari non era vissuta come un limite, ma come una possibilità di sperimentare grandi innovazioni, sia sul piano estetico, sia nei contenuti”.

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