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INTERVISTA – Lara Balbo: “Sognavo di ballare, poi mi sono messa a recitare: teatro e cinema, le mie immense emozioni”

Da oggi al 30 agosto va in scena al Globe Theatre di Roma Molto Rumore per Nulla, un bellissimo spettacolo che vede la regia di Loredana Scaramella. Tra gli interpreti spicca su tutti Lara Balbo, una giovane e bravissima attrice di teatro già molto apprezzata nel Così Parlò Zarathustra di Matteo Tarasco.

Lara Balbo

Lara Balbo

La Balbo ha inoltre appena concluso le riprese de Gli Ultimi Saranno Ultimi, il nuovo film di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi, Alessanrdo Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada, Stefano Fresi. Una commedia amara e attualissima ambientata in un mondo del lavoro caratterizzato da precarietà sistematica, indifferenza e cinismo sociale in uscita in tutte le sale italiane a novembre 2015. Per conoscerla meglio, Cameralook.it ha deciso di intervistarla.

Lara, cosa significa per te recitare? C’è un’attrice o un attore che ti ha ispirato e che continua ad ispirarti ogni giorno?

Per il momento di vita e di lavoro in cui mi trovo ora recitare è un mestiere molto emozionante. Un mestiere che permette un incontro autentico con gli altri, siano essi pubblico o personaggi  da interpretare o colleghi di lavoro. E’ libertà di essere ogni cosa. E’ un lavoro che mi fa stare bene…e poi mi diverte moltissimo! Di attori e attrici ce ne sono molti che ammiro, non riesco a dirne uno…ma facendo una selezione direi  Meryl Streep, Kate Winslet, Anthony Hopkins e Kevin Spacey . Italiani: Anna Magnani  e Alberto Sordi.

La Balbo in "Molto Rumore per Nulla"

La Balbo in “Molto Rumore per Nulla”

Da oggi sei in scena al Globe Theatre con Molto Rumore per Nulla di Loredana Scaramella. Che spettacolo sarà?

Lo spettacolo è una commedia che affronta il tema dell’amore nelle sue varie forme, e come viene vissuto nelle diverse generazioni. E’ uno spettacolo coinvolgente, racconta della frenesia che spinge gli uomini ad amare, giocare, desiderare, combattere. Questa agitazione, che ha la sua sintesi nell’eccitazione sessuale, esplode in una casa ospitale piena di balli e di feste, d’estate, nella assolata Puglia. Un gruppo di soldati al ritorno dalla guerra invade il palazzo e lo spazio delle donne, e qui vi lascio immaginare quello che succederà.

Chi è Margherita, il personaggio che interpreti?

Margherita è la damigella al servizio di Ero in casa di Leonato. Donna dall’indole maliziosa, dotata di una lingua tagliente e una parlantina incisiva. Ama fare battute provocatorie, e ha una grande capacità nel sedurre gli uomini. Nel corso della storia troverà giovamento tra le braccia di Borraccio (giovane spagnolo tornato dalla guerra). Nonostante la sua sfacciataggine Margherita ha un animo sognante e non agisce mai con cattiveria. Insieme con Orsola, altra damigella al servizio di casa Leonato, ed Ero è complice del tranello ordito alla spalle di Beatrice per farle credere di essere l’oggetto delle pene d’amore di Benedetto. Margherita sarà anche involontariamente complice del piano di Don Juan,  ma la sua innocenza sarà prima confermata da Borraccio nella sua confessione e ribadita da Leonato nell’ultimo atto. Un personaggio non così semplice da affrontare  ma che mi regala molte belle soddisfazioni.

Nel "Così Parlò Zarathustra" di Matteo Tarasco

Nel “Così Parlò Zarathustra” di Matteo Tarasco

Il 25-26-27 settembre sarai a Pisticci Matera con Così parlò Zarathustra. Ci potresti descrivere questo potente spettacolo di Matteo Tarasco tratto da Nietzsche? Che sensazione hai provato nel recitare questo testo?

Lo spettacolo è un riadattamento teatrale del testo filosofico di Nietzsche. Un testo impegnativo dunque, che ha lo scopo di riavvicinare l’uomo ai valori alti, dimostrando che in questo momento storico l’uomo è spaesato e incompreso. Solo attraverso il ritorno alla nostra natura più recondita e carnale si può ritrovare un equilibrio che però non sarà mai la soluzione. Il potere che questa messa in scena ha sul pubblico è sorprendente, è come se la gente avesse bisogno di sentire queste parole.  è uno dei testi più complessi che ho incontrato, inizialmente apparentemente lontano, poi però sempre più vicino a me. Accettando l’onestà di queste parole nel mio vissuto ho potuto affrontare questo ruolo. “se non si ha il caos dentro non si può partorire una stella danzante”, è con queste parole di Nietzsche che descrivo quello che ho provato nel recitare questo testo.

Passiamo al cinema. Hai da poco concluso le riprese de Gli Ultimi Saranno Ultimi il nuovo film di Massimiliano Bruno che uscirà nelle sale a novembre. Cosa ci puoi anticipare? In questa pellicola interpreti Matilde: ce la potresti descrivere?

Il film racconta la storia di una donna che perde il lavoro in seguito ad una gravidanza. Tratta quindi un tema sociale attuale e molto importante: la donna nel mondo del lavoro oggi. Matilde è una giovane ragazza, ingenua e semplice. Viene assunta nella stessa azienda in cui lavora Luciana (Paola Cortellesi), grazie a lei. E quasi inconsapevolmente, senza poter immaginare le gravi conseguenze, fa un errore…che non vi starò a svelare…lo vedrete nel  film!

In "Miles Gloriosus" di Alvaro Piccardi al Teatro Antico di Tindari

In “Miles Gloriosus” di Alvaro Piccardi al Teatro Antico di Tindari

Che esperienza è stata per te stare sul set al fianco di Paola Cortellesi, Alessanrdo Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Ilaria Spada e Stefano Fresi?

Con un cast di così alto livello non può che essere stata un esperienza unica e fondamentale. Essendo anche il mio debutto cinematografico ne vado onorata. Da professionisti così si può imparare molto. Ho lavorato soprattutto con Paola Cortellesi, che è un’attrice bravissima, una grande professionista, e una persona generosa e disponibile. Mi ha aiutato intensamente. E lavorare con Massimiliano Bruno è stato semplicissimo, grazie alla sua grande capacità nel dirigere gli attori.

Che emozioni diverse riescono a darti il teatro e il cinema? Da bambina ti sognavi davanti ad un pubblico su un palcoscenico o davanti ad una macchina da presa?

Sono emozioni per me molto diverse, ma sempre molto forti. Il cinema mi affascina nel vero senso della parola, ha un potere enorme su di me. Il teatro è contatto diretto col pubblico e quindi a volte più sfrontato e rischioso. Li amo entrambi. Da bambina non mi sognavo attrice, perché volevo fare la ballerina…poi invece da grande ho capito che dovevo recitare…e se ora dovessi scegliere mi vedo decisamente davanti ad una macchina da presa, anche se il teatro non lo abbandonerei mai.

In "Pene d'Amor Perdute" di Alvaro Piccardi

In “Pene d’Amor Perdute” di Alvaro Piccardi

Oggi i giovani interagiscono sempre più attraverso social e il web. Si parla sempre più di emozioni fredde e virtuali. Tu cosa ne pensi? Come attrice, pensi che il cinema possa ancora far sognare questa “generazione digitale”?

Io penso che le loro emozioni non siano fredde bensì vengono vissute diversamente da come le percepiamo noi. E’ un approccio diverso e per noi forse incomprensibile quello dei giovani d’oggi alla vita e alle emozioni. Loro provano emozioni, uguali alle nostre …ma in una modalità diversa dalla nostra. E non credo che potremmo mai capire fino in fondo, dobbiamo solo accoglierli così. Il cinema assolutamente fa sognare queste nuove generazioni; i ragazzi dovrebbero essere educati al cinema dalle famiglie stesse…al buon cinema ovviamente. Quello che manca forse è la buona educazione nei giovani d’oggi, ma le emozioni ci sono, probabilmente virtuali, ma non fredde. L’educazione al cinema e al teatro è fondamentale, è un’ottima aggiunta alla formazione e un’alternativa ai social.

CAMERALOOK

Senza esitazioni Antony Hopkins in Quel Che Resta del Giorno di James Ivory. Credo che sia la sua migliore performance, attraverso alcuni suoi sguardi ci fa entrare in mondi  sorprendenti. E lo fa con un eleganza che non ha eguali. Io lo trovo commovente, perfetto, magistrale, toccante, autentico. Grandissima prova d’attore.

Intervista di Giacomo Aricò

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