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La natura dell’Uomo quando è Figlio di Nessuno, il film del serbo Vuk Ršumović

Presentato anche all’interno della rassegna Lo Spiraglio – il FilmFestival della Salute Mentale, arriva giovedì 16 aprile al cinema Figlio di Nessuno, la pellicola serba scritta e diretta da Vuk Ršumović. Un film che è già stato premiato alla scorsa Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2014 con il Premio del Pubblico RaroVideo come Miglior Film della Settimana della Critica.


Nella primavera del 1988, fra le montagne della Bosnia, viene ritrovato un bambino cresciuto fra i lupi. Gli viene dato il nome di Haris e viene inviato in Serbia, all’orfanotrofio di Belgrado, dove è affidato alle cure di Ilke. Qui diventa amico inseparabile del piccolo Zika e, col tempo, impara a pronunciare le sue prime parole. Il film è basato su una storia vera.

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In Figlio di Nessuno scopriamo la vita dalla prospettiva di un ragazzo selvaggio che si confronta per la prima volta con la civiltà. Da questo incontro-scontro nascono delle domande, delle questioni fondamentali della natura umana: cosa ci rende umani e che cosa ci trasforma in bestie.

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Il regista Vuk Ršumović ricorda: “dall’inizio dei tempi esistono miti sui bambini abbandonati che crescono allo stato brado. Quel che rende questa storia unica è il suo contesto, definito dalla cruenta guerra dei Balcani alla fine del XX secolo. Una guerra che ha avuto un forte impatto sulla mia infanzia e sulla vita della mia generazione. Per questo, se non altro, mi sento vicino al protagonista e al suo destino”.

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Un aspetto particolare ed interessante da sottolineare è quello relativo alla ninna nanna bosniaca che si sente all’inizio del film: si tratta della stessa ninna nanna che si può ascoltare nel finale di No Man’s Land, di Danis Tanović.

“Questa è una storia sul desiderio di essere amati e di appartenere”

Vuk Ršumović

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