LIGHTS OUT

L’eterna paura del buio nel Lights Out di David Sandberg

Dal produttore James Wan è arrivato al cinema Lights Out, l’esordio cinematografico di David F. Sandberg che porta sul grande schermo la storia di un terrore sconosciuto che si nasconde nel buio. Un horror, sceneggiato da Eric Heisserer, che muove dall’omonimo corto di Sandberg pubblicato online nel 2013 e visualizzato oltre 100 milioni di volte. Protagonisti di questa versione cinematografica sono: Maria Bello, Teresa Palmer, Gabriel Bateman, Billy Burke e Alexander Dipersia.

Rebecca (Teresa Palmer) vive da sola in un appartamento in città. Infatti fin da giovanissima, dopo l’improvviso allontanamento del padre, se n’è andata di casa per il difficile e instabile rapporto con la madre Sophie (Maria Bello), e da allora le due donne sono rimaste lontane. Solo quando Martin, il fratellino di dieci anni, inizia a soffrire di insonnia, vive esperienze sconvolgenti e ha chiaramente bisogno di aiuto, Rebecca torna nella casa dove non si è mai sentita completamente a suo agio.

Sophie non è cambiata. Anzi, è peggiorata: la donna è stata in passato una paziente psichiatrica e ancora combatte contro la depressione che l’ha già portata a subire un ricovero in una casa di cura. Ora vive come una reclusa nella sua stanza in penombra e rimane il punto focale della forza violenta e oppressiva che in passato Rebecca ha tentato di sfuggire. E ancora più inquietante è che sembra essere in contatto con una vecchia amica che lei chiama Diana, che talvolta si sente camminare per la casa, ma che nessuno ha mai visto in faccia, solo un guizzo nell’ombra.

Teresa Palmer e Maria Bello

Teresa Palmer e Maria Bello

Dalle torce alle candele al LED. Lampioni lungo le strade, lampade, fari, neon, segnali luminosi.  Fin dall’inizio della nostra esistenza, noi umani abbiamo sempre cercato un modo per sfuggire all’avanzata delle tenebre e di tutto ciò che di minaccioso e temibile nascondono.  “Siamo tutti terrorizzati dal buio – afferma il produttore James Wan, un maestro dell’horror e del thriller – da bambini siamo convinti che ci sia qualcosa nascosto nell’armadio o sotto il letto e questa sensazione ci rimane dentro. Vale per tutti, e l’aspetto divertente e fantastico è che il film gioca con questo semplice concetto”.

Ma oltre a provocare paura e ansia, cosa succederebbe se davvero qualcosa di malefico vivesse nel buio?  Qualcosa la cui esistenza è legata all’oscurità che la nasconde e che trae forza dal nostro terrore? La nostra unica difesa sarebbe una confortante fonte di luce, le nostre vite dipenderebbero dall’affidabilità di un interruttore, dall’elettricità che alimenta la lampada, dalle batterie della torcia: “Probabilmente l’uomo ha paura del buio fin dalla notte dei tempi – spiega il regista David F. Sandbergè qualcosa che si sente nelle ossa”.

Gabriel Bateman

Gabriel Bateman

Sono un appassionata del genere horror – spiega Teresa Palmere questo film è terrorizzante: Diana è della stessa materia di cui sono fatti gli incubi. È davvero la cosa più spaventosa che si può immaginare. Penso che siamo riusciti a bilanciare paura e energia maligna e lei è iI massimo del dark possibile, dall’aspetto che ha al modo in cui interagisce con i personaggi del film, è un incubo assoluto”.

Oltre al terrore c’è la storia drammatica di una famiglia che è stata sconvolta da questa entità: “se mettiamo da parte l’horror – continua la Palmer – e osserviamo solo i personaggi, c’è il tema di una famiglia che viene spezzata, una famiglia in cui le persone, pur amandosi, sono costrette ad allontanarsi, a vivere separate e a non avere rapporti”.

Teresa Palmer

Teresa Palmer

Sarà il pubblico, nel buio della sala, a decidere chi o cosa sia Diana, come suggerisce Maria Bello: “è così avvolta nell’ombra, così elusiva che non sai cosa abbia intenzione di fare. Penso che gli spettatori resteranno senza fiato: non si sa mai cosa aspettarsi e da quale parte provenga il pericolo, il terrore ti afferra quando meno te lo aspetti”. Facciamo buio, lights out.

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