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Menocchio, l’Italia di fine 1500 nel film di Alberto Fasulo

Al 71° Locarno Film Festival (dall’1 all’11 agosto) verrà presentato in Concorso Menocchio, il film scitto e diretto da Alberto Fasulo ed interpretato da: Marcello Martini, Maurizio Fanin, Carlo Baldracchi, Nilla Patrizio, Emanuele Bertossi, Agnese Fior, Mirko Artuso, Giuseppe Scarfì, David Wilkinson, Roberto Dellai e Gino Segatti.

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Il film

Italia. Fine 1500. La Chiesa Cattolica Romana, sentendosi minacciata nella sua egemonia dalla Riforma Protestante, sferra la prima sistematica guerra ideologica di uno Stato per il controllo totale delle coscienze. Il nuovo confessionale, disegnato proprio in questi anni, si trasforma da luogo di consolazione delle anime a tribunale della mente. Ascoltare, spiare e denunciare il prossimo diventano pratiche obbligatorie, pena: la scomunica, il carcere o il rogo. Menocchio (Marcello Martini), vecchio, cocciuto mugnaio autodidatta di un piccolo villaggio sperduto fra i monti del Friuli, decide di ribellarsi. Ricercato per eresia, non dà ascolto alle suppliche di amici e famigliari e invece di fuggire o patteggiare, affronta il processo. Non è solo stanco di soprusi, abusi, tasse, ingiustizie. In quanto uomo, Menocchio è genuinamente convinto di essere uguale ai vescovi, agli inquisitori e persino al Papa, tanto che nel suo intimo spera, sente e crede di poterli riconvertire a un ideale di povertà e amore.

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Alberto Fasulo

Nel 2008 dirige e produce il suo primo lungometraggio, il documentario Rumore Bianco, selezionato in molti festival internazionali e distribuito al cinema in Italia. Con Rumore Bianco, viene segnalato dalla critica Italiana quale nuovo promettente autore. Nel 2013 dirige il suo primo lungometraggio di finzione, TIR, con cui vince il Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film all’VIII edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma. Nel 2015 partecipa al 68° Festival del film di Locarno con Genitori (ne abbiamo parlato qui), un film documentario che affronta il tema della disabilità da un punto di vista inedito, evitando pietismi, retorica e ironia.

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