Milano during Covid 19 - Galleria Vittorio Emanuele II (foto di © Mauro Parmesani)

Milano Lockdown – Intervista a Mauro Parmesani: “È dura, ma alla fine vinceremo noi”

Milano during Covid 19 - Galleria Vittorio Emanuele II (foto di © Mauro Parmesani)

mockup_copertina_Tavola disegno 1Sono sicuro che ne usciremo e che potremmo raccontarlo. Così come l’ho raccontato nel libro. In tutte le cose bisogna trovare la lacrima e il sorriso. Lo diceva Leopardi e mi sembra molto attuale“. Mi ha salutato con queste parole il fotografo Mauro Parmesani, autore di Milano Lockdown, un progetto fotografico già entrato nella Storia. Attraverso i suoi scatti, Parmesani ci ha mostrato Milano durante il (primo) lockdown dei mesi scorsi, quando la Pandemia da CoVid-19 era prepotentemente arrivata in Italia, colpendo duramente la Lombardia. Silenziosa, deserta, innaturale. Milano senza la vita umana che scorre e che la invade è irriconoscibile. Il viaggio del fotografo – già esposto come mostra presso i locali dell’agenzia di comunicazione Altavia Italia sui Navigli di Milano – lo troviamo in un volume (edito da Italiastraordinaria nella collana Tonocontinuo) decisamente suggestivo e al tempo stesso inquietante. Le istantanee dell’autore sono una straordinaria testimonianza di una situazione (ancora in atto) che ha stravolto le nostre vite e che probabilmente ci segnerà per sempre. Il vuoto in città inquadrato e fotografato da Parmesani, però, si carica anche di una poesia altrettanto stravolgente. La bellezza “sepolta” di Milano, carica di fascino e Storia, riemerge con forza. E la Natura che la ospita e circonda, da sfondo di un paesaggio notoriamente caotico, torna per un attimo protagonista assoluta. Scorrendo le immagini, passiamo così da uno scenario post-apocalittico (degno del 28 Giorni Dopo di Danny Boyle) che ci rattrista e scoraggia, ad una nuova promessa di futuro e di rinascita. La battaglia contro il Coronavirus è ancora lunga, soprattutto se osserviamo la curva dei contagi che in questi giorni è cresciuta a dismisura. Serve ancora l’impegno di tutti, dobbiamo armarci e dobbiamo stare uniti. Milano Lockdown si conclude con una citazione di Seneca: “Non tutte le tempeste arrivano per distruggerti la vita. Alcune arrivano per pulirti il cammino“. Riprendiamo il cammino.

Intervista a Mauro Parmesani

Mauro, c’è la brutta sensazione che il tuo libro fotografico Milano Lockdown rappresenti solo la prima parte di un lavoro che, purtroppo, forse, si completerà con una nuova indagine, una nuova fotografia, quella riguardante al lockdown, al momento parziale, che siamo tornati a vivere adesso. Cosa ne pensi?

Di brutte sensazioni si vive cosi come di buone. Il mio libro si è rivelato un pezzo di storia che speriamo non si ripeta. E’ stato fatto in un momento in cui non sapevamo niente di questa malattia. Ora, se dovessi rifotografare Milano, lo farei mettendo in risalto quelle categorie di persone che ci vivono e che continuano a lavorare e, in ogni caso, esprimendo attraverso l’immagine una visione positiva di una città che resta sempre meravigliosamente operosa anche nella desolazione.

Milano during Covid 19 - Aereoporto di Linate (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Aereoporto di Linate (foto di © Mauro Parmesani)

Inquadrare Milano – città così scattante e caotica, piena di vite che vanno sempre di corsa – completamente vuota, penso ti abbia regalato delle sensazioni e delle emozioni che, in una situazione ancora drammaticamente tutta in divenire e tutt’altro che risolta, si rinnovano, ogni giorno. Quali sono queste sensazioni?

Le prime sensazioni sono state quelle di paura, di smarrimento, di sfiducia. Ma poco alla volta queste sensazioni negative hanno lasciato spazio alla sensibilità, alla consapevolezza di trovarmi comunque in una situazione privilegiata, perchè potevo sentire il respiro profondo di Milano senza i rumori, senza il caos che ogni giorno esprime la città. Ancora oggi quando cammino per la città, mi sento preso per mano e vedo luoghi che al di la del male di questi nuovi giorni esprimono una forza emotiva ancora più forte. 

Milano during Covid 19 - Piazza Cadorna (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Piazza Cadorna (foto di © Mauro Parmesani)

Una città deserta da ritrarre e tu, armato di attrezzatura professionale e tanto coraggio, che accompagni la tua esperienza ascoltando il Và Pensiero, dal Nabucco di Verdi. Puoi descrivere questi momenti? Questa immagine mi sembra quasi filmica… 

Lo hai detto, davanti al Castello Sforzesco, con le fronde degli alberi che introducevano a una musica dolce e irreale, sentire Và Pensiero mi ha riportato al valore simbolico del popolo oppresso che cerca di risollevarsi. Ecco, per un attimo sono stato l’attore protagonista di un film che avrei voluto non finisse mai. L’intensità e la forza emotiva sono state straordinarie. Mi sono ritrovato a cantare e piangere senza vergognarmene. Per me è stato un momento esaltante che mi ha dato forza e che mi ha fatto capire che comunque vada noi vinceremo e sconfiggeremo questo virus. Ne ero convinto allora e lo sono ancora di più oggi. Del resto se rileggiamo la storia l’uomo ha vinto!

Milano during Covid 19 - Viale Della Liberazione (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Viale Della Liberazione (foto di © Mauro Parmesani)

Personalmente ho visto e “cavalcato” Milano in situazioni di normalissimo traffico e delirio generale. Di notte, quando le strade sono già svuotate, l’ho sempre trovata poetica, soprattutto in Piazza Duomo. Nel tuo viaggio mi sembra che esca una città meravigliosa, diversa, che finalmente si fa vedere nella sua bellezza, fatta anche di tanta Storia. Tu cosa ne pensi di questo aspetto?

E’ ciò che poi mi ha spinto a variare l’idea che avevo all’inizio. Le prime immagini le avevo ideate come puro e semplice reportage un po’ drammatico, se vuoi. Ma nel corso dei giorni ho cambiato completamente idea perché Milano si è mostrata nel suo volto più straordinario e possente. Le linee, l’architettura, la bellezza dei luoghi in cui si respira la storia. Ho visto la città con occhi diversi. Non ne ho colto il dramma, ma l’eleganza architettonica. Ho scelto piazze e luoghi più conosciuti, ma ho anche camminato senza una meta, scoprendo angoli di milanesità che nemmeno immaginavo esistessero nella mia vita normale.

Milano during Covid 19 - Galleria Vittorio Emanuele II (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Galleria Vittorio Emanuele II (foto di © Mauro Parmesani)

Mi ha colpito molto anche il (nuovo) legame che hai stretto con la Natura di Milano: i rumori dell’acqua, il fruscio del vento, il cinguettare degli uccelli. Quanto secondo te queste piccole grandi bellezze (o miracoli) erano “calpestate” prima del lockdown?

Direttamente proporzionale alla rivisitazione della città con occhi diversi e con il rispetto che merita, ho sentito il suo respiro profondo. Non avevo bisogno degli occhi e non ho potuto riportare queste sensazioni nel libro ma davvero, sentire frusciare gli alberi o il cinguettare sono state una rivelazione. Te lo aspetti in campagna se sai sentire ma mai in una città. Ecco, in quei momenti drammatici Milano era piena di suoni, era riconquistata da tutti gli altri esseri viventi meno appariscenti. Questa Milano mi ha affascinato e non avevo più paura. Anche se può sembrare poco rispettoso per l’immenso dramma che vivevamo, io mi sentivo felice.

Milano during Covid 19 - Piazza Del Duomo (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Piazza Del Duomo (foto di © Mauro Parmesani)

Hai fotografato le strade, le piazze, i negozi chiusi. E anche i volti. Mi spieghi com’è nata questa parte? Che anime hai trovato in quegli sguardi?

I volti della gente che frequentato e che trovavo, con la mascherina certo, ma con gli occhi che esprimevano tutto. Occhi forse spaventati ma con un fiero senso di appartenenza e con la voglia di ripartire da se stessi per ritrovare se stessi. 

Milano during Covid 19 - Martina (foto di © Mauro Parmesani)

Milano during Covid 19 – Martina (foto di © Mauro Parmesani)

Siamo rientrati nell’incubo. Ora serve ancora che ognuno faccia la propria parte. Dobbiamo combattere ancora. Secondo te cosa deve fare Milano in questa fase? Altrettanto forte deve essere la voglia di futuro, di rinascita. Come dovrà ripartire Milano?

Se riflettiamo su come ci siamo comportati in questi mesi, forse troviamo una chiave di lettura. Ovvero le regole ci sono, mascherina, distanziamento ecc ecc. Ma non possiamo vivere reclusi. Dobbiamo convivere con il virus renderci conto che è sempre in agguato. Non è necessario combattere ma adeguarsi alla situazione, come si usa dire oggi, essere resilienti. Questo a livello personale. Cosa deve fare Milano, per aiutarci? Certo i trasporti vanno rivisti nella loro totalità, non ci si può chiedere di cenare massimo in sei nella propria casa e poi ammassarci nella metro o sui mezzi pubblici. Non possiamo lasciare morire le tante categorie che hanno speso soldi per adeguarsi al nuovo stile di vita e se lo dobbiamo fare per ancora qualche tempo queste categorie vanno aiutate subito con sgravi fiscali definitivi tanto per iniziare. Stiamo vivendo in un film drammatico ma alla fine nei film, i buoni vincono quasi sempre.  Il messaggio che vorrei trasmettere con le mie immagini è che alla fine, Milano Vince e noi con la città.

Intervista di Giacomo Aricò

Milano Lockdown si trova nelle librerie e può essere acquistato rivolgendosi direttamente all’editore: info@straordinariacommunication.it

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