duran

Per tre giorni al cinema Duran Duran: Unstaged, il docufilm sulla band inglese di David Lynch

Da stasera al 23 luglio, solo per tre giorni, nelle sale arriva Duran Duran: Unstaged, un docufilm su un band mito degli anni ’80 diretto dal maestro David Lynch e con un cast d’eccezione: Simon Le Bon, John Taylor, Roger Taylor, Nick Rhodes, Gerard Way, Beth Ditto, Kelis, Mark Ronson e l’introduzione video di Morgan.

from duranasty webzine visual archive

Il docufilm, nasce in occasione del concerto dei Duran Duran al Mayan Theater di Los Angeles, il 23 marzo del 2011. In quell’occasione David Lynch dirige in live streaming la performance della band, riunitasi nella sua formazione originale con Simon Le Bon, Nick Rhodes, John e Roger Taylor. «Era la prima volta che suonavamo live i pezzi di “All you need is now” – racconta Nick Rhodese per farlo abbiamo invitato anche alcune guest star come Gerard Way dei My Chemical Romance, Beth Ditto dei Gossip, Kelis e Mark Ronson, che oltretutto era il nostro produttore. David Lynch aveva completa libertà di stare sul palco e di organizzare quel che voleva mentre noi suonavamo. E così ha fatto».

Le Bon duetta sul palco con Gerard Way

Le Bon duetta sul palco con Gerard Way

Il film è composto da due strati visivi che si sovrappongono: sullo sfondo c’è la band che suona durante il concerto e come filtro ci sono le immagini girate da Lynch: “Ci sono animazioni e veri e propri sketches con attori in carne e ossa che recitavano a due passi da noi, sul palco” spiega Rhodes. “Con una macchina da presa Lynch riprendeva loro, con l’altra riprendeva noi. E poi, a distanza, con un’altra ancora riprendeva una camera piena di fumo. Alla fine ha unito tutto questo più altro materiale ancora aggiungendoci anche vari effetti speciali”.

DuranDuran_unstaged

Emersi dalla wave post-punk britannica, i Duran Duran hanno preso l’immagine dei Sex Pistols, l’hanno rivisitata in modo più soft à la Bowie e hanno aggiunto il funk degli Chic per dare vita a una formula esplosiva, che li ha visti dominare le classifiche della prima metà anni ’80. Le origini di questo fenomeno risalgono al 1978, quando i compagni di scuola Nick Rhodes (tastiere) e John Taylor (chitarra) mettono su una band insieme a Simon Colley (basso, clarinetto) e Stephen Duffy (vocal). Ispirandosi a un personaggio del film cult anni ’60 “Barbarella”, di Roger Vadim, si battezzano Duran Duran e iniziano a suonare concerti nel club di Birmingham che si chiama – manco a farlo apposta – Barbarella, utilizzando una drum-machine. Nell’arco di un anno sia Duffy che Colley lasciano la formazione e vengono sostituiti dal vocalist Andy Wickett e dal batterista Roger Taylor.

I Duran Duran negli anni '80

I Duran Duran negli anni ’80

Dopo aver inciso un demo, John si dà al basso per lasciare il posto al nuovo chitarrista John Curtis (il quale avrebbe abbandonato dopo pochi mesi). Grazie a un annuncio sulla rivista Melody Maker, trovano il chitarrista ‘definitivo’ in Andy Taylor, ma hanno ancora bisogno di un vocalist: Wickett se ne va nel 1979 e – dopo una lunga ricerca – viene rimpiazzato dall’ex-frontman della punkband Dog Days, Simon LeBon. Alla fine del 1980 i cinque sono già molto popolari all’interno dell’emergente movimento britannico New Romantic, del quale diventano re indiscussi nella primavera 1981, all’indomani della pubblicazione del loro primo singolo per la EMI Records, Planet Earth.

Simon Le Bon

Simon Le Bon

La formazione cambia diverse volte, fino ad arrivare a quella attuale che comprende Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor. Dopo anni di successi e periodi meno fortunati, a febbraio 2011 la band pubblica il nuovo disco All You Need Is Now, prodotto da Mark Ronson. L’album contiene dodici tracce e alla sua realizzazione hanno collaborato Ana Matronic dei Scissor Sisters e Owen Pallett.

«Io sono un fan dei Duran Duran, li ho sempre seguiti, fin dagli esordi. Ma non avrei mai pensato di lavorare con loro. Ci siamo mossi con un occhio agli spettacoli dei Pink Floyd, immaginando un miscuglio di cose che nuoteranno insieme, come se accadessero in un altra stanza».

David Lynch

Leave a Comment