Petite Maman 02 (c) Lilies Films

Petite Maman, il nuovo ritratto femminile di Céline Sciamma

Presentato in anteprima alla XIX edizione di Alice nella Città all’interno della Festa del Cinema di Roma, giovedì 21 ottobre esce al cinema Petite Maman, il nuovo attesissimo film di Céline Sciamma che dopo il successo di Ritratto della giovane in fiamme firma qui una riflessione commossa sulla memoria, l’amicizia e la famiglia.

Il film

Nelly (Joséphine Sanz), una bambina di otto anni che dopo la morte della nonna passa qualche giorno nella casa di campagna dove è cresciuta la madre, Marion (Nina Meurisse). Girovagando nel bosco, si imbatte per caso in un’altra bambina che sta costruendo una capanna di legno e con cui nasce un rapporto speciale: la nuova amica si chiama proprio Marion (Gabrielle Sanz).

Céline Sciamma racconta…

La storia di Petite Maman mi è venuta in mente mentre scrivevo Ritratto della giovane in fiamme. La sua semplicità mi è rimasta a lungo dentro e di tanto in tanto l’ho anche sognata, come un futuro dolce e luminoso. Il film ha continuato a crescere in questo modo discreto, finché ho iniziato a scriverlo al termine del tour promozionale del Ritratto della giovane in fiamme. Quando ho ripreso in mano il primo abbozzo di sceneggiatura, alla fine del lockdown in Francia, ho capito dalla prima scena – l’addio agli ospiti di una casa di riposo – che il film era più necessario e rilevante che mai. Anche per il fatto stesso che parlasse di bambini: i bambini hanno sofferto molte delle crisi e delle difficoltà degli ultimi tempi, spesso rimanendo fuori dal dibattito politico. Credevo fosse vitale includerli, offrire loro delle storie, trovare il modo di collaborare insieme“.

Petite Maman 10 (c) Lilies Films

L’idea del film è molto semplice: l’incontro e l’amicizia tra una bambina e sua madre da piccola. È un’idea che ho esplorato come se possedesse un qualche potere magico, perché ognuno può giocarci, immaginando la propria versione della storia e reinventando questo rapporto: si innesca così un processo interiore senza limiti, un viaggio nel tempo che non ha bisogno di una macchina. Anche per questo motivo, il film non è collocato in un’epoca precisa e i bambini di oggi come quelli che lo sono stati negli anni Cinquanta o negli Ottanta, possono identificarsi senza problemi, trasformando Petite Maman in un’esperienza condivisa tra gli adulti e i più piccoli. Il punto di vista dei bambini è stato al cuore di ogni decisione che ho preso durante la realizzazione. Quando ero incerta su una scelta da fare durante le riprese mi chiedevo: “Che farebbe Miyazaki?”. E alla fine la bilancia pendeva sempre dalla parte dei bambini. Questo non vuol dire che abbia scelto le soluzioni più facili, anzi: spesso ha significato fare la scelta più poetica e radicale“.

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