Alla Mostra Venezia oggi è il giorno di Marco Bellocchio che presenta, in Concorso, Sangue Del Mio Sangue, film da lui scritto e diretto, ambientato nella splendida e suggestiva cornice di Bobbio. Con questo film, da domani al cinema, Bellocchio ha riunito attorno a sé la sua “famiglia” cinematografica, con cui ha da lungo tempo un sodalizio artistico e umano: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Alberto Cracco, Bruno Cariello, Toni Bertorelli, Filippo Timi, Elena Bellocchio, Ivan Franek, Patrizia Bettini, Sebastiano Filocamo, Alberto Bellocchio.
Federico (Pier Giorgio Bellocchio), giovane uomo d’armi viene spinto dalla madre a recarsi nella prigione convento di Bobbio dove suor Benedetta (Lidiya Liberman) è accusata di stregoneria per aver sedotto Fabrizio, fratello gemello di Federico, e averlo indotto a tradire la sua missione sacerdotale. La madre preme affinché Federico riabiliti la memoria del gemello, ma anche lui viene incantato da Benedetta che sarà condannata alla prigione perpetua e murata viva.
Ma Federico, trent’anni dopo, diventato cardinale, incontrerà nuovamente Benedetta, ancora rinchiusa in quelle mura. Ai giorni nostri, bussa a quel portone del convento, trasformato poi in prigione e apparentemente abbandonato, Federico Mai (Alberto Bellocchio), sedicente ispettore del Ministero, accompagnato da Rikalkov (Ivan Franek), un miliardario russo, che lo vorrebbe acquistare.
In realtà quel luogo è ancora abitato da un misterioso Conte (Roberto Herlitzka) che occupa abusivamente alcune celle dell’antica prigione e che si aggira in città solo di notte.
La presenza dei due forestieri mette in agitazione l’intera comunità di Bobbio che sotto la guida del “Conte” tenta di vivere, grazie a frodi e sotterfugi, ostacolando in ogni modo la modernità che avanza inesorabilmente. Ma il nuovo è migliore del vecchio?
Marco Bellocchio è tornato a girare nella sua Bobbio, dove ha girato il suo primo film I Pugni in Tasca e dove ogni estate tiene il laboratorio per i giovani “Fare Cinema”. E proprio un’estate, alla ricerca di nuove location, il regista italiano ha scoperto le antiche prigioni di Bobbio.
Luoghi chiusi e abbandonati da molti decenni, che in un remotissimo passato facevano parte del convento di San Colombano. In questo convento-prigione, in questa cittadina della Val Trebbia, luogo cinematografico e dell’anima, tra passato e presente, il regista ha deciso di girare il suo film.
La storia di Sangue del Mio Sangue è, secondo le parole di Marco Bellocchio: “è così remota nel passato che mi ha suggerito infine un ritorno al presente, all’Italia di oggi, un’Italia paesana garantita e protetta dal sistema consociativo e corruttivo dei partiti e dei sindacati che la globalizzazione sta radicalmente “trasformando”, anche se non si capisce ancora se in meglio o in peggio”.