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Scherza Con I Fanti di Gianfranco Pannone, gli italiani e il rapporto con il potere

Dopo la prima mondiale, come Evento Speciale, alle Giornate degli Autori a Venezia, arriva nei nostri cinema Scherza Con I Fanti, il nuovo film documentario del sodalizio regista/musicista Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna, un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia e, insieme, un canto per la pace. La pellicola, prodotta e distribuita da Istituto Luce-Cinecittà, dal 16 gennaio inizia il suo tour per le sale: Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Genova, e molte altre. Un tour che prevede la presenza degli autori in dibattiti in sala e di piccoli eventi musicali con protagonista Sparagna, una delle più brillanti e amate voci della musica popolare in Italia.

Il film

Scherza Con I Fanti rappresenta un percorso lungo più di cent’anni, dall’Unità d’Italia a oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e spesso ironico rapporto del popolo italiano con il mondo militare e con il potere. Attraverso le preziose immagini dell’Archivio Luce, i magnifici canti popolari e quattro diari intimi: di un soldato del Regio nell’Ottocento, di un combattente in Etiopia nel 1935, di una donna partigiana, di un sergente della Marina militare in Kosovo. Storie private e storia collettiva di un popolo che con duemila anni di guerre potrebbe essere maestro mondiale di pace.

Gianfranco Pannone racconta…

“Ho usato i canti popolari e diari di guerra per raccontare, non senza umorismo, il sofferto rapporto del popolo italiano con il mondo militare e più ampiamente il potere. Questo ci siamo prefissati, senza dimenticare l’idea di un più universale inno alla pace, convinti che le drammatiche e assai spesso sanguinose vicende italiane, avvenute lungo ben due millenni, possano rappresentare un monito per tutti, pensando ai conflitti complessi di questo frangente storico“.

"Scherza Con I Fanti"

“Scherza Con I Fanti”

Secondo me l’Italia non è consapevole della propria missione di pace nel mondo, dettata dalla sua stessa storia, di invasioni, di sangue versato, di profonde ingiustizie. E oggi che tornano i venti di guerra, darsi un ruolo di pace, che è anche cristiano, francescano, potrebbe persino rappresentare una forma di riscatto nazionale. Questo urlo contro tutte le guerre, condiviso, ne sono certo, da tanti italiani, è talmente importante per me, e per Ambrogio Sparagna, che il protagonista del nostro film è un soldato di oggi che ha partecipato a diverse missioni di pace. Il suo racconto, che unisce humanitas e senso della patria, mi ha commosso al punto da portare il nostro stesso soldato al centro del film. Vincenzo Marasco, tra l’altro, suona la zampogna, strumento di pace. E questi suoni popolari si uniscono al lavoro straordinario di Ambrogio, che con la sua musica di gioia e dolore, nel film intrecciata ai diari di guerra e al prezioso repertorio dell’Istituto Luce, ha dato un segno decisivo al film“.

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