(Photo Credit: Jonathan Prime)

Sensualità e stile, Charlize Theron è una Atomica Bionda

(Photo Credit: Jonathan Prime)

Una stupenda Charlize Theron fa schizzare al massimo la temperatura di questa calda estate con Atomica Bionda – Atomic Blonde, il film diretto da David Leitch  – al cinema dal 17 agosto –  che combina azione e stile, sensualità e grinta. Il progetto è basato dalla serie di fumetti The Coldest City, edita da Oni Press, scritta da Antony Johnston e illustrata da Sam Hart.


È il 1989 a Berlino, alla vigilia della caduta del Muro e di un’esplosiva riconsiderazione delle alleanze fra le super potenze mondiali. Se nella giornata tipo di una spia è molto difficile capire di chi potersi fidare, è praticamente impossibile non saltare sul campo minato della città tedesca. Lorraine Broughton (Charlize Theron) è un agente del MI6 tanto fredda quanto seducente che è stata spedita in Germania per trovare una soluzione allo spietato gioco di spionaggio che ha da poco lasciato vittima un agente sotto copertura.

Dopo pochi minuti dal suo arrivo Broughton rischia di essere uccisa e una volta risolta la questione si trova obbligata a collaborare con lo spericolato agente a capo della missione inglese David Percival (James McAvoy). A controllare l’operato dei due agenti sono i superiori del MI6 Eric Gray (Toby Jones) e della CIA Emmett Kurzfeld (John Goodman), mandato dagli Stati Uniti a verificare i risultati della missione. Broughton si accorge immediatamente di essere inseguita dall’agente francese Delphine Lasalle (Sofia Boutella), con cui vivrà una bollente passione che metterà in gioco anche il suo interesse personale.

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Tutti questi agenti e tutti quelli che li circondano stanno cercando di trovare una soluzione alla minaccia che potrebbe mettere in crisi le operazioni di intelligence in tutto l’Occidente: bisogna trovare la lista delle identità e dei dettagli personali di tutti gli agenti in servizio a Berlino redatta da un ufficiale della Stasi, principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est. L’uomo che si sospetta abbia la lista in un microfilm ha il nome in codice Spyglass (Eddie Marsan).

Anche se i loro rapporti non sono facili, Broughton e Percival sono determinati a interrogarlo e a trovare questo prezioso file sempre che siano in grado di trovarlo. Mancano pochi giorni alla caduta del Muro e la tensione è altissima, nonostante il freddo. Con il passare dei giorni, Broughton deve sfoderare tutto l’arsenale delle proprie abilità per affrontare al meglio questa sfida, rispondere a ogni colpo avversario ed evitare ogni tradimento – tanto professionale che personale.

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L’ambientazione della storia per Atomica Bionda – Atomic Blonde si concretizza in un luogo e in un momento determinanti per la storia del secolo scorso: Berlino, appena prima che il Muro cada dopo 28 anni. Costruito nel 1961 dall’amministrazione comunista di Berlino Est per tenere separati i propri cittadini dalla porzione di città guidata da americani, britannici e francesi, come stabilito dalla Conferenza di Potsdam nel 1945 al termine della Seconda Guerra Mondiale, il Muro ha prodotto come risultato un’arena di battaglia oscura e sconosciuta in cui spie, agenti e protagonisti della Guerra Fredda si sono scatenati in scontri senza esclusione di colpi.

L’atmosfera era quella del selvaggio West – si meraviglia Charlize Theron, che ha iniziato a seguire lo sviluppo della sceneggiatura quasi cinque ani fa, con l’intenzione da subito chiara di interpretare il ruolo della protagonista – da una parte KGB sovietico e Stasi della Germania dell’Est contro CIA americana, MI6 britannica e DGSE francese.  Corruzione, inganni, ricatti e violenza erano il menu quotidiano per un agente che ha vissuto quei giorni”.

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La produttrice Kelly McCormick sottolinea il ruolo della struttura nella sua dimensione multi sfaccettata: “Il Muro di Berlino non ha solo avuto il compito di separare la cittadinanza, ma anche di conservare segreti che avrebbero potuto danneggiare gli agenti segreti, rovinando le loro carriere e mettendo a rischio le loro vite”. Il Muro era di fatto composto da due barriere separate fra loro: da un lato l’esterno del confine occidentale con un’altra linea interna distante una trentina di metri. Nel mezzo, in questa striscia mortale, fra acciaio e ostacoli, soldati armati fino ai denti monitoravano con i cani i movimenti di chiunque si avvicinasse troppo. Parliamo di 70 miglia di filo spinato, 310 torri di controllo, 65 trincee anti-sfondamento e 40.000 militari sovietici addestrati.

La squadra che ha sviluppato il film è partita dalle graphic novels The Coldest City, scritte da Antony Johnston e illustrate da Sam Hart. Lo stile, le ambientazioni e le musiche del film rivelano un’attenta ricostruzione della Berlino di quell’anno: arte e musica sono letteralmente esplose mentre il mondo assisteva alle trasformazioni che Berlino viveva con la fine della Guerra Fredda. Johnston ha deciso di dare libero sfogo al proprio impulso creativo su un tema che da sempre lo ha appassionato come lo spionaggio durante la Guerra Fredda. In quel periodo le storie di spionaggio non erano molto frequenti nel mondo del fumetto e non nutriva grosse aspettative sulla possibilità che la storia potesse essere pubblicata né tantomeno sul suo successo fra il pubblico.

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Al centro di questa serie di storie c’è Lorraine Broughton, una donna che sopravvive con tutte le proprie forze. Nel ruolo dell’agente segreto per MI6, Broughton veste i panni del guerriero pronto a lottare fino all’ultimo sangue. È professionale, sensuale e sa anche essere crudele, tutte caratteristiche che non la rendono come tutte le eroine di fantasia nel senso più classico. Sono vicine allo zero le possibilità che possa farcela a Berlino, considerando che appena tocca terra è totalmente abbandonata a sé stessa. Sta affrontando una missione per cui ogni sua esperienza precedente non sembra averla comunque formata. Si può affidare soltanto alla propria forza di volontà, mista alla capacità di adattarsi e di far necessità virtù, utilizzando intelligenza, forza fisica, fascino e istinto per sopravvivere.

Ad interpretarla, una fantastica Charlize Theron che ha regalato al pubblico una performance travolgente per intensità e impegno. L’attrice ha lavorato molto per arrivare nelle giuste condizioni sul set e il personaggio di Broughton deve gestire in buon equilibrio sensualità, forma fisica ed ironia. Ma la sua forza non si è dimostrata solo dal punto di vista della recitazione ma anche nel ruolo di produttrice, panni che ha vestito dalle primissime battute.

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David Leitch non perde mai di vista lo sviluppo emozionale di Lorraine. La descrive come una spia che ha dovuto assistere al peggio dell’umanità, ma ha l’inattesa opportunità di riprendere possesso della propria vita: “Broughton è un personaggio incredibilmente complesso – riflette – e, attraverso i suoi occhi riusciamo a sviluppare una prospettiva completamente nuova del genere spy”. Il regista, in conclusione, la descrive così: “è una spia che sa essere risoluta, spietata e disciplinata, ma raccoglie anche dei tratti che potrebbero sorprendere molti. È affascinante e piena di stile, sa mantenere un certo distacco tipico del suo lavoro, ma allo stesso tempo ha un’attenzione che ne rivela una bella umanità”.